Sono più o meno le tre e mezza quando mi accorgo di essere di nuovo in Italia. Mi avvento sull'Iphone come un'indemoniata, e meno male che tutti stanno dormendo perchè la cosa non mi fa onore.Controllo Facebook, la posta e qualche blog. Mi rimetto in pari.Praga è lontana centinaia di chilometri e Firenze deve ancora arrivare. Le ore di viaggio ormai si sentono come una patina appiccicosa sulla pelle e la sensazione che l'osso sacro si sia ormai atrofizzato. Mi levo il cuscino ad anello e guardo fuori.La notte ci regala Udine. Scivoliamo silenziosamente nella città deserta, poi le luci si accendono e i primi passeggeri abbandonano la nostra nave.Qualcuno ne approfitta per scendere a fumare, a me la sola idea mi da il voltastomaco, ho dormito fino a dieci minuti fa e probabilmente faró lo stesso fino alla prossima fermata, Padova o Venezia o qualcosa del genere.È così che se ne vanno gli ultimi chilometri del mio viaggio, sospesi.Poi ci sará Firenze, gli esami da finire, questioni da sbrigare, il lavoro in cartoleria, l'inverno e forse, finalmente, la laurea. Ma non è più la vita di sempre quella che mi aspetta. Quella di papà che ascolta il giornale radio la mattina presto e io che lo saluto prima di andare ad aprire la cartoleria, gli occhi ancora appiccicati dal sonno. Quella in cui il martedì e il giovedì c'è il lavaggio delle strade, hai spostato la macchina? Quella di cosa dobbiamo mangiare oggi? E mamma che alza gli occhi al cielo, possibile che pensi solo a mangiare? Quella di loro due che tornano dal mare e io che scaricando la macchina immagino tutte le volte che siano andati oltre l'oceano invece che a Grosseto, da quanta roba si sono portati dietro.Da quando abita in Via delle Porte Sante, qualche volta sono andata a trovarlo. Non ci siamo detti molto, più che altro ho parlato io. Credo ne sia stato felice lo stesso, è sempre stato un uomo di poche parole. Non è male come posto, in fondo, si vede tutta Firenze. Da quelle parti, poi, sta anche Odoardo Spadaro, quello che cantava La porti un bacione a Firenze. Un uomo di altri tempi. Quando passo mi guarda con un sorriso sornione.Sosta in Autogrill, ci aggiriamo come automi. Comincia ad albeggiare. Decido che la mia colonna sonora per questo momento sarà Alba a quattro corsie dei Subsonica. Solo perchè è una canzone che sa esattamente come mi sento.Le vacanze sono finite, tornare ad una vita che devo reinventarmi e che mi è piombata addosso troppo presto mi costa un po'. Il primo anno brucia, dicono. Si spera in quelli dopo, anche se voci di corridoio danno la fine del mondo per il 2012. Un po' come tutti penso che è una cazzata, un po' ci credo.Ma non sarebbe meglio restare sospesi ancora un po'?
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