Lo scandalo si allarga a molti paesi europei assumendo i contorni di un giallo la vicenda della carne equina, scoperta in alcuni prodotti distribuiti dalla Findus che non è citata tra gli ingredienti e che non avrebbe dovuto esserci. Ma in queste ultime ore sta emergendo un nuovo dato inquietante: il controllo tentacolare delle filiere agroalimentari da parte della criminalità organizzata. Le organizzazioni criminali traslazionali e nazionali (mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita), dunque, non operano più solamente nel mercato della droga, della prostituzione e del gioco d’azzardo né guardano unicamente i settori sui quali c’è ormai una consolidata letteratura: edilizia, smaltimento dei rifiuti, autotrasporto, sanità. La “piovra” ha nel mirino l’agricoltura e cerca di incrementare i propri affari illeciti esercitando il controllo in tutta la filiera alimentare, dai campi agli scaffali.
La macellazione di animali, è sicuramente una delle attività illegali “silenziose” di maggior profitto per i sodalizi criminali. A riprova di ciò tra i reati ai primi posti, per numero, troviamo l’abigeato, un reato antico, ma in continua crescita. Ogni anno circa 150.000 animali spariscono, la gran parte destinata alla macellazione clandestina. Si tratta essenzialmente di bovini e maiali, ma anche di cavalli e in prossimità delle feste pasquali agnelli e pecore. Nello scorso biennio diverse e importanti operazioni delle forze dell’ordine hanno messo in risalto la vastità del fenomeno, che non si esaurisce alle regioni italiane, ma tocca tutta l’Europa. Il sequestro di allevamenti di cavalli è una costante che compare in diverse inchieste. Sta di fatto che nel 2003 è stato istituito, nell’ambito della Direzione nazionale antimafia, uno specifico servizio per combattere l’allarmante fenomeno.
Tutti elementi che preoccupano i consumatori, che si chiedono quali controlli avvengano sulla salute del bestiame.
Per Giovanni D’Agata, il mercato unico e senza frontiere nel quale circolano liberamente cittadini, prodotti e servizi é una bella conquista della civiltà europea, ma presenta anche delle criticità che le autorità e le istituzioni europee che vigilano sulla sicurezza dei beni in particolare farmaci e alimentari e che quindi riguardano maggiormente la salute dei cittadini dovrebbero tentare di limitare al massimo per salvaguardare la sicurezza alimentare troppo spesso messa a dura prova da fatti che sovente diventano di cronaca. Lo scandalo infatti dimostra l’inefficacia dei sistemi di tracciabilità dei prodotti agroalimentari in Europa. Un elemento in passato più volte utilizzato per rassicurare i consumatori.
Giovanni D’Agata