Supereroi con superproblemi. Dalla rinascita degli anni Sessanta agli antieroi degli anni Ottanta

Creato il 29 luglio 2013 da Sulromanzo
Autore: Jacopo MarianiDom, 04/08/2013 - 11:49

Articolo pubblicato nella Webzine Sul Romanzo n. 3/2013, Le tentazioni della cultura.

Siamo nell'immediato secondo dopoguerra americano: gli alleati hanno vinto in Europa. L'America, ora, può dormire sogni tranquilli. Tenendo fede al vecchio detto “guardati dai nemici, ma ancor di più dagli amici”, si registra un drastico cambio di visione mediatica su quello che fino ad allora era stato considerato un valido alleato nella guerra. Il fumetto negli anni Cinquanta viene considerato corruttore delle menti infantili e accusato di suscitare nei giovani la propensione al crimine e all’omosessualità.

È il periodo in cui i “giornalini” vengono nascosti ai genitori e si comprano di soppiatto nelle edicole. Il fascino del proibito mantiene vivo questo mondo, ma a pagarne le conseguenze saranno gli editori di riviste horror, destinate al fallimento. A perdere di smalto sono anche le storie, visto il Comics Code Authority, una specie di autocensura per salvare il salvabile e continuare a vendere, nonostante i temi e la psicologia dei personaggi si abbassino a un livello infantile e banale.

La svolta avviene tra il 1961 e 1962 e, come tutte le rivoluzioni, è avvolta nella leggenda.

Si vocifera che l'editore della Marvel, Martin Goodman, stesse giocando a golf con Jack Liebowitz, editore della National Periodical Pubblications (oggi DC Comics), quando l'ultimo si vantò di stare per creare un nuovo super gruppo di eroi, la Justice League of America (tuttora esistente, nonostante una serie di abbandoni, ritorni e cambiamenti di membri, che al confronto Beautiful impallidisce).

Sconsolato, Martin Goodman parla con una persona che cambierà per sempre il modo di leggere i fumetti: Stanley Martin Lieber alias Stan Lee, a cui proporrà di scrivere, insieme al disegnatore Jack Kirby, una storia che potesse battere la concorrenza.

Lee e Kirby creano I Fantastici Quattro, un prototipo di famiglia che acquisisce poteri dopo un viaggio nello spazio, durante il quale erano stati esposti a raggi cosmici. La profondità psicologica dei personaggi, per quell'epoca, dà una scossa al genere. Ci ritroviamo con supereroi litigiosi, problemi di coppia e, per la prima volta, con un eroe che non vuole essere tale: la Cosa. È uno dei migliori soggetti mai disegnati per la Marvel: è litigioso e violento, non vuole avere poteri perché lo hanno deformato in un mostro roccioso con una superforza.

Forse, da questa idea, ma anche dalla paura nucleare che cominciava a dilagare nel mondo, venne creato, nello stesso periodo, un personaggio ancora più brutale:l'alter ego del Dottor Bruce Banner, ovvero Hulk.

Questo gigante verde è una forza incontrastabile e priva di raziocinio, combatte regolarmente contro esercito e polizia e viene considerato l’esempio della rabbia giovanile e della gioventù aggressiva, anche se potrebbe essere l’estensione fisica della paura di ciò che l'energia atomica può causare.

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