MONOPOLI Di Monopoli la Lonely scrive che è la località più grande di questo tratto di costa adriatica e la meno turistica, cosa che renderebbe la cittadina non altrettanto candida e curata quanto gli altri siti dei dintorni ma più autentica. Sono perfettamente d'accordo, mi è piaciuta tantissimo Monopoli. è profondamente vera col suo dedalo di vicoli, ringhiere e davanzali in ferro battuto, sagrati di chiese che spuntano inaspettatamente dietro gli angoli, case e palazzi con l'intonaco scrostato che vernice e restauri non li vedono da un bel pezzo, il mare, nascosto mentre te ne vai a zonzo per la città e che appare all'improvviso dietro all'imponente castello svevo col vecchio porto e qualche peschereccio.
Siamo alle solite, come per molte altre località di mare il doversi difendere dall'esterno e il pericolo dei bellicosissimi turchi provenienti dalle acque dell'est hanno condizionato la configurazione architettonica della cittadina, case alte e strette a ridosso una dell'altra, finestre irrangiungibili, porzioni di cielo fra i vicoli, un centro storico rinchiuso su se stesso per proteggersi meglio. Monopoli è dominata dalla Chiesa-Basilica-Cattedrale e Santuario Maria SS della Madia che ha perso le sue caratteristiche del XII° secolo quando è stata originariamente edificata per diventare barocca, coerentemente con la moda del tempo, nel completo rifacimento del 1700. All'interno, dal pavimento al soffitto sfarzosi marmi policromi e dipinti di grandi maestri, di rilievo anche scalinate e sacrestia. A Monopoli chiese, palazzi e piazze si sprecano, ce ne sono veramente in ogni dove e esprimono grande fascino. In piazza Palmieri, la più antica, nessuna frotta di turisti vocianti, i giovani locali se la raccontano tranquillamente di fronte all'omonimo palazzo. Non se la passava niente male nel '700 il marchese Palmieri. OSTUNI Tutt'altra atmosfera turistico-mondana-vacanziera nell'immacolata Ostuni che difatti chiamano la Città Bianca. Poggiata su tre colli calcarei della Murgia meridionale, come Locorotondo si trova in posizione dominante e la sua fama risale più lontano nel tempo rispetto a tutte le altre località della Val d'Itria. Si vede che Ostuni ha una lunga consuetudine turistica e l'abitudine di farsi ammirare e frequentare, pulitissima, bianchissima, curatissima, ogni anfratto valorizzato, quasi fin troppo per i miei gusti, si prevede persino l'appetito degli ospiti. Interessante il Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia, l'unico di Ostuni, ospitato nel complesso costituito dall'ex convento delle carmelitane di clausura e da una chiesa e siamo a metà '700. Più che lo scheletro di una giovane donna incinta dell'alto paleolitico, personalmente ho apprezzato la particolarità dell'esposizione museale in un luogo simile e la bellezza di certi angeli o putti, non so. A differenza della discreta Monopoli che si lascia scoprire sommessamente poco a poco, Ostuni, col suo candore accecante e i suoi palazzi tirati a lustro è spavalda da subito, a partire da piazza della Libertà dove si incontrano la città nuova e quella vecchia, un anfiteatro di eleganti edifici intorno a una guglia in stile napoletano del 1700 con Sant'Oronzo, patrono della città, sulla sommità. Accanto il Palazzo Municipale con la sua facciata neoclassica, antica sede di un convento francescano. Inerpicandosi poi per via Cattedrale che attraversa tutto il centro storico si arriva a quel gioiello che è la Cattedrale di fine '400 con la sua facciata in stile romanico-gotico-fiorito e i suoi rosoni che sembrano lavorati in filigrana da un orafo; all'interno marmi policromi, soffitto dipinto e altari stupendi. Accanto la sobrietà del palazzo vescovile unito al Palazzo del Seminario da una loggia ad arcate. Che fascino questo angolo di Ostuni! Passeggiare, ammirare e il sole allo zenith mettono fame e come a Cisternino è finita in gloria con carne alla brace scelta direttamente al banco e cotta al momento, a Ostuni abbiamo fatto la stessa cosa, ma stavolta col pesce. Gastone si è scelta un polipo che non finiva più.
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