Sulle tracce dei Borromeo: la Rocca di Angera

Creato il 04 settembre 2014 da Artesplorando @artesplorando

Particolare degli affreschi della Sala di Giustizia


Le mie brevi vacanze di quest'anno mi hanno portato sul lago Maggiore, alla scoperta di una dinastia, i Borromeo, legata a filo doppio con l'arte e la cultura. In questa famiglia ci sono due santi, cardinali, uomini di cultura, condottieri di eserciti e di imprese. L' albero genealogico della famiglia Borromeo ha racchiusa in sé tutta la storia dell' Umanesimo e del Rinascimento italiani. Giberto Borromeo è l'attuale capofamiglia di questa stirpe nobile le cui origini sono rintracciabili nella Toscana del quattordicesimo secolo. Giberto e i suoi familiari sono oggi i proprietari non solo della Rocca d' Angera ma anche delle nobili residenze sulle isole del lago Maggiore che portano il nome della famiglia, le Borromee. Certo una cosa si può affermare con certezza: i Borromeo sono lontani dal clichè tradizionale della nobiltà. Il capofamiglia è innanzitutto un imprenditore, titolare di un gruppo nel settore dell' acciaio con stabilimenti in diverse aree del pianeta. A lui si deve inoltre l' apertura al pubblico, una ventina di anni fa, di alcuni gioielli architettonici della famiglia, in primo luogo la dimora di famiglia sull' isola Madre, ma anche l' imponente fortilizio di Angera, sempre sul lago Maggiore. Entrambi gli edifici sono da anni teatro di eventi di grande richiamo. Affari da un lato e cultura dall' altro: ecco ritornare il binomio sul quale si è fondata la stagione d' oro della civiltà italiana e di cui la casata milanese è stata interprete. Una particolarità: nell' ambito della nobiltà italiana i Borromeo sono stati gli unici a mantenere fisso nei secoli un «comandamento»: l' intero patrimonio immobiliare viene ereditato in blocco dal primogenito. Questo ha consentito ai Borromeo di non disperdere gli importanti tesori di famiglia. L' album della nobile famiglia, come detto, è una carrellata di personaggi illustri. Fondatore della dinastia viene considerato Vitaliano I Borromeo (1391-1449): i suoi genitori erano stati costretti a lasciare San Miniato, in Toscana, poiché coinvolti in una sollevazione contro Firenze ma avevano subito trapiantato a Milano le loro attività finanziarie e commerciali. Fiancheggiando la famiglia Visconti nella lotta contro i Torriani per il controllo del ducato di Milano, Vitaliano acquisì rapidamente grande potere. San Carlo Borromeo, ma anche il cardinale Federico, di manzoniana memoria, sono nell' ambito religioso le due figure più illustri della famiglia. Il secondo viene ricordato soprattutto per l' avvio di una decisa azione finalizzata a contrastare il diffondersi della riforma protestante; in ambito artistico e culturale, invece, a Federico Borromeo si devono la fondazione della Biblioteca Ambrosiana e la creazione del Sacro Monte di Varese. A partire dal ' 600 prevarrà all' interno della famiglia una vocazione di carattere aristocratico: le attività mercantili si convertono in investimenti fondiari, mentre il peso politico della famiglia conosce un lungo declino. Non così il prestigio della casata, rimasto intatto fino ai giorni nostri.E il mio percorso sulle tracce dei Borromeo comincia ad Angera, piccola cittadina lacustre in provincia di Varese. La sua Rocca si erge maestosa su uno sperone di roccia che domina la sponda meridionale del Lago Maggiore. In posizione strategica per il controllo dei traffici, fu proprietà della casata dei Visconti, originaria del Verbano, e nel 1449 fu acquistata dai Borromeo, cui ancor oggi appartiene.

Particolare del Museo della Bambola e del Giocattolo

Al suo interno, un coinvolgente percorso conduce alla scoperta delle imponenti Sale Storiche, impreziosite dal recente allestimento della Sala delle Maioliche, una straordinaria collezione composta da trecento rarissimi pezzi. Di grande importanza inoltre è la Sala di Giustizia che ospita il ciclo di affreschi realizzato nel secolo XIII da un anonimo maestro denominato “Maestro di Angera”. La rappresentazione narra vicende legate alla vita dell'arcivescovo Ottone Visconti ed in particolare illustra la sua vittoria sui Torriani nella battaglia di Desio nel 1227. Splendido esempio di ciclo pittorico laico.Ma una vera scoperta e sorpresa è stato il Museo della Bambola e del Giocattolo, il più grande d'Europa. Mi ha stupito con la sua  ricca ed accurata esposizione che ripropone la storia della bambola e del gioco attraverso l’evoluzione dei materiali, i comportamenti socio-educativi e i legami con arte, costume e moda di ieri e oggi. L’esposizione si sviluppa attraverso dodici sale a cui sono state affiancate sezioni monotematiche separate: una dedicata alle bambole e ai giocattoli provenienti da culture extraeuropee, l'altra, alla collezione del Petit Musée du Costume di Tours, raccolta da Giséle Pesché, consistente in una straordinaria collezione di automi francesi e tedeschi del XIX secolo.A fare da cornice al tutto è il ricercato Giardino Medievale, ricco di significati simbolici, realizzato a seguito di accurati studi su codici, documenti d’epoca e immagini su manoscritti miniati.Un percorso interessante e curato che vale tutti i soldi del biglietto!E il viaggio continua ...

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