Sul programma del Mov 5 Stelle. Sulla sua vaghezza. E sul perché Enrico Stefàno è il candidato migliore
Creato il 14 febbraio 2016 da Romafaschifo
Nel vuoto pneumatico dei programmi elettorali per le elezioni comunali a Roma, non spicca solo la lentezza delle procedure di selezione della classe dirigente (a Milano le elezioni si svolgeranno lo stesso giorno che a Roma, ma lì le primarie si sono già chiuse e sono un ricordo e già è chiara la compagine che si sfiderà per la conquista di Palazzo Marino, con tanto di capilista, per dire), ma anche e soprattutto lo zero cosmico sui programmi. Nessuno dei candidati alle primarie del PD e nessuno degli altri sfidanti è stato in grado di andare oltre le banalità e i tag vuoti (il traffico, ebbughe - ormai sempre più protagoniste loro malgrado della campagna elettorale priva di idee e visioni -, i trasporti), nessuno si è esposto minimamente anche perché questa volta è difficile esporsi. E' evidente che soluzioni populistiche sarebbero smascherate in men che non si dica (ormai i blog contano, eccome...) come è altrettanto evidente che le soluzioni che davvero risolverebbero i problemi sono ad alto tasso di impopolarità. Ne consegue che nessuno dice cosa diavolo vuol fare.Non che il Movimento 5 Stelle si sia mosso diversamente, ma almeno ha provato a mettere giù 11 punti (vuoti anch'essi, beninteso), li ha fatti votare alla base (mah!) e li ha messi in fila di priorità. Ovviamente al primo posto è finita la mobilità e la manutenzione delle strade. Due frasette che prese così, in assoluto, non vogliono dire un ciufolo e che sarà dunque interessante vedere come verrano articolare e declinate dai candidati, dalla lista, dal candidato sindaco.Già, in candidato sindaco. La lista delle priorità emerse dalla base dovrebbe consigliare al Movimento un cambio radicale degli orientamenti rispetto ai nomi presenti. De Vito ci ha già provato e sarebbe abbastanza improbabile fare il bis. Raggi appare impeccabile, competentissima, rassicurante, ma non si ricorda in 2 anni una sua presa di posizione radicale su un tema. E forse un po' di cattiveria in più è necessaria e la principale candidata sindaca è ancora un pelo troppo buona. Beh, dunque, visto che la base del Movimento pensa che la mobilità e i trasporti siano il fulcro sul quale innestare l'attività amministrativa (e noi siamo d'accordissimo), perché non puntare su colui che più di ogni altro all'interno del Movimento ha compreso profondamente i gangli, i nodi e i problemi del settore? L'uomo esiste, c'è, ha lavorato come consigliere per 2 anni, è nato nel 1987 (!) e risponde al nome di Enrico Stefàno. Assurdo che non se ne parli come candidato sindaco, sarebbe la svolta che più di mezza città cerca pur senza saperlo. 

Dopodiché veniamo ai tre punti che, come dicevamo prima, previa votazione, sono emersi come quelli principali e più cogenti per la base del Movimento fondato da Grillo e Casaleggio. Si tratta di tag generici e passpartout così come si tratta di punti nodali importanti. In ciascuno dei casi bisognerà vedere come si intende affrontare il problema. Fermo restando, insomma, che la mobilità è un problema, ci sono tanti modi per affrontarlo: alcuni sono giusti, alcuni sono sbagliati. E lo stesso Movimento 5 Stelle ha delle tare enormi in questo senso. Tare che vanno dalla lotta contro la metropolitana (Roma non diventerà mai una città normale senza una dotazione seria di linee interrate che preveda, per lo meno, il completamento della C - fino a Grottarossa -, la realizzazione della D e la trasformazione in metropolitane della Nord - con l'aggiunta della stazione Valle Giulia - e della Lido) alla non comprensione dell'importanza basilare, cruciale e centrale della sosta in struttura e dunque della impellente necessità (ossigeno anche per l'economia) di costruire parcheggi interrati o in silos.Insomma le basi sono corrette, le persone in gamba ci sono anche, ma resta sospesa la necessità da parte dell'elettorato di capire come saranno snocciolati questi temi e quanto saranno messi ai margini i talebani che si sono incuneati nel partito grillino. Perché la deriva movimentista, pseudo-SEL vecchio stampo, di quelli che dentro al M5S urlano contro la "golada de cemendo" da una parte e "la casa è un diritto" dall'altra, è più pericolosa della struttura organizzativa business oriented di Gianroberto Casaleggio. E non c'è migliore istanza post-ideologica che candidare un ragazzo di 29 anni da compiere...
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