[Superclassifica di fine anno] I 10 libri PEGGIORI letti nel 2012

Creato il 30 dicembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

Fine anno, è tempo di liste. E visto che io sono una persona peggio, non mi cimenterò nella classifica delle migliori letture di questi dodici mesi, ma farò l’esatto opposto.

Ovvero i 10 libri peggiori letti nel 2012. Tenetevi forte, perché ne vedrete delle belle, a cominciare da subito.

10. La leggenda del vento di Stephen King

Lo so che gli ho dato tre stelline su cinque giusto un mese fa. Non sono bipolare. Semplicemente, La leggenda del vento sta in questa classifica perché, più che un brutto libro, si è trattato di una cocente delusione. La saga della Torre Nera si compone di sette romanzi canonici più un prequel sotto forma di novella e dieci milioni di spin-off e riferimenti sepolti ovunque in tutti i lavori di King, tanto che da più parti si parla del corpus dell’opera di King come di un “multiverso” con la Torre Nera al centro e alcuni hanno anche abbozzato un corretto ordine di lettura. Ebbene, dove si colloca La leggenda del vento in tutto questo? Tra La sfera del buio e I lupi del Calla, direte voi. No, sbagliato, si colloca nell’angolino dei romanzi blandi che Stephen King scrive così tanto per.

9. Warm Bodies di Isaac Marion

Un romanzo stupido. E, peggio ancora, un romanzo stupido che si prende troppo sul serio. Perché, sul serio, quando la tua storia si centra su un concetto così idiota come “uno zombie mangia il cervello di un umano e si innamora della sua morosa”, l’unica chance che hai per uscirne a testa alta è abbracciarne del tutto l’idiozia e farne un tuo punto di forza, non puoi fingere che il tuo romanzo sia qualcosa di più e infarcirlo di riflessioni sul destino dell’umanità.

Perché suonano serie in un contesto stupido.

E quindi stupide.

8. I due libri di Goodkind che ho letto quest’anno

Ovvero La spada della verità volume 4 e volume 5. Entrambi fanno schifo perché Goodkind è un incapace e chi ormai ancora non ne è convinto o è privo di senso critico o è stupido.

Ma entrambi contengono anche piccole gemme di fantatrash, che sono sempre ben accette. In uno c’è la soap opera di Richard che stupra Kahlan salvo poi arrabbiarsi perché a Kahlan è piaciuto e l’esilarante siparietto dell’esercito con la diarrea, nell’altro ci sono le due “parodie politiche” di Bill e Hillary Clinton scritte così goffamente che finiscono per essere, contro le intenzioni dell’autore, leader migliori di Richard e Kahlan, e l’indimenticabile Evil Chicken of Doom.

E, a tutti quelli che me lo hanno chiesto con insistenza, sì, le reccy di Goodkind riprenderanno con l’avvento del nuovo anno, abbiate fede.

7. Multiversum di Leonardo Patrignani

Un altro romanzo che avevo valutato all’inizio in maniera positiva salvo poi rivedere in negativo la mia posizione. Multiversum è uno sci-fi italiano pieno di incongruenze, plot hole e tutto il meglio che la narrativa di genere nostrana ha da offrire.

In più c’è il meteorite in rotta di collisione con la terra di cui nessuno si era mai accorto.

Ecco, appunto.

6. Nascita di un ribelle – I regni di Nashira 1.5 di Licia Troisi

Facciamo una premessa: io adoro recensire la Troisi. È facilissimo. Lei, palesemente, non ci prova nemmeno più, ha capito che la sua nicchia di mercato bimbominkioso ce l’ha e nessuno la schioda, e a me le battute vengono facili. Il miniraccontino che fa da spin-off alla nuova figherrima saga fantatrash di liciona nostra è privo di immaginazione e pieno di incongruenze, ma anche scritto un po’ meglio di Il sogno di Talitha, ad esempio. Fa sempre schifo, eh, solo di meno.

