ho una cosa nella testa che non ci esce, è una cosa che ho sentito oggi sull’autobus, la scrivo qui, così come l’ho sentita.
erano due ragazze, all’inizio pensavo due studentesse universitarie, eccitate e felici, pensavo che erano appena tornate da occupare i binari di santa maria novella. entrambe con una testata di capelli ricci, sono entrate di corsa, felici di aver fatto a tempo a prendere il mio autobus e di non arrivare a lucca troppo tardi.
“ce l’abbiamo fatta, sei contenta?”
“sì, ancora non mi sembra vero”
“è finita”
“sì”
poi a una delle due ha squillato il telefono.
“pronto? sì, è finita, finalmente. sì, sono con l’educatrice della casa famiglia. gli hanno dato sei anni, entra in carcere domani.
sì, sono un po’ stanca perchè sono in piedi dalle sei, quando hanno pronunciato la sentenza non l’ho nemmeno capita, ero paralizzata, non sapevo che fare e che dire.
poi me lo sono trovato davanti, mi ha detto “brava, brava amore, proprio brava sì!” ma io ho fatto finta di nulla.
quando ha provato a tornare suo zio l’ha fermato, mi ha chiesto di uscire e sono uscita, per non rivederlo mai più.
ora dobbiamo andare al tribunale dei minori, per via dei nonni, sai, non devono rivedere i bambini.
sì, sono stanca, molto, fra poco arriviamo, sono molto stanca, ma non riesco a credere che sia davvero finita. ora vorrei dormire per almeno una settimana.