Summer Party Marmocchio

Da Robedamamma @robedamamma


Oggi sessione straordinaria di scuolina. A grande richiesta, e in occasione della festa di fine anno, la Marmocchia è stata invitata a trascorrere la giornata intera con gli altri bimbi.

Assaporo questo mio momentaneo stato di libertà e un po’ malsanamente decido che oziare sarebbe cosa troppo banale. Perciò opto per la piscina, per rigenerare il corpo e rinfrescare lo spirito (o anche viceversa) dalla calura estiva e dalla stanchezza accumulata.

Nello stomaco una carota sgranocchiata un paio di ore prima, mi dirigo verso il mio tempo di relax costruttivo con una pila di buoni propositi e un borsone nel quale dimentico tutto il dimenticabile: la cuffia, un elastico per i capelli, la spazzola, un sacchetto per le cose bagnate, il docciaschiuma, i trucchi e alla cassa dimentico pure di acquistare i gettoni per l’asciugacapelli.

Rimedio una cuffia che deve essere stata usata poco prima da Mamma Simpson e risulta un paio di misure più grande della media di capoccia nazionale registrata. Senza elastici i capelli mi escono di continuo. Questo induce la bagnina dal brutto carattere a fischiare ogni tre secondi per riprendermi. Entriamo entrambe nel loop bracciata-fischio-urlata ”capelliiiiii”- sistemata alla cuffia - bracciata. Finisco a stento un decimo delle vasche prefissate ed esco rantolando dalla vasca.

Il mix doccia-shampoo con sapone del dispenser + asciugatura dei capelli all’aria aperta (oggi c’era tipo il 98% di umidità) + niente trucchi, fa sì che esca con i capelli a fungo, il profumo di Arbre Magique e un colorito verdognolo.

Ma non importa. Oggi è la giornata della Marmocchia e niente la rovinerà!

Così settata mi reco alla scuolina, in anticipo e molto emozionata. È la mia prima volta e si vede lontano un miglio.

Gli altri genitori sono evidentemente degli abituè. Fanno capannello, parlano delle feste di fine anno passate, ridono.  Io, che la Marmocchia ce la mando col papà e una misera volta alla settimana, sono nella loro scala di considerazione sociale un pelo sopra la donna delle pulizie, che di figli alla scuolina non ce ne manda nemmeno uno.

Ma nemmeno il mio momentaneo stato di isolamento potrà mai rovinare il momento magico (sebbene mi senta vagamente al ballo dei diplomandi senza un cavaliere).

E poi all’improvviso una fila incredibilmente disciplinata di nani si affaccia all’uscio che dà sul cortile. Zitti e composti come per incanto, si tengono per mano un po’ perplessi, un po’ distratti.

Avvinghiata a mo’ di koala alla nana che la precede, esce fuori intimidita, con quel faccino da angioletto che sfodera sempre in società , gli occhi grandi e lo sguardo incerto. E nella folla cerca e poi incrocia altri due occhi grandi e un altro sguardo incerto. I loro occhi si pescano all’istante in mezzo a tutti gli altri. Quella bassa si lascia andare ad un sorriso sollevato. Quella grande ricaccia dietro ai Ray Ban scuri un paio di lacrime che le sfuggono al controllo.

E la festa inizia. Si balla, si canta, si ricevono diplomi, onorificenze e regalini. 

 Con enorme orgoglio si conquista il titolo di Marmocchia più dolce.

E ancora si ride, si corre, si mangia. E si osservano dal vivo quei nani di cui la Marmocchia ama raccontare le gesta. Si mettono insieme le tessere del puzzle e si capisce un po’ di più.

Pensare che all’inizio nemmeno ci volevamo andare e invece ora ci viene un po’ il magone.

Io e i miei capelli a fungo osserviamo un po’ in disparte. Fotografiamo, ascoltiamo, indaghiamo. Soprattutto comprendiamo.

Comprendiamo quanto speciale sia stata quest’esperienza. E in macchina, tornando a casa,  con uno sguardo ci diciamo tutto: sembrava essere la fine, invece era solo l’inizio.