Correrò il rischio!
Ma la stessa zona è frequentata anche da squali che spesso scambiano la sagoma della tavola da surf per la silhuoette di una foca e aggrediscono l’uomo. Immediatamente i delfini si raggruppano e fanno “muro”, difendendo quello che essi considerano parte del branco, allontanando e salvando l’atleta che accompagnato alla riva, può essere soccorso anche dai suoi simili.
Io, preferisco la mia personale versione di una realistica interazione tra l’origine acquatica umana (che fa parte del nostro bagaglio genetico) e i grandi cetacei che vivono nelle acque marine. Una prova aggiuntiva che è possibile convivere in armonia con le leggi fondamentali della natura e del mare e che mi vede convinta assertrice del potenziale beneficio che se ne potrebbe trarre.
Ora però il dovere comunicativo mi riporta al racconto di un grande atto di ribellione contro Roma. Una piccola comunità ebraica che non ha voluto rinnegare i propri principi religiosi per abbracciare quelli pagani imposti dai dominatori romani.
La citta’ fortezza al margine del deserto, distrutta dai soldati romani nel 73 d.C e diventata simbolo dell’indipendenza di Israele. Una costruzione che ha dell’incredibile, un vero capolavoro umano, affreschi, colonne, stucchi, realizzati su una rocca a 400 m di altitudine rispetto al Mar Morto, in territorio israeliano, vicino all’attuale Palestina. Al suo interno, scavate nel sottosuolo enormi cisterne che raccoglievano le acque piovane, utilizzate per dissetare, lavare, cucinare e coltivare prodotti agricoli che garantivano una vita gradevole, in pieno deserto e a 45° all’ombra.
La Palestina all’epoca dei fatti era sotto la dominazione romana, scoppia la ribellione giudaica, una lotta dura, lunga e sanguinosa. Gerusalemme dopo tre mesi e mezzo di assedio cede, il tempio viene completamente distrutto, ad oggi rimane solo un pezzo di muro passato alla storia come: “il muro del pianto”.
La tenacia romana li porta alla fine a costruire una imponente rampa di accesso (ancora oggi visibile) alta una trentina di metri, sotto un caldo atroce e continuamente colpiti da frecce e sassi dei nemici che consente loro di arrivare sotto le mura per sgretolarle con gli arieti e prendere possesso della fortezza.
Tuttavia, poco prima che ciò avvenisse, nell’ultima notte, prima dell’entrata ufficiale gli assediati misero in atto un’azione eroica rimasta unica nella storia; quando i soldati romani, avvolti da un incredibile silenzio vi entrarono, senza nessuna resistenza, davanti ai loro occhi trovarono solo una orrenda ecatombe: il suicidio collettivo della comunità ebraica zelota che aveva preferito la morte al potere di Roma.
Nel tempo è stata in parte ricostruita ed è diventato uno fra i più importanti siti archeologici di Israele.