Martedì mattina, a dispetto di ogni scongiuro, incrociamento massimo e implorazione all'altissimo, le rosse son tornate. E fin qui sai che novità.
Il fatto è che sabato ho una comunione, a cui parteciperà tutto il parentame.
Io sognavo (cogliona) di andarci in compagnia diuna consapevolezza nuova, nata all'ombra di un test positivo. Sai quella splendida sensazione di portare un segreto nel grembo, gli albori della vita e nessuno che sospetta. E tu fremi vorresti gridarlo al mondo, - massì maddai mo a qualcuno lo dico, mi confido, ma che sarà mai - e ti immagini già la faccia che faranno, pregusti la loro sorpresa e la loro incredulità.
Occhei occhei la smetto coi voli pindarici. Perché invece alla comunione ci andrò in compagnia diun' incazzatura antica (tanto quanto la mia caccia), nata alla luce dell'evidenza dei fatti: un ciclONE che non lascia dubbio alcuno (perché ancora ne avevi qualcuno Nina? Eddaai!).
Martedì pomeriggio squilla il telefono.
Rispondo e la voce cristallina della mia cuginetta mi sorprende. Con lei ci sono cresciuta, è una parte di me, è come una sorella, le voglio un bene dell'anima. Mi chiede come sto, le vomito addosso una serie di cose sicura a mille della sua comprensione: lei sa tutto di me, non le ho mai nascosto nulla. Sa anche dei miei problemi di infertilità, cosa che ha sempre maneggiato con cura e delicatezza.
Poi le chiedo di lei.
Mentre mi parla la voce le trema un po', ma in modo impercettibile. Non lo noto immediatamente, o almeno non a livello cosciente. Una parte del mio cervello registra la discrepanza, ma non la interpreta come un segnale, un indizio di qualcosa. Così mi lascio cullare dal suo racconto, seguo le sue parole con attenzione e partecipazione. Poi a un tratto lei si ferma, prende fiato e sputa il boccone che le ostruiva la gola:
- Nina, sono incinta, sono al terzo mese -
- GULP -
Come nei fumetti ingoio a secco. L'emozione mi travolge. Un misto di sentimenti contrastanti mi esplode dentro, gli occhi si gonfiano di lacrime. Le dico che sono felice, terribilmente felice, che è incredibile, mi ha sorpresa perchè non mi aveva mai detto di cercarlo un figlio. Quando riprende lei a parlare la voce non le trema più, è ferma. Adesso so da cosa dipendeva.
Mi spiega che conoscendo la mia sofferenza, il mio percorso doloroso alla ricerca di questa benedetta maternità, esibire così la sua le sembrava un atto indelicato nei miei confronti, aveva paura di farmi del male.
- Io lo so cosa stai pensando. Sei felice per me e triste per te. Ti chiedi "Perchè a me no e a lei si? Perchè per lei dev'essere così facile?" Io lo capisco davvero come ti senti. -
Mi confida che quando le persone che ami devono faticare e soffrire così tanto per raggiungere quello che a te viene elargito in un attimo, ti senti anche in colpa, non riesci a viverti pienamente la tua gioia, quasi che tutta insieme, così, tu non la meritassi. Stavolta sono io a comprendere, ma per altri motivi.
- Per ora lo sanno solo i miei familiari e le amiche più strette. Però volevo dirtelo prima di sabato, prepararti perchè la pancia...bè... ormai si vede e non volevo che lo scoprissi così -
Mi commuove la sua sensibilità, la sua premura verso i miei sentimenti. Le sono grata per il tatto che ha dimostrato.
Mi sento capita e questo mi fa bene, mi aiuta a vivere pienamente il momento, perchè tutte e due le parti di me (sia quella buona che prova una gioia sincera, sia l'altra che invece prova quell' invidia che non si può spiegare), entrambe possono convivere, esprimersi ed essere accolte. Non mi sento giudicata, non mi sento sbagliata.
Certo che poi, con la gente che c'è in giro, una cosa così è davvero rara, lo riconosco.
La storia della gravidanza di mia cugina.
A gennaio aprono le danze, così senza aspettarsi nulla, convinti che tanto, visto l'andazzo generale, qualche mese ci vorrà prima di riuscire a mettere in forno la pagnottina adorata.
Il mese dopo, all'uscita dal lavoro, un bambino qualunque per strada le si avvicina e la chiama " Mamma ".
Lei intenerita gli risponde: " Non sono Mamma ".
Poi compra un test, và a casa, lo fa e scopre di essere incinta.
Punto.
La facilità della cosa mi sconcerta. Quasi una favola per quelle come noi, ormai.
Invece è esattamente come dovrebbe essere, è proprio così che dovrebbe andare per tutte.
La semplice consequenzialità degli eventi, la perfezione dell'equazione: fai all'ammòre uguale rimani incinta.
E porcatroia.
Sabato mia cugina farà l'annuncio ufficiale al parentado tutto.
Sabato vedrò nei suoi occhi e in quelli degli altri la gioia che sognavo di vivere io (all'ombra del mio test fresco di postivo). Ascolterò le domande e le raccomandazioni che le faranno, i racconti delle ecografie, i primi aneddoti e tutto il resto.
Vedrò le premure e le attenzioni che le riserverà il suo compagno, la sua famiglia e tutti gli altri.
Sabato lei sarà al centro dell'attenzione, lei e il suo pancino, come è giusto che sia.
Sabato accarezzerò per un attimo la felicità, la sentirò scorrere dentro, per poi salutarla mentre saluto mia cugina, perchè non mi appartiene e rimarrà soltanto sua.
Sabato, lo so con certezza matematica, qualcuno (più di uno) dei miei parenti (i più discreti), verrà da Me&Lui e si sentirà autorizzato a chiderci (again and again and again)
- E voi? Che aspettate? -
- E voi? Quando lo fate un figlio? -
- E noi...e noi....e noi. -
Ma non sarò sola, avrò la complicità di Lui e quella di mia cugina che mi sosterranno con lo sguardo impedendomi di sentirmi la vittima di turno, la diversa, la mancante.
E poi avrò fisso in mano un calice di vino pieno, come un'appendice a prosecuzione del mio arto.
E non è poco.
A ben vedere uno pseudo-annuncio ce l'avrei anche io da fare, un mezzo discorsetto pronto. Diciamo che suonerebbe grosso modo così:
(Calice levato al cielo)
- Noi? E noi, cari zii e cugini, noi abbiamo grandi progetti. Noi stiamo cercando una casa, per preparare il nido, la tana.
Noi, appena avremo finito col trasloco e ci saremo sistemati, cominceremo con la FIVET e io avrò un post caldo e accogliente dove affrontare la cova, con la serenità e la tranquillità necessarie in un percorso così difficile e faticoso.
Noi stiamo costruendo le condizioni affinchè i nostri sogni si realizzino.
Noi non ci arrendiamo, non ci diamo per vinti.
Noi siamo guerrieri, siamo lottatori.
Noi andremo lontano.
Noi...e chi c'ammazza a noi! -
E poi continuerei a bere...