Quebrada de HumahuacaCalchaquies
Puna
Uyuni
Ma è su a 3600 metri, a El Penon, nel mezzo del deserto della puna, tra una mezza dozzina di case di adobe e pochi pioppi piantati e accuditi con amore (qui li chiamano oasi), che sorge la “hosteria de altura”, che Socompa ha in concessione e trasforma in un altro luogo indimenticabile.
Qui ci si ferma, e da qui si parte per l’avventura, verso il Campo di Piedra Pomez, dove le rocce bianche e arancioni di pietra pomice ti fanno sentire in un’altra dimensione, dove le onde di roccia ti fanno perdere il senso dello spazio e del tempo; verso il vulcano Carachi Pampa e la Laguna Grande; verso Antofagasta de la Sierra e, i più fortunati, verso gli scenari irreali di Tolar Grande e il cono di Arita, che si erge, nero e solitario, nella piana desertica, in un mondo di fantasmi.
Quasi un posto di rimpianti, prima ancora di esserne venuti via, prima ancora di pensare di tornarci. Con quel certo senso di leggerezza, quella certa soddisfazione, di sapere di essere andati un po’ più in là di dove arrivano gli altri.