Diciamo la verità, il motivo è solo uno: con quello che risparmi a non comprare la planetaria ci puoi andare 5 volte a cena nel miglior ristorante del mondo, o acquistare un’andata e ritorno per New York (o per un migliaio di posti nel mondo), in alta stagione.
Ci fu un momento in cui anche io non potevo vivere senza Gambero Rosso Tv, o le lezioni di cucina e bon ton di Csaba dalla Zorza, su Alice. E se cominci con quella dipendenza lì sei fregato: la planetaria ti sembra uno strumento indispensabile anche per montare 100gr di panna. Allora ti metti in marcia per andare al Trony-Mediaworld-Saturn più vicino e già ti immagini trionfante, con la scatola sotto il braccio di quello strumento che farà di te un vero chef.
Ma al tuo Trony-Mediaworld-Saturn di fiducia ti aspetta una delusione come mai avevi provato nella vita: il prezzo sul cartellino della planetaria della tv (quella con il motore rosso Ferrari e la ciotolona di acciaio inox fiammante) assomiglia troppo alla cifra che c’è sul cedolino del tuo stipendio mensile. E non è finita qui, quando la guardavi in tv, nell’idilliaco set di una cucina perfetta, non ti eri accorto delle dimensioni spropositate dello strumento. Sei al bivio: o decidi di rinunciare per sempre al piano di lavoro (massì, tanto ormai hai la planetaria che farà tutto lei…) oppure aspetti di trasferirti in un appartamento con una cucina di almeno 30m quadri.
Se ha optato per questa seconda strada puoi cominciare a disintossicarti dal pensiero fisso della planetaria, con qualche ragionevole considerazione.
1. La planetaria impasta e monta, non cuoce nulla e soprattutto non si lava da sola. Che differenza c’è con il vecchio mixer Braun che usava mia madre negli anni Novanta e che costava circa 60 mila lire?
2. Se devi fare un impasto per una torta che prevede gli albumi montati a neve ti servono due ciotole: la planetaria ne ha in dotazione una. Risultato? Ti troverai a montare gli albumi col tuo vecchio sbattitore elettrico (se non sei stato troppo frettoloso da eliminarlo in preda al delirio “devo-far-spazio-alla-mia-nuova-planetaria” e se non hai commesso l’assurdo errore di pensare che con la planetaria al tuo fianco non avrai mai più bisogno d’altro).
Se la ragionevolezza non fa per voi, vi viene in soccorso una planetaria dopata: il Bimby, attuale mania culinaria dal costo ancor più esagerato. La strategia di vendita è questa: grazie al Bimby si può preparare una cena con pasta al ragù, spezzatino con purè, gelato e marmellata fatti in casa. Sì perché il Bimby non si limita a impastare e montare, ma polverizza, sminuzza, e soprattutto cuoce. Fa tutto lui e finalmente voi sarete il cuoco più bravo del condominio.
Per il ragù vi è sufficiente buttarci dentro la cipolla, la carota e il sedano ancora intere, e un pezzo di polpa di manzo, senza nemmeno tagliarla a tocchi, poi il pomodoro, l’olio il sale e via. Il Bimby farà una bella poltiglia e la cuocerà mentre voi andate a far altro. Uhm interessante.. ma poi per lo spezzatino, il purè e il gelato come faccio? Devo aspettare che finisca di cuocere il ragù o devo comprare altri tre bimbi e metter su una batteria? E quando anche il ragù è cotto, chi lava il contenitore e quei minuscoli anfratti del coltellino tritatutto che non si riesce mai a svuotare davvero?
Ma soprattutto, siete qui perché quasi sicuramente vi interessate di cucina, pensateci bene: volete davvero rinunciare a farvi il battuto al coltello? A scartare l’animella dell’aglio, a togliere i filettini di nervo dalla carne perché il ragù venga morbido e omogeneo?
Io ho deciso: vivo senza planetaria.