Quando ero piccola, avevo un’idea ingenua dei rapporti cristiani.Mia zia, una conferenziera missionaria, ritornava dai suoi viaggi con dei racconti delle sue avventure. Una volta, ho sentito una conversazione che aveva con mio padre. Era arrivata ad una conferenza, ma quando ha guardato il pubblico, ha notato che i loro occhi erano pieni di dolore, ed era addolorata per la tristezza delle loro anime. Mentre iniziava a parlare, la presenza di Cristo ha riempito la stanza. Questi missionari hanno cominciato a piangere e a chiedere perdono l’uno all’altro. Uno spirito d’unità è tornato, e la conferenza ha concluso con un risveglio spirituale.La storia di mia zia mi aveva sorpreso e mi aveva lasciata confusa. Mi chiedevo: "Come è possibile che i credenti vivano con ostilità l’uno verso l’altro?"
Oggi ho un punto di vista più obiettivo.Ho imparato che quando delle persone con diverse prospettive lavorano insieme, i disaccordi sono inevitabili.A volte crescono e diventano conflitti da cui nascono peccati relazionali.
Come possiamo gestire queste situazioni quando appaiono?Come possiamo trovare una soluzione quando la gelosia e le lotte si dimostrano attraverso delle parole e delle azioni dei servitori in Cristo?E cosa facciamo con lo spirito di competizione e l’invidia che cerca di crescere dentro le nostre anime?
L’apostolo Paolo ha capito queste complessità. Anche se Luca, Timoteo, Tito, ed altri hanno servito fedelmente accanto a lui, altri furono colpevoli dei peccati relazionali. Dema l’ha lasciato (2 Timoteo 4:10) e Alessandro, il ramaio, si è opposto al messaggio di Paolo (2 Timoteo 4:14-15). Nelle sue lettere alle chiese, Paolo spesso esorta i credenti di essere uniti e di mettere da parte i litigi e di amare l’un l’altro,“avendo … un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento” (Filippesi 2:2).
Poco tempo fa, ho saputo che qualcun altro è stato scelto a tenere una conferenza per un evento al posto mio. Subito ho provato invidia! Mi sono sentita ferita.Il dolore era così profondo che ho dovuto ritirarmi in un posto appartato per esaminare la mia risposta. Da dov’è venuta questa reazione? mi sono chiesta. Perché mi sento così ferita e rifiutata? Mentre mi sono esaminata, Dio mi ha rivelata l’invidia che ha preso un posto nel mio cuore.
L’invidia è radicata nell’insoddisfazione con noi stessi ed è spesso espressa attraversogelosia delle opportunità di qualcun altro. Ho iniziato un percorso di guarigione, scoprendo le insoddisfazioni che erano la radice della mia invidia, scoprendo di nuovo il mio valore a Dio, e riconoscendo la volontà di Dio per la mia vita. Benché il processo di guarigione non fosse veloce o facile, valeva la pena e il tempo.
Nel suo libro eccellente, Gifted to Lead (Zondervan, 2008), la scrittrice Nancy Beach descrive la lotta che le donne hanno con l’invidia:
"Ognuna di noi è più suscettibile all’invidia nelle zone in cui ci sentiamo deboli o vulnerabili. Le donne-leader che non hanno accettato le loro identità o che non hanno fiducia nelle scelte che hanno preso, possono avere dei dubbi fino al punto che distruggono le altre cercando di aumentare il loro valore."
Per chi provi invidia?Forse guardi altre donne che hanno un titolo di studio più alto o che sono arrivate ad alti livelli nella loro professione.Forse provi invidia per quelle che hanno una casa immacolata, con dei figli ben educati, e mariti che l’adorano.Forse provi invidia per quelle che non hanno problemi economici.Sei pronta ad esaminare la tua anima e confessare il peccato che cresce lì?Sei disposta ad iniziare il percorso doloroso che ti cambierà e per sperimentare una trasformazione spirituale ed emotiva che risulta in una vita più produttiva?
