“vede, lui ha corretto le bozze di Tolstoj”
“Le bozze di Tolstoj? ma se è morto nel 1910!”
“Vojna i mir, uscirà settimana prossima”.
“Vojna i mir.. Guerra e pace?”
“Solo Pace. La parte della guerra la togliamo tutta”
(da Sull’orlo del precipizio di Antonio Manzini)
Cosa succederebbe se tutte le principali case editrici italiane si trovassero raggruppate sotto un’unica sigla? Giorgio Volpe è il più grande scrittore italiano, una potenza nel campo delle lettere. Alla consegna del nuovo romanzo Sull’orlo del precipizio, scopre che una cordata di investitori ha inghiottito la sua casa editrice. Ora al comando sono caricature in completo scuro che odiano le metafore e «amano le saponette se il pubblico vuole saponette». Cercando una via di fuga editoriale come un uomo che annega cerca l’aria, Giorgio affonda nel grottesco e nell’angoscia di chi vede messa in discussione la propria libertà di espressione. Antonio Manzini ha scritto una satira spietata ed esilarante. Una distopia alla Fahrenheit 451, dove è il mondo dei libri a bruciare se stesso e non un potere esterno.
Manzini torna nelle librerie con un romanzo in cui irnonia, dramma e intelligenza si intrecciano mirabilmente. Una lettura scorrevole e gradevole. E letta l’ultima pagina rimane il retrogusto di una “voglia” di riflessione: ma alla fine Manzini ha proprio inventato tutto?
Antonio Manzini, attore e sceneggiatore, ha pubblicato i romanzi Sangue marcio e La giostra dei criceti. La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo Pista nera (Sellerio, 2013) cui è seguitoLa costola di Adamo (2014), Non è stagione (2015) e Era di maggio (2015). Ne fanno parte anche i racconti presenti nelle antologie poliziesche Capodanno in giallo, Ferragosto in giallo e Regalo di Natale. Con questa casa editrice ha pubblicato anche Sull’orlo del precipizio (2015).