Nelle ultime settimane, il Comitato per il mantenimento dello svincolo e le amministrazioni comunali coinvolte hanno messo in campo diverse iniziative, a volte in sinergia, altre andando in ordine sparso. Non trovo scandaloso questo approccio. E non perché io sia particolarmente persuaso della bontà della strategia del generale prussiano von Moltke (“marciare divisi e colpire uniti”), uno che comunque di battaglie se ne intendeva. Non lo trovo scandaloso perché a volte ci sono scogli caratteriali difficili da superare. L’importante è che ci sia unità di intenti, che l’obiettivo finale sia per tutti identico. Fino a prova contraria, è bene fidarsi delle persone, soprattutto di quelle che con generosità si stanno spendendo per la causa.
È questa esigenza di remare tutti nella stessa direzione che a volte non emerge con chiarezza, specialmente sulle pagine dei giornali, tra le righe di resoconti che sembrano contraddire e smentire altri articoli.
Dispettucci, normale dialettica politica, legittime ambizioni personali, medaglie da appuntarsi. Qualsiasi definizione può andare bene. E ci sta che sia così. Però c’è una bella differenza tra la “soluzione alternativa”, che non contempla (evidentemente) il mantenimento del vecchio svincolo e il “ripristino delle condizioni originarie”, con il conseguente abbattimento delle gallerie artificiali fatte costruire nel nuovo tracciato. Comunque sia, al netto di qualche colpo basso, la priorità attuale è arrivare ad una soluzione che riduca al minimo i disagi alle popolazioni locali, con il rifacimento del vecchio svincolo o con la “valida” alternativa promessa entro il 15 dicembre.
A margine, una mia personalissima osservazione. Non conosco il personaggio, né è mia intenzione difenderne l’operato. Però mi sembra che il presidente dell’Anas Pietro Ciucci sia diventato una sorta di parafulmine, il bersaglio contro il quale scagliare ogni sorta di anatema, anche al di là delle sue effettive responsabilità. Che sono quelle di un tecnico che risponde alla politica. Per dirla in maniera cruda, più che prendere decisioni, Ciucci è uno che esegue ordini.