Superbollo, superflop

Creato il 09 febbraio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

2014, anno di superbollo. È dal 2011 che questa calamità economica grava sul nostro mercato dell’auto e, nonostante sia stata rielaborata, ha ancora grosse incongruenze. La versione “originale” prevedeva 10€ di sovrattassa oltre al canonico bollo per ogni kW eccedente ai 225 totali (circa 306 CV). L’attuale, invece, è aumentata a 20€ al kW, abbassando la soglia a 185 kW (251 CV), ma introduce uno “sconto” progressivo in base all’età dell’auto (12€ dopo 5 anni dalla prima immatricolazione, 6€ dopo 10 anni, 3€ dopo 15 fino all’esenzione dopo il ventesimo compleanno).

L’errore dietro questi anni di vessazione è stato che molti avranno pensato: massì, che ci fai con più di 250 CV? Se ti puoi permettere una macchina così puoi pagare il superbollo… Nessuno però si è preoccupato di stare a vedere i prezzi di acquisto di tali vetture: alcune si possono portare via, usate, al prezzo di una Panda 1.2l nuova, eppure continuano a dover pagare più del loro valore in tasse. Le auto nuove oltre la soglia di applicazione del superbollo sono ormai una rarità, causando un effetto domino di perdite all’erario sull’IVA, le accise sul carburante, le tasse sull’assicurazione e la canonica tassa di proprietà. Senza considerare, in tutto questo, le perdite causate a Stato e cittadini con tutti i tagliandi e i ricambi non necessari ad auto che restano in concessionaria.

Però non siamo ancora davanti al quadro completo dei danni che sta causando il superbollo: le auto più potenti, già in circolazione, hanno subito un crollo di prezzi e domanda, lasciando i proprietari che non possono più mantenerle con la sola scelta tra esportazione o rottamazione. In più gli esportatori imperversano, poiché hanno visto che rivendere auto prestigiose italiane all’estero rappresenta un guadagno facile e sicuro, ai danni delle tasche di chi non vede l’ora di liberarsi di un mezzo tassato fino allo sfinimento.

Continuando con questa politica, oltre ad avere buchi di centinaia di milioni di euro nelle casse dello stato, che continueranno solo ad aumentare, tra 20 anni ci troveremo senza quelle auto che oggi hanno del potenziale interesse storico, e questo significherà la totale mancanza di tecnici esperti e di ricambi per i futuri modelli d’epoca.

Inoltre, come ogni fiaba all’italiana, “fatta la legge, trovato l’inganno”. Chi veramente può permettersi un’auto da diverse centinaia di migliaia di euro, la intesta a società estere o la fa figurare come noleggio a lungo termine oltre il confine, in modo da far fallire l’applicazione della norma e, contestualmente, cancellare le tracce del proprio costoso capriccio al fisco.

La cosa più buffa, in questa situazione, è che le quasi tutte le auto di lusso,ora,  hanno versioni depotenziate che le esentano dal superbollo (ad esempio la Range Rover TDV6, 245 CV di pura mobilità proletaria a 94.500€), mentre restano poche vetture con ottime prestazioni e costi ragionevoli, poiché sono impossibili da mantenere (come una Chevrolet Camaro che paga quasi 4.000€ annui a fronte di un prezzo di listino di 41.000€ circa).

A questo punto la domanda sorge spontanea: tutto il mondo delle auto si muove intorno alle valutazioni Eurotax, non sarebbe più semplice e corretto tassare le auto rispetto al valore e non alla potenza?