Sulle città che ho visitato e sui libri che nel frattempo leggevo

Creato il 03 gennaio 2012 da Andreapomella

Delle città che ho visitato la cosa che invariabilmente ricordo meglio è il libro che leggevo. Per esempio a Berlino leggevo Non dire notte di Amos Oz, che è ambientato a Tel Kedar, una tranquilla cittadina israeliana nel deserto del Negev. Così, quando ripenso a Berlino, mi viene in mente il deserto del Negev. Questa è una dimostrazione pratica di come la letteratura abbia molto a che fare con i viaggi, e non solo in rapporto agli universi simbolici che un romanzo è capace di ricreare, ma in quell’intima comunanza che la letteratura suscita tra la nostra anima e l’anima dei luoghi immaginati. Io sono quasi certo – potrei affermarlo sotto giuramento – che ad Alexanderplatz ho incontrato Noa e Theo, i protagonisti del romanzo di Oz. Forse abbiamo fatto di più, forse il giorno dopo abbiamo preso insieme un caffè nella Literaturhaus a Charlottenburg, e Noa mi ha parlato del suo progetto, l’apertura di un centro di riabilitazione per giovani tossicodipendenti. Non ho conservato fotografie a testimonianza della cosa, ma sono abbastanza sicuro che chi mi legge si fida di me, così come io mi sono fidato di Oz.


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