Io adoro andare per bancarelle e mercatini. Mi piace da matti scoprire oggettini, meglio se sono cose fatte a mano o comunque belle, possibilmente di materiali eco.
Girando la sardegna capita di beccare sagre, feste etc o in estate basta andare nei luoghi di villeggiatura per trovare numerose bancarelle e curiosare.
Purtroppo però queste bancarelle, nella maggior parte dei casi vendono solo delle schifezze immani e io le brucerei allegramente.
Io trovo totalmente inutile avere file e file di bancarelle che vendono chincaglierie di plastica, come custodie per cellulari, cani dagli occhi verde spiritato che abbaiano tipo zombie e...plastica, plastica, plastica, che ti sembra di vedere il petrolio che cola dal tavolo e l'inquinamento salire e salire...
Che senso hanno queste bancarelle? E soprattutto, perchè sono le più numerose? Chi compra queste minchiate?
Beh, che bancarelle dovrebbero esserci secondo me?
Facile. Cose legate alla terra in cui sei. Per esempio qui in Sardegna ne ho visto di stupende che vendevano sapone fatto artigianalmente, miele, sacchetti profumati coi fiori sardi, coltelli, oggetti di sughero, lavori a maglia, ma anche vestiti in seta grezza proveniente dall'india e cuciti dal venditore, ventagli in legno dipinti a mano.
Ecco, queste sono le bancarelle che hanno un senso, che portano valore aggiunto, non quelle schifose di roba di plastica che non serve a nessuno.
Altro esempio? Il pseudo-mercatino di Natale che viene fatto a Cagliari. Passi che gli stand sono tutti in plasticaccia, ma non siamo in un paesino di montagna...e quindi accettiamo la cosa, ma che vengano vendute per lo più queste schifezze...
Perchè gli Assessorati alle attività produttive dei comuni non si preoccupano della qualità di ciò che viene offerto da questi ambulanti? Io capisco che uno abbia il diritto di vendere ciò che vuole, ma l'immagine della Sardegna a parer mio viene svilita da questa piccola cosa, che è solo un tassellino nel mare degli svilimenti della Sardegna, ma perchè non pensarci?
Noi possiamo offrife più di una palletta con la coda da procione che gira, sia ai turisti che a noi sardi.