Super Smash Po - Recensione - PS4

Creato il 27 gennaio 2016 da Intrattenimento

Riuscirà Kung Fu Panda: Scontro Finale delle Leggende Leggendarie a seguire le orme di Super Smash Bros.?

In vista dell'imminente uscita nelle sale americane del terzo lungometraggio animato (che in Italia arriverà solo a marzo), Po e i maestri del Kung Fu tornano nuovamente anche sulle nostre piattaforme di gioco. Con Kung Fu Panda: Scontro Finale delle Leggende Leggendarie la licenza DreamWorks cambia però stile e, anziché arrivare sugli scaffali con un tie-in nel quale rivivere le avventure del film, ci propone un picchiaduro che ricalca da vicino le meccaniche di Super Smash Bros. Davvero molto da vicino in realtà. Ma forse non abbastanza.

twittalo! Arriva Kung Fu Panda: Scontro Finale delle Leggende Leggendarie: chi sarà la più mitica delle leggende?

Non c'è prezzo per la miticità...

Fin dal primo avvio, Kung Fu Panda: Scontro Finale delle Leggende Leggendarie non fa nulla per nascondere la sua derivazione da Super Smash Bros. Il sistema di combattimento è infatti totalmente mutuato dalla serie creata da Masahiro Sakurai: tipologie di attacchi, bottini, parate a sfera. Persino l'attacco Mitico è una chiara ripresa dello Smash finale. Come nel brawler Nintendo si combatte all'interno di scenari più o meno dinamici, con l'obiettivo di scaraventare gli avversari fuori dalla schermata di gioco. Alternando gli attacchi standard a un discreto numero di speciali, che su PlayStation 4 si gestiscono con triangolo e la levetta analogica destra, si abbassa la percentuale di punti salute dei combattenti, che in questo modo diventano meno resistenti ai colpi e possono essere scaraventati via con maggiore facilità. Si tratta della prima piccola differenza rispetto a Super Smash Bros., dove di default la barra danni va riempita fin oltre il cento per cento per ottenere il medesimo effetto. Allo stesso modo anche la gestione dell'attacco Mitico è diversa, visto che in questo caso va riempito un indicatore personale per ciascun combattente prima di poter effettuare la mossa speciale. Nulla di totalmente originale ma, considerando il fatto che si può persino attivare la possibilità di saltare utilizzando la levetta analogica sinistra, è comunque apprezzabile il tentativo di scostarsi dal modello di riferimento in alcune piccole cose. C'è però da dire che i ragazzi di Vicious Cycle sono riusciti a (ri)creare un sistema di combattimento divertente, magari meno frenetico e meno tecnico rispetto a quello di Smash, ma abbastanza solido e diversificato. Si possono contare tutti gli eroi storici della serie, incluso il maestro Shifu, tre dei cinque cicloni (Mantide e Vipera sono relegati al ruolo di supporter per via dello loro dimensioni), noti maestri di Kung Fu come il vecchio Oogway, cattivi storici, come Tai Lung e Lord Shen, e nuovi personaggi in arrivo direttamente dal nuovo film (Mei Mei per esempio). C'è anche Po ovviamente. Le mosse dei venti personaggi disponibili (più Li Shan e Master Chicken, scaricabili gratuitamente) sono tanto assurde quanto efficaci: il roster riesce così a rendere le sfide con gli amici sempre avvincenti, soprattutto in locale, dove ci si può misurare in diverse modalità, a squadre o in match tutti contro tutti a cui possono prendere parte un massimo di quattro giocatori. Ci sono otto tipologie di scontri differenti: a classici come gli incontri a tempo e/o con un numero predefinito di vite, si aggiungono novità come Re del Kung Fu, Maestro della Pace Interiore, Mangia più che puoi e Vetta del Kung Fu (traduzione approssimativa dell'inglese Kung Fu Hill). I primi due sono una sorta di patata bollente, dove si deve trattenere una corona il più a lungo possibile mentre tutti gli altri cercano di recuperarla a suon di cazzotti. In particolare, Maestro della Pace Interiore si differenzia da Re del Kung Fu perché non si possono colpire gli avversari mentre si è in possesso del prezioso oggetto. Mangia più che puoi richiede invece di raccogliere i ravioli lasciati cadere dagli avversari dopo ogni colpo subito: si parte con cento ravioli ciascuno e la vittoria va ovviamente a chi ne ha di più allo scadere del tempo limite. Vetta del Kung Fu, infine, è una sorta di modalità "king of the hill", dove vince il giocatore che riesce a stare per più tempo da solo all'interno di una circonferenza che delimita l'area d'influenza di una bandiera.

E neppure per l'attraenza!

Ciò che però proprio non convince di Kung Fu Panda: Scontro Finale delle Leggende Leggendarie è la quantità di contenuti offline. Se si esclude qualche serata tra amici, infatti, il pacchetto offerto da Little Orbit è davvero misero: una modalità torneo che si può affrontare a cinque livelli di difficoltà, una modalità allenamento e uno dei tutorial peggio strutturati della storia dei videogiochi. Ogni aspetto di base viene infatti spiegato in sezioni separate, a cui non si può accedere in sequenza e che richiedono di passare attraverso tempi di caricamento che occupano più tempo di quanto se ne passi sul ring per apprendere mosse impegnative come il salto o il movimento bidimensionale. Quando si parla degli attacchi, invece, si evita accuratamente di spiegare i comandi alternativi da gestire con la levetta destra. Insomma, imparare sul campo è di certo la soluzione migliore. Per questo viene in aiuto il Torneo delle Leggende, l'unico passatempo dedicato ai giocatori solitari: introdotto da una breve scena in computer grafica che spiega frettolosamente il perché del torneo, di fatto la competizione finisce per essere un lungo allenamento per provare nuovi personaggi. I dieci scontri seguono infatti modalità predefinite, lasciando fuori dal lotto Vetta del Kung Fu e Maestro della Pace Interiore, e si spostano, in base al personaggio e al tipo di scontro, attraverso i dodici scenari disponibili (ma, se si escludono le differenze puramente estetiche, potevano benissimo essere la metà, se non meno). Anche il boss finale è, per così dire, personalizzato, mentre tutti gli altri abbinamenti sono casuali. Non ci sono però grandi motivazioni a provare ogni combattente: il gioco non offre infatti nessun contenuto sbloccabile, visto che persino le biografie dei personaggi e i titoli di coda sono visibili fin dall'inizio. L'intelligenza artificiale è poi deficitaria sotto diversi punti di vista, è afflitta da diversi glitch (come l'impossibilità di scendere da determinate sporgenze) e, nonostante sia ostica quando in superiorità numerica, nemmeno a difficoltà "leggenda" riesce a risultare un avversario valido. Probabilmente proprio per questo online c'è la desolazione più totale: matchmaking infiniti, accompagnati dall'ottima colonna sonora, finiscono più spesso in balletti di frustrazione che in veri e propri incontri di kung fu. Si parla di tempi di attesa intorno ai dieci minuti, se si è fortunati. A cui segue un incontro rigorosamente 1 contro 1, afflitto anche da evidenti problemi di latenza. Ed è davvero un peccato perché Little Orbit, nonostante i tanti problemi di localizzazione, evidenti fin dalla pagina del gioco nello store italiano, aveva tra le mani un titolo visivamente molto curato, generalmente fluido e una licenza che sembra essere nata appositamente per essere trasposta in un picchiaduro.

Pro

  • Sforzo imitativo apprezzabile
  • Divertente con gli amici
  • Nuove modalità simpatiche

Contro

  • Contenuti insufficienti
  • Online deserto
  • Localizzazione indegna

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