Sunday Post. Belpietro e la sindrome del chupa chups

Creato il 05 dicembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Nel 2004, il domenicale britannico “News of the World” pubblicò a puntate una lista di nomi, cognomi e indirizzi. Si trattava di un elenco lungo 110mila maniaci, nella maggior parte dei casi pedofili. Londra e tutto il Regno Unito si trasformarono in una sorta di “Sfida all’Ok Corral” nella quale i cittadini travestiti da cacciatori di teste iniziarono a stanare uno per uno i malfattori. E non importò nulla al giornale inglese se molti dei “proscritti” avevano scontato la pena, si erano pentiti, ravveduti e, alla fine, erano diventati quasi persone per bene, la sindrome “Charles Bronson”, quella del giustiziere della notte, aveva colto perfino persone insospettabili, pensionati con problemi di cuore, ragionieri in fantozziana crisi d’identità, moralisti dell’ultima ora e donne con le palle eredi della signora Tatcher. Il “News of the World” terminò la pubblicazione dei nomi dei mariuoli quando uno di questi, inseguito da una folla inferocita di boia-fai-da-te, corse il serio rischio di essere linciato. L’impatto che gli organi di informazione hanno sui sentimenti più rancorosi e nascosti del genere umano è devastante, se dipingono una persona come un “mostro”(e quelli italiani sono stati bravissimi a farlo soprattutto con gli anarchici e, recentemente, con Boffo e Fini), il rischio che si corre è appunto quello che qualcuno si trasformi da cittadino perbene in un vendicatore solitario. Il fatto che (secondo lui) Belpietro ne sia stato vittima, invece da fare da deterrente ha scatenato nel direttore di Libero la stessa sindrome “bronsoniana” che avrebbe animato il suo presunto attentatore. Insomma, invece di capire che istigare a delinquere non porta da nessuna parte se non a...delinquere, Belpietro ha deciso che la pagnotta è pur sempre la pagnotta. Non avendo né indirizzi né foto di pedofili da pubblicare (oddio, una ne ha ma non può sbatterla in prima pagina), il direttore di Libero ha deciso di mostrare agli italiani il volto dei traditori del suo Capo e unico leader carismatico, Silvio “Nano²” B. E ne ha pubblicati 45 di cui 15 in prima pagina aggiungendo per ognuno di loro la email personale, il numero di scarpe, la taglia dell’intimo, i gusti sessuali e culinari, la squadra del cuore, il nome del primo amore, del confessore, le patologie mediche di cui soffrono, il codice fiscale e l’Iban (non si sa mai). Ma Belpietro non si è accontentato di pubblicare solo fototessere, ha anche scritto di proprio pugno una “La letterina ai traditori” che dice così: “Molti di voi erano perfetti sconosciuti, eletti solo perché sulla scheda c'era Berlusconi. Ora volete cacciare il premier e andare con la sinistra: i cittadini vi puniranno”. E fiero del lavoro sporco appena portato a termine ha terminato con una inquietante minaccia: “Dite che così vi mettiamo nel mirino, ci accusate di intimidazione e di usare la carta stampata come un manganello? Dite quel che vi pare a noi non importa un fico secco. La sola cosa che ci preme è far conoscere i nomi e i volti di chi si appresta a tradire il mandato ricevuto dagli elettori. Forse il 14 dicembre riuscirete a buttar giù il Cavaliere e anche a ottenere uno strapuntino. Ma ora che vi hanno visto e conoscono la vostra mail, alle prossime elezioni gli italiani si ricorderanno di voi”. Continua la saga del “me ne frego” e l’allegoria del “leccaculismo”. La sindrome del Chupa Chups è dilagante.


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