In altre parole se un qualsiasi oggetto va a superare il valore di C invalida la famosa equazione di Einstein E=M x C^2 che afferma che l'energia E è frutto della massa M moltiplicata per il quadrato della velocità della Luce C.
I risultati, poi presentati a Ginevra, dimostrano che i neutrini impiegano 2,4 millisecondi per coprire la distanza, con un anticipo di 60 miliardesimi di secondo rispetto alla velocita’ attesa. L’analisi dei dati, raccolti negli ultimi tre anni, dimostra che i neutrini battono di circa 20 parti per milione i 300.000 chilometri al secondo ai quali viaggia la luce. Il risultato e’ stato ottenuto con una serie di misure ad altissima precisione, fatte in collaborazione con gli esperti di metrologia del Cern e di altre istituzioni. La distanza tra l'origine del fascio di neutrini e il rivelatore Opera e’ stata misurata con un'incertezza di 20 centimetri sui 730 chilometri del percorso e il tempo di volo dei neutrini e’ stato determinato con una precisione di meno di 10 nanosecondi, utilizzando strumenti molto sofisticati, come sistemi Gps progettati appositamente per l’esperimento e facendo uso di orologi atomici.
Bisogna sicuramente confermare questo esperimento con ulteriori prove per escludere errori di misura, in fondo i neutrini sono oggetti quasi privi di massa e sono quindi in grado di "trapassare" la materia ordinaria senza alcuna interferenza. Potrebbe quindi anche essere vero il contrario: ovvero che la vera velocità della luce C è quella rilevata sul flusso di neutrini e che le precedenti misurazioni erano sbagliate poiché misuravano velocità degli elettroni i quali, avendo una massa superiore di 500.000 volte a quella dei neutrini probabilmente subivano rallentamenti durante il percorso. Se però così non è bisognerà mettere in dubbio una parte di quella teoria della fisica, la relatività generale, che negli ultimi 110 anni aveva riscontrato solo conferme.