Suocere e nuore: il decalogo (“narrazioni”)

Da Virginia Less

I commenti al decalogo per suocere e nuore sono numerosi ed espressivi. Nel senso che, al di là delle singole situazioni, configurano comportamenti generalizzati sui quali credo sia utile riflettere: nel bene e soprattutto nel male. Cito subito la saggia esortazione della brava Paola, che purtroppo non interviene da un pezzo, e a suo tempo scrisse: Alle nuore e alle suocere io vorrei dire… non siate mai in competizione, ma siate sempre complici, cercate di conoscervi, di apprezzare ciò che l’altra è, di fare tesoro delle reciproche diversità e di far incontrare i vostri mondi.

Proprio così dovrebbero pensarla, le nostre signore, e non poche di mia conoscenza si vengono davvero incontro in bella armonia. Ma che qui nel blog le lagnanze soverchino gli elogi, pur presenti, non desta meraviglia: suocere e nuore soddisfatte non chiedono di solito consiglio, né un lieto stato d’animo necessita di sfoghi liberatori.

Vorrei dunque dedicare qualche articolo alla rilettura di questi commenti. Provo a riunirli per affinità, eventualmente riprendendo altri post collegati, in modo da ricavarne delle piccole “narrazioni” (termine ora di moda) che contengano qualche suggerimento utile per le due “categorie” tanto spesso contrapposte. Potete naturalmente leggere gli interventi originali in calce al decalogo, dove li ho lasciati. Inizio, per galateo, dalle suocere.

La suocera dapprima utile e poi sgradita

Il caro figliolo, quasi sempre allevato con indulgente tenerezza (un po’ “mammone”, insomma), trova una compagna che ha un buon rapporto con la genitrice. Le due si praticano con apparente (?) soddisfazione, a volte per anni interi. Però a un certo punto, e i commenti sono purtroppo vaghi su questo snodo fondamentale, il rapporto s’incrina. La nuora si rende conto della pesante invadenza della mamma di lui, ma non riesce a sganciarsi. Oppure, dopo averla utilizzata quale baby sitter, ne coglie la difettosità e vuole allontanarla dal nipotino. Difficile valutare,  ascoltando una sola “campana”, la fondatezza delle critiche. Ne rimane comunque un senso di incompletezza e impotenza… Ecco le due storie.

La “finta brava suocera”  Possibile che per tanti anni le pretese esagerate della suocera non abbiano creato problemi? Scrive jada:

non esiste cosa peggiore di una finta brava suocera!la mia, dopo OTTO anni in cui purtroppo ho sempre chiesto i suoi pareri consensi ecc ecc, dopo che eravamo io e suo figlio ai suoi piedi ha avuto il coraggio di fare succedere un casino fra figli contro noi due perché, poverina, si sentiva trascurata!perché tutti i pomeriggi ci stavamo solo qualche ora, perché il figlio non la chiamava tutti i giorni…perché il sabato e domenica stavamo in giro anziché a casa con lei! che strazio! gli voglio portare via…il figlio!!!!! ma perché fate i figli se poi non li lasciate liberi di crearsi una nuova famiglia? è scritto anche nella Bibbia!grazie per lo sfogo ma sono proprio stanca!

Dialoghiamo un po’ sulle dinamiche familiari e il ruolo del marito di jada, che appare rassegnata e così conclude: “MAI dare troppa confidenza alla suocera, mai essere troppo disponibili…ho capito che quando vuole potrebbe riprendersi il figlio e forse la maggior parte sono così!” Il che ci riporta alla protratta dipendenza dei nostri maschietti o almeno a ciò che ne pensano le loro compagne.

La nonna rifiutata   La storia di Gio è complicata da motivi di salute e famiglia. L’esordio mi sembra a suo modo esemplare:

I rapporti hanno incominciato a incrinarsi (…) quando il piccolo aveva otto mesi e lo tenevo praticamente sempre tranne la notte, sabato e domenica incluso, ho detto a lei e a mio figlio che al sabato e la domenica essendo loro liberi dal lavoro non l’avrei più tenuto anche perché la mia salute stava risentendo, i valori ematici si erano alterati, poi ho dovuto dire che quando alle18,30 tornava dal lavoro potevo portargli subito il bambino perché c’era mia madre che stava poco bene e mio marito che doveva operarsi alla vescica, in punto in bianco al battesimo di mia nipote quando mi sono avvicinata a salutare il piccolo lo ha girato verso il muro e mi ha detto che il sabato e alla domenica il bambino doveva stare con i genitori poi è stata una discasa e non vedo la fine, faccio fatica a vedere il piccolo mio figlio è diventato scemo a venirmi a dire che un marito deve dare sempre ragione alla moglie che noi siamo la sua ex famiglia non capisco più niente e non sono vecchia ho 56 anni mio figlio non è più un ragazzino ha 36 anni mia nuora 40 anni”

Desolante, senza dubbio. Vanno considerati altri elementi, comprese le difficoltà della coppia. L’intera vicenda si ricava dai commenti, i primi in basso. Ma il sincero dispiacere di Gio commuove qualunque nonna.

Siamo d’accordo?

Concluderei con l’amarognolo umorismo di Giovanna: Quando ero nuora facevo di tutto per piacere a mia suocera (e quasi mai ci riuscivo), adesso che sono suocera faccio di tutto per piacere alle mie nuore (e quasi mai ci riesco). Ma quando qualcuno farà qualcosa per piacere a me?

Quante di noi condividono?


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