Suono metallico delle corde nuove: quanto t’odio…

Creato il 31 dicembre 2011 da Scribacchina

Eh sì: ogni tanto (e quando dico tanto, intendo tanto) pure io faccio un po’ di manutenzione al mio adorato quattro corde nero. Pulizia generale, lucidatina al manico e ai tasti, smontaggio delle corde e sostituzione delle stesse.

Eran mesi che il piccino lamentavasi, chiedendo a gran voce di sostituir le storiche Rotosound; mossa a compassione, approfittai delle festività natalizie per portarlo in sala operatoria.
Un bravo giovine in camice bianco, di brugola e fina paglietta armato, fece per me lo sporco lavoro. Mi riconsegnò dopo poche ore il piccino, lustro come un pavimento di chiesa fresco di cera. Facendo notare, con gran sorriso, come il suono fosse notevolmente migliorato dopo la sostituzione delle corde.

Gli credetti.

Salvo sclamare un «Eterno Iddio!» appena attaccato il jack all’amplificatore: suono tanto orribile mai l’udii in vita mia. Metallico, gracchiante, secco, tanto che mi chiesi se le corde stessero friggendo di loro o in quanto mal regolate.
Nulla di tutto ciò, ovviamente: eran le corde
troppo nuove che simulavan frittura col loro timbro leggiadramente metallico.
Corde
non Rotosound, precisiamo.

Mi trovo ora nella fase due, ovverosia la fase di transizione: più suoni, più in fretta scompar l’odiato timbro metallurgico. Bontà del buon Pastorius – che credo si stia bellamente rigirando nella tomba -, son ora in esecuzione svariati suoi brani, tra i quali cito con gioia The Days of Wine and Roses, Birdland e – manco a dirlo - The Chicken.

In attesa che il tempo e il lavoro facciano il lor effetto, v’auguro – in questo ultimo giorno dell’AD 2011 – un nuovo anno saturo di musica. Un nuovo anno dove le vostre personali corde producano suoni morbidi, ricchi di sfumature; e che il vostro sonare la vita sia pregno d’improvvisazione.

Non cercate il sale d’ogni giorno nel suono secco, imperante, metallico d’una corda troppo nuova. Nella corda bianca e in quella nera.

Cercatelo invece nell’esperienza, nella saggezza, nel passo indietro.
Nella sfumatura.

Buon anno, soliti lettori. E bevete poco.
(oh, dimenticavo: pel brindisi di benvenuto al 2012, un Antica Fratta – Brut, va da sé – sarà più che sufficiente).


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