di Rina Brundu. Premetto che in genere amo la Littizzetto. Un raro caso di qualcuno che dice pane al pane, cane al cane e non si fa troppe se**e mentali rispetto ai problemi che pone l’estetica. L’apparire. Certo, a volte, il flusso semantico goliardicamente connotato è troppo pure per le mie corde disgraziatamente votate al puritanesimo vittoriano, ma quando il troppo stroppia basta cambiare canale.
Altra faccenda, però, sono le prediche moralistiche fatte dal pulpito del servizio pubblico, pagate con i denari del contribuente dell’era digitale e con i bimbi, le bimbe, i futuri uomini e le future donne che, magari, a quell’ora, non sono ancora andati a letto. Per esempio, dell’intervento di ieri di questa artista a CHE TEMPO CHE FA (Rai3), se ne sarebbe davvero potuto fare a meno. Di fatto perorare la causa del femminismo vittimistico non fa bene a nessuno e davvero non lo ritengo degno della stessa Littizzetto che in molte altre occasioni ha sposato le giuste ragioni delle donne.
Faccio riferimento, nello specifico, all’inciso sull’affaire gelato del ministro Madia (ancora??!! Ma non era bastato il disgraziatissimo intervento di Alfonso Signorini in versione monaco albino Silas penitente, in quella stessa sede mediatica??!!), con il quale la Littizzetto ha spiegato che il settimanale CHI avrebbe osato tanto contro un ministro della Repubblica semplicemente perché era donna!! Embeh??? Debbo dunque concludere che essendo il ministro donna un giornale di gossip e di varia banalità dovrebbe stenderle un tappetto rosso e sfiorarla solamente con petali di rosa rossa? Debbo dunque concludere che quel ministro non ha le palle per confrontarsi con una redazione giornalistica votata alla golardia per destino, tornaconto, interesse e necessità e avrebbe preferito la censura mediatica? Francamente se così fosse dovrebbe essere il ministro a dimettersi non Signorini a chiedere scusa; mentre, per sapere come si affrontano le situazioni, tutte le situazioni, quando si fa politica, rimando a ciò che disse Margaret Thatcher quando si trovò la strada bloccata dal General Belgrano, l’incrociatore della marina argentina che stazionava a difesa delle isole Falkland durante la guerra per ristabilire la sovranità britannica sulle stesse (1982): “Sink it!” (Affondiamolo!).
Altra tempra, naturalmente! Altro spirito. Noi invece preferiamo i petali di rosa, meglio ancora le quota rosa, ma a mio avviso non è così che si propone una immagine femminile davvero valida. Il potere e il rispetto occorre conquistarlo, sempre e comunque, non importa se si è uomini o donne o se, per dirla col bistrattato Signorini, si preferisce leccare il gelato o mangiare la patata fritta. Allo stesso modo non importa il fango che si può gettare contro un diamante, finita la pioggia tornato il sereno quel diamante tornerà a splendere. La roccia grezza, no! Insomma, la tentazione del femminismo vittimistico non aiuta la causa e può risultare fortemente controproducente a seconda del pulpito da cui viene fatta la predica.
Allo stesso modo non aiuta il conservatorismo di ritorno sebbene connotato dallo spirito rabelesiano che la Littizzetto preferisce. Da questo punto di vista se, sempre durante l’intervento di ieri sera, la Luciana avesse bloccato l’usuale soliloquio e si fosse fermata anche solo un momento a leggere il testo di “Like a Virgin” dalla prospettiva che le indicava Suor Cristina (ospite in studio), si sarebbe resa conto che così interpretata quella canzone è quasi un inno religioso. E di rara bellezza, aggiungo. Non vi è nulla di “sconcertante” o di “peccaminoso” nel passato di quel testo, come non vi è nulla di “peccaminoso” nel passato di un qualsiasi momento-artistico valido. Ma naturalmente non so quanto questo mio statement possa attecchire nella cattedrale dell’arte ammaestrata per eccellenza, l’intervento di Franceschini docet!
Qui di seguito il bellissimo video “Like a Virgin” di Suor Cristina e il testo originale della canzone interpretata da Madonna.
I made it through the wilderness
Somehow I made it through
Didn’t know how lost I was
Until I found youI was beat
Incomplete
I’d been had, I was sad and blue
But you made me feel
Yeah, you made me feel
Shiny and newHoo, Like a virgin
Touched for the very first time
Like a virgin
When your heart beats
Next to mineGonna give you all my love, boy
My fear is fading fast
Been saving it all for you
‘Cause only love can lastYou’re so fine
And you’re mine
Make me strong, yeah you make me bold
Oh your love thawed out
Yeah, your love thawed out
What was scared and coldLike a virgin, hey
Touched for the very first time
Like a virgin
With your heartbeat
Next to mineWhoa
Whoa, ah
WhoaYou’re so fine
And you’re mine
I’ll be yours
‘Till the end of time
‘Cause you made me feel
Yeah, you made me feel
I’ve nothing to hideLike a virgin, hey
Touched for the very first time
Like a virgin
With your heartbeat
Next to mineLike a virgin, ooh ooh
Like a virgin
Feels so good inside
When you hold me,
And your heart beats,
And you love meOh oh, ooh whoa
Oh oh oh whoa
Whoa oh ho, hoOoh baby
Yeah
Can’t you hear my heart beat
For the very first time?
Songwriters: STEINBERG, BILLY / KELLY, TOM
Like A Virgin lyrics © Sony/ATV Music Publishing LLC
Featured image, una bellissima Margaret Thatcher