“I vampiri?… diventa sempre più comico”. I fratelli Winchester non hanno paura del Diavolo e degli Arcangeli, hanno visto ogni sorta di creatura, ma il vampiro è sempre una sorpresa in comicità al giorno d’oggi, anche per loro.
“È sempre stata una serie sulla famiglia, più che su qualsiasi altra cosa. La mitologia è solo un motore per sollevare problemi sulla famiglia: un fratello maggiore che bada a quello più piccolo e che si chiede se mai sarà costretto a uccidere la persona a cui vuole più bene al mondo. Lealtà familiare contro il bene più grande, dovere nei confronti della famiglia contro felicità personale…”, così l’ideatore della serie, Eric Kripke, definisce esaustivamente il nucleo della sua serie. Le tematiche non sono molto diverse da quelle di un prodotto come Everwood, ma inutile dire che le modalità narrative e gli esiti siano a livello formale e contenutistico assai differenti.
Ma le cose con il tempo cambiano, Sam si allontana progressivamente, cercando di liberarsi dalla caccia, che vede, al contrario del fratello, come una maledizione e non come una tradizione di famiglia. Così entra al college e le strade dei due fratelli si dividono. Ma l’occasione, dovuta alla scomparsa del padre, li porterà a ritrovarsi per cercarlo insieme, e a non lasciare più la strada del “cacciatore”.
La serie diventa, nel susseguirsi degli episodi e delle stagioni, un ottimo connubio tra esigenza horror e soprannaturale, tra caratterizzazione progressiva dei personaggi principali e inserimento di figure ricorrenti che non risultano mai banali.
Il risultato stilistico è un incontro originale tra elementi soprannaturali e modern western, con una mitologia giustificata, che intessuta progressivamente su episodi autoconclusivi, ognuno caratterizzato da un caso di caccia al demone, diventa avvincente ed efficace.
La distribuzione degli elementi mitologici e di approfondimento della vita dei protagonisti, è equilibrata, raramente eccessiva o poco credibile in termini di sceneggiatura.
Infine sembrano determinanti gli elementi estetici e caratteristici dei due protagonisti, che vanno dall’abbigliamento, ai gusti musicali e televisivi, alle citazioni cinematografiche (dirette e indirette), dalla celebre Chevrolet Impala del ’67, alla quale Dean spesso si rivolge alla stregua di una bella donna, fino ai gusti culinari degli stessi.
Insomma, il mondo dei Winchester, avvolto da misteri, mitologia e religione, è avvincente, convincente, pervasivo ed estremamente affascinante. L’ironia e la comicità dei personaggi, non solo quelli principali, ben equilibra le situazioni talvolta angoscianti e sanguinose che caratterizzano i casi seguiti. Ne risulta un serie brillante, che prendere in giro i modelli contemporanei (una puntata è ad esempio ispirata al mondo vampiresco della Meyer) e prendersi in giro, e che nonostante la sua lunga vita (otto stagioni quest’anno, e un rinnovo previsto fino alla decima) non sembra aver perso colpi, se non per un piccolo periodo altalenante nella parte centrale della sesta stagione probabilmente dovuto al passaggio di mano nella sceneggiatura da Kipke a Sera Gamble.
Written by Giulia Sola