Sul commercio

Creato il 02 ottobre 2012 da Bernardrieux @pierrebarilli1

immagine da paperblog

Commercio. Strano, no, non la posizione del Partito Democratico (PD). Quella la conosciamo. Nonostante  il Decreto amministrativo di riforma della disciplina che regola il commercio (proposto e fatto approvare dall'allora ministro Bersani) oggi integrato dall'intervento del governo Monti che liberalizza l'apertura di nuove attività commerciali anche di medie dimensioni, il PD, per ora rimane  fermo ad una nota politica, di qualche tempo fa, del suo segretario cittadino, dove si dice no al cambiamento,  rimanendo arroccato a difesa di un  sistema  stracotto, pieno di divieti  e burocrazia con le conseguenze che bene conosciamo .

Dunque niente di strano se il Pd in Consiglio comunale non vota   la delibera che destina una parte dei nuovi fabbricati previsti nell'ex  Foro Boario a iniziative commerciali.
Strana, per non dire d'altro,   è la posizione della coordinatrice comunale del Pdl, un partito che, nato come partito liberale di massa, si sta tramutando a livello locale nel partito dei personalismi e delle ripicche. In Consiglio comunale, sempre discutendo  dell'area dell'ex Foro Boario e della sua trasformazione,  Francesca Gambarini è partita lancia in resta -do coglio coglio-  contro uno dei motivi fondanti del Pdl: la libertà di mercato; beninteso, dice lei,  a difesa dei commercianti del centro storico che non sopporterebbero la concorrenza di altre attività commerciali, dimenticando, banale banale, che la concorrenza è l'anima del commercio e il centro storico muore dove e quando chiudono attività commerciali, non quando aprono.   Ecco, il commercio, lasciando perdere strumentali solidarietà postume e barocche rigidità ideologiche, parliamone.
L'obiettivo? Da una parte quello di creare le condizioni, anche normative, per il  rilancio del commercio, piccolo e medio,  all'interno dell'area urbana seguendo la logica del mercato e non quella di superati vincoli normativi e burocratici; dall'altra -visto che il problema è anche di scelta politica - di  chiedere agli amministratori non tanto, o soltanto, tavoli di confronto, notti bianche o il mercato in centro, ma d'intervenire quando i conti lo permetteranno con lo strumento dei rimborsi di una parte delle gabelle di competenza comunale  che gravano sulle attività commerciali non legate alla grande distribuzione. La proposta non è assolutamente campata per aria,  può contare su esperienze di altre città, ed ha funzionato. In attesa di attivare rimborsi legati comunque alla disponibilità del bilancio comunale,  per aiutare, sostenere e rilanciare le attività commerciali nel centro storico, proponiamo una serie di cose concrete. Ad esempio, sostenere con progettualità ed energie rinnovate  la qualificazione delle aree urbane e dei centri commerciali naturali, ovvero centri storici, piazze, con l'obiettivo di migliorare vivibilità, accessibilità, sicurezza e gradevolezza sia attraverso interventi strutturali che iniziative di marketing, in base agli articoli 10bis e 11 della legge regionale 41 del 1997 (quest'anno saranno erogati in tutta la regione otto milioni e mezzo!) "In centro tutta un'altra cosa" potrebbe esserne lo slogan, il filo conduttore, di una serie di iniziative di sostegno e promozione, anche perché le imprese commerciali recitano una parte importante per la valorizzazione del centro come luogo sicuro e vivibile.  Fidenza in questi ultimi anni ha cambiato volto,  anche gli abitanti hanno cambiato abitudini e i centri commerciali, a partire dal Fidenza Village,  creano un forte appeal, puntando su prezzi competitivi e maggiori servizi come, ad esempio, più parcheggi e una vasta e qualificata offerta commerciale.  Noi crediamo che la concorrenza sia un elemento essenziale per distillare il meglio dal rapporto tra  commerciante e cittadino acquirente, dunque non demonizziamo i centri commerciali, semmai rileviamo che il Centro Storico fino ad oggi non è stato in grado di rispondere alla concorrenza dei supermercati Coop, Conad e SMA e del  Village. Le attività commerciali del centro non sono state capaci, e qui le organizzazioni di categoria e le varie amministrazioni che si sono succedute hanno le loro colpe,  di mettere in moto un circuito virtuoso,  attivando  offerte qualitativamente migliori ed esclusive, magari facendo si che  un'occasione di shopping  diventi anche momento di aggregazione, musicale e di accrescimento culturale. E poi,  favorire e sostenere l'apertura anche serale, con scadenza concordata, dei negozi e di attività promozionali che valorizzino la merce e i percorsi commerciali in sintonia con il nostro territorio e le qualità inimitabili dell’habitat del Centro Storico. Di questo, ma non solo di questo, si è discusso e ancora si discuterà; parole tante, ora è il tempo dei fatti. http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane