Sul tradurre: Susanna Basso e l'Elogio dell'invidia
Da Silviapare
"È questo dunque il senso del mio elogio dell'invidia: la faticosa consapevolezza della sua costante utilità. Il sentimento non è rivolto, intendiamoci, all'autore, né tantomeno alla pratica dell'arte e ai suoi effetti nella vita di chi scrive. È invece riservato alla mirabile capacità delle parole di costruire qualcosa che è, contemporaneamente, molto di più e niente di più di loro stesse. È, insomma, invidia dell'originale. Nostalgia di una felicità verbale che si dà come invariabile e che diventa, in traduzione, la sorgente di sequenze verbali al contrario variabili in modo indefinito. Ogni traduzione, anche la più attenta, anche la più ispirata, non può che offrirsi al testo come desiderio del testo, inarrivabile traguardo e punto di partenza del mestiere."Da: Susanna Basso, Sul tradurre - Esperienze e divagazioni militanti © Bruno Mondadori