Super Sic (tradotto se non è super non ce ne importa una sega)

Preferisco non parlare dei morti che in vita hanno avuto la notorietà. Ci sono tante persone che sprecano il proprio tempo a declamare le qualità del defunto perché in fondo è una tradizione italiota tessere le lodi di chi è morto. Però ho la sfortuna di guardare la tv e ascolto sovente delle idiozie e delle banalità che è difficile comprendere. Ora sapete che fine ha fatto Simoncelli e lo ricordo a chi se ne fosse dimenticato: faceva un "lavoro" che lo divertiva e non aveva problemi ad arrivare a fine mese. Bene. Da quando è morto i palinessti televisivi sono pieni di testimonianze di persone che lo conoscevano: tutti dicono che era simpatico (questo anche secondo me), bravissimo, che non aveva mai deluso nessuno, che aveva dei valori difficili da trovare nei suoi coetanei... insomma tutti sembrano saperne di più rispetto ai genitori (che stanno dimostrando molta dignità).
I commentatori sportivi di Rai e Mediaset (anche loro tutti amici suoi) quelli che fino a pochi giorni fa dicevano "deve farsi le ossa-troppe cadute-non arriverà mai al top" non perdono occasione per sentenziare "abbiamo perso un futuro campione del mondo". Oggi ho sentito dire da Bartoletti "tra due anni sarebbe diventato campione del mondo": sei veggente? O hai informazioni di un accordo segreto  tra le case motociclistiche? Oppure Paola Ferrari a "La Domenica Sportiva" che affermava "sarebbe diventato sicuramente campione del mondo della Moto GP"
Insomma, quello che voglio dire è che mi fa schifo questo diffuso gioco della previsione che sa di certezza assoluta. Sembra che se fosse stato un pilota di livello medio o uno dei tanti comprimari (perché pure loro fanno le corse) la sua morte sarebbe stata meno importante. Ecco, non mi piace questo voler aggiungere a tutti i costi la grande frase a effetto come a voler destare più compassione per chi ha perso un amico.
Volevo dire questo perché davvero non lo reggo.http://iofuoridalcoro.blogspot.com/feeds/posts/default?alt=rss