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Sulla nostra non credibilità in Europa: dall’abolizione del reato di clandestinità al caso Erich Priebke. E sul dio bifronte Giano Grillo-Casaleggio invocato da Santoro.

Creato il 12 ottobre 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Erich_Priebke_in_servizio_presso_l'ambasciata_tedesca_di_Romadi Rina Brundu. Una volta tanto si può essere davvero d’accordo con Giano Grillo-Casaleggio, il dio bifronte della politica italiana. Ne sarà contento Michele Santoro che lo invoca all’inizio di ogni puntata del suo Servizio Pubblico. Giovedì scorso, durante l’ultima trasmissione, l’orazione è stata così intensa e così pastosa che da non-credente praticante ho preferito chiudere il “tab” del browser; parafrasando Nietzsche potrei forse dire che “La lezione-moraleggiante e l’interesse mediatico tendono a “maggior audience”, ma non a “più felicità””.

Peraltro non mi risulta che il dio in questione si sia mai degnato di rispondere a cotanta supplica, abbia esaudito anche una sola delle innumerevoli preghiere o fatto un qualsiasi miracolo allo scopo di dare una qualche soddisfazione al fedele in questione. Certo, non mi risulta neppure che Santoro abbia mostrato lo stesso coraggio di Abramo quando mosse determinato a sacrificare l’amato figlio Isacco alle equilibrate e misurate richieste del padre celeste. Naturalmente l’evidente fervente desiderio del noto conduttore di entrare a fare parte, a pieno titolo, dell’esclusivo cenacolo dei più-amati dalla divinità a cinque stelle, ci autorizza a temere che il sacrificio umano possa venire derubricato molto presto dallo status di taboo dentro il teatrino mediatico nazionale. Nel caso, questo è il mio pensiero: prima i Landini e i Porro e solo in ultimo Travaglio!

Ma dicevo che una volta tanto si può essere davvero d’accordo con Giano Grillo-Casaleggio: mi chiedo infatti cosa abbia indotto i due senatori grillini, Andrea Cioffi e Maurizio Buccarella, a presentare l’emendamento che ha posto uno stop al “reato di clandestinità” e a privilegiare tale “presentazione” rispetto a tutte le altre urgenze che sono sul tavolo della politica nazionale. L’unica risposta che sono riuscita a darmi è che, come al solito, agiamo con la pancia e non con la testa. Facciamo proposte non usando un metodo analitico provato ma cercando consiglio nell’emotività del momento. Non credo proprio che promuovere iniziative tese a fare del Bel Paese un miraggio, un porto d’approdo in Europa per i disperati del mondo, risolverà i loro e i nostri problemi. Alla peggio procurerà un vero e proprio eccidio nel mare Mediterraneo, che ci troverà ancora una volta impreparati e impegnati a chiederci perché non siamo credibili in Europa.

E a proposito di eccidi e di non credibilità in Europa, ecco che dopo esserci fatti ridere dietro quando il noto nazista Erich Priebke era ancora in vita (vedi il momento in cui la nostra giustizia lo assolse costringendo la Germania a chiedere la sua estradizione), riusciamo a farci ridere dietro anche dopo la sua morte. Non capisco perché la sua salma debba andare in Argentina o in chissà quale angolo sperduto del mondo. La sua salma dovrebbe restare in Italia, seppellita sotto una lapide visibile che riporti il suo nome e il suo cognome e un qualche monito importante a futura memoria: l’oblìo in questi casi è un lusso che non bisognerebbe concedere!

Featured image, il nazista Erich Priebke, fonte Wikipedia.

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