La solita Italia, insomma: il Nord che accusa il Sud, i nordisti contro i 'terroni', Venezia contro Roma, l'invidia del Nord opulento e prosperoso verso l'assistenzialismo e il nullafacentismo di 'Roma Ladrona'. Che tristezza. E questo dovrebbe essere il Paese unito che abbiamo festeggiato a suon di bandiere al vento e Inno di Mameli a squarciagola. Una vera e propria Festa dell'Ipocrisia, non c'è che dire. Il tutto reso ancora più tragico dall'amara constatazione che in questo paese è impossibile 'fare sistema' a qualsiasi livello, unirsi e collaborare tutti insieme per costruire un prodotto migliore. Lo vediamo, tragicamente, in queste ore con quello che sta accadendo a Lampedusa, dove non si riescono a tirar fuori da un ghetto 5.000 persone (non cinque milioni) perchè nessuno è disposto ad accoglierli... figuriamoci dunque se si poteva trovare un accordo tra due manifestazioni di spettacolo! Pura utopia.
Chi mi conosce sa che sono un frequentatore assiduo della Mostra di Venezia. Ci vado ogni anno, seppure ogni volta mi chiedo sempre 'chi me l'ha fatto fare', per una serie di motivi. Venezia è la rassegna cinematografica più antica del mondo, ha una tradizione e un prestigio secondi solo agli Oscar americani (e non a Cannes, come i francesi tentano di farci credere), gode del rispetto di tutti coloro che vivono di cinema.
La Festa di Roma invece non la conosco. Lo ammetto, non l'ho mai considerata più di tanto, forse ingiustamente... nacque sei anni fa come 'sfizio' di Walter Veltroni, allora sindaco 'cinefilo' della capitale (più cinefilo che sindaco, dicono i suoi detrattori), e successivamente la nuova amministrazione di centrodestra se l'è ritrovata in mano come una patata bollente. Aldilà dei proclami, infatti, la giunta Alemanno non ha mai visto di buon occhio la rassegna, più 'sopportata' che caldeggiata. Solo che ora gli torna molto utile per ribattere ai proclami di Galan e riaffermare il ruolo di Roma 'caput mundi' (sic!). Ma, lasciando perdere il campanilismo più bieco, non ci vuole molto a capire che i problemi delle due manifestazioni sono opposti e complementari nello stesso tempo: Venezia ha il carisma, la tradizione, il prestigio, il nome. Ma in sessant'anni non è riuscita a dotarsi di un luogo decente dove proiettare i film. Roma è un Festival giovane, popolare, un po' 'costruito', dove per far venire i grandi nomi gli sponsor devono sganciare fior di quattrini... ma sono comunque fondi PRIVATI, e non finanziamenti pubblici come invece vengono elargiti copiosamente al Lido. Però Roma ha le strutture, ha le disponibilità e i mezzi di una capitale della cultura, ha luoghi 'magici' dove distribuire tutta la rassegna, dispone di location, alberghi, ristoranti, trasporti...
E vabbè, siamo italiani. C'è poco da fare. Ma cerchiamo almeno, se proprio non è possibile volersi bene, di sopportarsi e non farsi dispetti a vicenda. Bisogna a tutti i costi trovare una forma di 'non belligeranza' che giovi a entrambe le rassegne. A cominciare magari, semplicemente, dalle date di programmazione. Insomma: è mai possibile che che la Festa di Roma debba svolgersi per forza a Ottobre? A un mese di distanza dalla Mostra? E' chiaro che finchè la collocazione resterà questa ci sarà sempre attrito e rivalità con Venezia (che tra l'altro, non dimentichiamolo, soffre anche della concorrenza 'piccola' ma agguerrita del Festival di Locarno, che si svolge poche settimane prima). Non si potrebbe, che so, spostarla ad aprile oppure a giugno? In questo modo si comincerebbero a rompere le uova del paniere a Cannes... nessuno ci ha mai pensato?