Dan Allender e Tremper Longman scrivono del bisogno di prestare attenzione alle nostre emozioni nel loro libro The Cry of the Soul:
"Se ignoriamo le nostre emozioni voltiamo le nostre spalle alla realtà; se invece ascoltiamo le nostre emozioni saremo guidate verso la realtà. E realtà è dove ci incontriamo Dio … Le emozioni sono la lingua dell’anima. Ed invece, ci voltiamo dall’altra parte attraverso il rinnegamento, la distorsione, oppure la ritirata. Eliminiamo qualsiasi cosa che ci disturba per continuare a controllare il nostro mondo interiore. Abbiamo paura e sentiamo vergogna di quello che sta dentro di noi. Dimentichiamo che il cambiamento viene attraverso l’onestà totale e la vulnerabilità davanti a Dio."
Alcune di noi ignorano le frustrazioni e l’ira che vengono dalle nostre anime. Chiediamo allo Spirito Santo di coprirci con la grazia, ma trascuriamo la necessità di indagare per capire il fonte delle nostre insicurezze.
La chiave per cambiare è di impegnarci a conoscere Dio.Nella presenza di Dio, ci rendiamo conto che qualsiasi tipo di peccato che permettiamo di esistere nei nostri cuori ci separa dalla Sua vita — e niente è più importante che vivere in Lui.Come Isaia, dovremmo guardare con disgusto al nostro peccato. Dovremmo affrontare il fatto che esiste, portarlo alla luce e confessarlo.Dovremmo gridare, “Guai a me, sono perduto!” Questa auto-rivelazione, pentimento, e l’umiltà vera davanti a Dio diventano punti di trasformazione e visione rinnovata.
Una rivelazione rinnovata dell’amore di Dio per noi ci libera dal bisogno di essere migliore di qualcun altro e la sete insaziabile per il riconoscimento e l’apprezzamento. La nostra identità non dipende più dal nostro lavoro; essa è basata invece sul rapporto d’amore con il nostro Padre Celeste. Saremo liberi del bisogno di fare bella figura con i nostri doni e talenti.
Nella parabola del figlio prodigo, vediamo i problemi relazionali del figlio maggiore: disgusto per suo fratello e frustrazione con suo padre (Luca 15). Suo padre lo supplica di partecipare nella festa per suo fratello, ma lui rifiuta testardamente. Poi il padre rivela due verità relazionali profonde che il fratello maggiore non ha compreso: “tu sei sempre con me” e “ogni cosa mia è tua” (Luca 15:31).Quando scopri che il tuo nome è scritto sul cuore di Dio, che Lui ti ama senza condizioni, e che Lui vuole avere un rapporto del tipo “con me”, invece di un rapporto del tipo “servimi”, sperimenterai una trasformazione emotiva e spirituale.
Quando comprendi che Dio ha più di un vitello ingrassato, e che le colline sono piene delle Sue provvisioni, smetterai di trattenere e di misurare il tuo amore e la cura per gli altri. Il Padre ci supplica di entrare nella celebrazione della vita spirituale e di aprire le nostre braccia e scoprire la gioia di una vita piena di grazia.
Dopo aver affrontato i nostri peccati ed aver riscoperto l’amore del Padre, saremo libere di abbracciare i nostri doni unici e vivere con gratitudine per l’opera speciale di Dio dentro di noi e per mezzo di noi.Serviremo con umiltà, ma anche con fiducia che “colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento” (Filippesi 1:6). La pressione di fare bella figura davanti agli altri scomparirà. Avremo invece una chiarezza di visione riguardo alla nostra identità di figlie di Dio ed useremo i nostri doni per adempiere alla nostra chiamata unica.
Uno dei vantaggi nel superare l’invidia è la libertà che abbiamo di celebrare i successi di altre donne e di lavorare insieme con loro per portare avanti il regno di Dio in questo mondo. La scrittrice Nancy Beach dice: “Essendo una donna-leader mi rendo conto di quanto sarebbe difficile portare avanti il ministerio da sola, con sfiducia ed abbassamento delle mie sorelle che potrebbero darmi comprensione, sopporto, rifugio, sfida mutua, ed incoraggiamento.”
Il peccato relazionale come l’invidia distrugge l’opera di Dio ed il popolo di Dio. Dovremmo esaminarci per comprendere quale sia la radice del problema e permettere allo Spirito Santo di guidarci ad un livello nuovo di maturità spirituale. Per mezzo della Sua forza, saremo più efficaci nel nostro servizio per Cristo ed il Suo popolo, permettendo ad altri di conoscere Cristo. Scritto da Marlyn DeFoggi - Pubblicato nel 2009 in “Just Between Us”Traduzione a cura di Sherri Carlson