Sulle condizioni lavorative in Australia

Creato il 31 maggio 2012 da Albino

Mi si chiede a gran voce (in realta’ solo tg, ma vabbe’ facciamo finta) di descrivere un attimo il mercato del lavoro australiano. Eppero’ non c’ho tempo, sono in sort-of pausa pranzo, ho una teleconferenza che scatta a minuti e quindi mi tocchera’ essere veloce e sintetico.

Mercato del lavoro in Australia. Bella domanda. Lo stereotipo dice che qua ci sono stipendi alti (come in America) ma poca industria manifatturiera (piu’ che altro miniere). In realta’ le miniere corrispondono a circa il 10% del PIL. E il resto? In effetti di marche australiane non e’ che se ne senta parlare, a parte Billabong forse, e poco altro. E allora com’e’ che l’Australia ha un terzo del PIL dell’Italia, ovvero piu’ o meno lo stesso PIL pro-capite se contiamo che sono 20 milioni? (almeno cosi’ mi par di ricordare – magari mi sbaglio perche’ questi sono i dati di 7-8 anni fa, ma nel frattempo l’economia qui e’ cresciuta mentre quella italiana… vabbe’).

La risposta e’ ovvia. Pecore. Buoi. Pelle di canguro. Agricoltura, vino, banane in Giappone, carote in USA. Indotto. Infrastrutture e industria locale di quella che sembra una nazione, ma in realta’ e’ un continente grande come l’Europa. Ecco. E turismo.

E allora, com’e’ che un ingegnere di 35 anni in Italia si fa un culo cosi’ e prende forse 2000 euro al mese, mentre un ingegnere di pari eta’ qui se e’ bravo lavora 9-17 e prende stipendi a 4 zeri? La risposta e’ complessa e articolata, e oggi non abbiamo tanto tempo a disposizione. Ma butto li’ a caso un paio di ragioni e motivi tanto per far partire la discussione. Poi approfondiremo, se siete interessati.

1) Poca gente, tanta terra = poca concorrenza, tante occasioni. Honestly: qua c’e’ spazio per qualche decina di milioni di persone in piu’. Raddoppia la popolazione dell’Australia e poi vedi come si riducono gli stipendi. Il fatto e’ che qui c’e’ abbondanza di risorse ma scarsita’ di manodopera e cervelli, ragion per cui ci si puo’ fare una carriera MOLTO piu’ facilmente che altrove.

2) (questo e’ uno stereotipo spudorato e becero, ma lo ficco lo stesso perche’ come ogni stereotipo che si rispetti ha un fondo di verita’). "Il sogno aussie" e’ diverso dal sogno americano (parto con niente e divento miliardario), ma in certi versi simile. Diciamolo: come cultura gli australiani amano i soldi come gli americani, ma a differenza degli yankees qui non amano far troppa fatica. Ecco perce’ e’ pieno stracolmo di agenti immobiliari, agenti finanziari e consulenti vari, ma mancano ingegneri, medici, veterinari, panettieri, infermieri. Dite che fare il medico o l’ingegnere non sono lavori logoranti? Eh ma prima di sedersi dietro la scrivania bisogna passare gli esami universitari: e’ quella la fatica! (e chi ce la fa a star seduto sui libri di fisica quando furoi c’e’ un sole da surf?).

3) Differenza fondamentale tra l’Italia e l’Australia e’ il famigerato Contratto Nazionale. In Italia prendono tutti lo stesso a causa del contratto nazionale, che e’ una cosa creata per costringere i datori di lavoro a pagare salari "giusti" ai dipendenti. Questo in Italia ha creato non solo uno strapotere del sindacato (che qui non c’e’ – il sindacato in Australia difende i lavoratori, mentre quello in Italia difende i propri tesserati e i propri interessi di casta), ma ha ucciso ogni concorrenza tra azienda. In Australia esistono i salari minimi, ma nessuno ti viene a dire cosa devi pagare i tuoi dipendenti. Cosi’ se un’azienda A e un’azienda B si fanno concorrenza e pescano nello stesso bacino di potenziali candidati… beh, vince semplicemente chi offre di piu’. Ecco perche’ in Italia ci sono i salari piu’ bassi d’Europa: le aziende pagano tutte piu’ o meno uguale, quindi la gente non cambia mai lavoro, quindi le aziende non aumentano gli stipendi. Semplice.

4) Altra differenza tra Australia e Italia: la gente non e’ tutta uguale. In Italia comanda una sorta di buonismo di estrazione un po’ socialista, un po’ cattolica, secondo il quale un lavoratore e’ uguale a un altro. In Australia no: se sei bravo ti vogliono piu’ aziende, ti pagano di piu’, ti chiedono di piu’. Quindi: qui non e’ che tutti prendono 5 o 10mila euro al mese. Solo i piu’ bravi lo fanno. Chi e’ bravo e’ ricercato, chi e’ bravo e’ pagato di piu’. Chi vuole solo farsi le sue 8 ore e non sale di salario ne’ di mansione, e resta sempre li’. Io da quando mi siedo in scrivania la mattina a quando mi alzo la sera lavoro a velocita’ supersonica, do tutto, le penso tutte pur di aumentare il fatturato della mia azienda. Perche’ se faccio bene il mio stipendio aumenta, la mia mansione aumenta. Perche’ la mia azienda sa che se sono bravo e non mi aumenta lo stipendio, basta solo che io mi guardi intorno per un paio di mesi e trovo chi mi da i soldi che voglio. Prendete nota del nome: si chiama meritocrazia.

5) Le tasse in Australia sono molto, ma molto minori rispetto all’Italia. Se in Italia ti tassano al 50%, qua ti tassano intorno al 35%, tutto compreso. Fatevi due conti: se due datori di lavoro australiano e italiano pagano lo stesso al lordo, il lavoratore australiano a fine mese si ritrova con un bel 30% in piu’ in busta paga. Vi chiederete ora: come mai le tasse sono piu’ basse? Beh, il motivo principale e’ che qua hai pensione privata (e non pubblica) e sanita’ molto light, diciamo (il medico di base si paga, per dirne una). Ma soprattutto: qua il debito pubblico e’ molto basso, grazie alle risorse minerarie e a governi passati un attimino piu’ avveduti dei nostri. (bisogna dire anche, pero’, che l’Australia in quando a infrastrutture pubbliche fa veramente schifo. Qualche linea di metro o di treno nelle metropoli ce la potevano pure mettere, li mortacci…).

6) C’era un punto 6 ma me lo sono dimenticato. E ora devo scappare in riunione. Vado.


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