E questa, nel fantasy italiano, è una gran conquista.

5. Modelland di Tyra Banks

Al giro di boa le cose si fanno dure. Vorrei mettere tutti i seguenti libri a pari merito al numero uno di questa classifica, ma non posso. Non chiedetemi perché. Word of God.

Dunque, Modelland di Tyra Banks. Oh Cthulhu, Modelland di Tyra Banks.

Un libro senza né capo né coda né parvenza alcuna di senso. A tratti ridicolo, a tratti intenso, il più delle volte trash, con una morale di fondo così distorta che poteva provenire solo dalla testa bacata di una supermodella strapagata. La prova che la pericolosità delle donne è inversamente proporzionale alla loro distanza dalla cucina.

4. Tanit di Loredara Lippemanni

No, non ho letto Tanit della Lippa nazionale. E non ho nemmeno intenzione di farlo. Ma, ehi, è una cosa che ho in comune con 59.433.144 di italiani, secondo i più recenti dati Istat.

E lasciatemi aggiungere che la Lipperini, che sbandiera ai quattro venti il suo atteggiamento elitista e pretenzioso, salvo poi farsi pubblicare becere fanficion da editori amyketti con uno pseudonimo perché, ovvio, la letteratura popolare è bassa e disgustosa, e infarcendo queste ultime di saccenti morali che non appartengono loro, è quanto di peggio sia successo alla letteratura italiana da parecchio tempo. E, no, non sono ironico.

3. Il trono delle ombre di Giovanni Pagogna

La Rizzoli ci ha provato, quest’anno, a pubblicare dei fantasy adulti scritti da autori italiani. Toppando miseramente in due casi su due. Yay.

Dei due fantasy adulti di cui sopra, Il trono delle ombre di Giovani Pagogna è il peggiore. Pagogna non scrive male, è dotato di un più che sostanzioso vocabolario, ma in tutto il resto è carente. Non è originale, non sa caratterizzare un personaggio e, soprattutto, è privo delle più basilari nozioni di cosa sia il ritmo narrativo. Il trono delle ombre è il tipico romanzo sbrodolante scritto da qualcuno che ama sentire il suono della propria voce (figurativamente parlando). Ci sono paragrafi di infodump lunghi come guerra e pace che ammazzano ogni possibile divertimento si possa trarre da un’avventura fantasy.

Ripensandoci, ricordo ancora quanto ero annoiato durante la lettura. Passiamo oltre, vi prego.

2. Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay di Michael Chabon

Probabilmente il libro più piacione della storia della letteratura universale. Tutto quello che avevo da dire lo dissi, all’epoca, nella recensione. Che confermo ora parola per parola. Non aggiungo altro, va’… perché abbiamo la posizione Numero Uno!

1. 1Q84 di Haruki Murakami

Oggesù dammi la forza. Murakami.

Potete trincerarvi dietro le vostre convinzioni che Murakami sia un grande autore perché indaga a fondo nell’anima dei suoi personaggi e, di riflesso, dei sui lettori e della società. Ma la realtà è che Murakami fa schifo a scrivere fantasy. Quando ho letto La fine del mondo e il paese delle meraviglie ho avuto questa impressione ma l’ho sopita dicendomi che, no, non poteva essere, Murakami è un quasi premio Nobel (per la letteratura, btw), non può far schifo, sono io che non vado. Poi ho letto 1Q84. E, mi spiace, fanboy e fangirl, io ho ragione e voi torto. Murakami è un pessimo scrittore fantasy. O meglio, è uno scrittore con buone idee – perché l’idea che sta alla base di 1Q84 è eccellente, così come quella di La fine del mondo – che però non è in grado di concretizzare in storie che facciano presa sul lettore.

Poi se a voi piace leggere del piattume esistenziale di personaggi apatici con troppi incisi inconcludenti e troppe, davvero troppe, turbe sessuali, buon per voi. Ma non venitemi a dire che Murakami è un genio.


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