Survival International, il movimento dei popoli indigeni
Creato il 30 dicembre 2011 da Gianfrancodv
@Gdv1964
Vorrei dedicare questo ultimo post di Sancara del 2011 a Survival International, un'organizzazione non governativa, oramai mondiale, nata nel 1969, e che si occupa della difesa dei popoli indigeni dell'intero pianeta. La nascita di Survival si deve ad un'articolo dello scrittore (da noi poco conosciuto e morto nel 2003) Norman Lewis, autore di innumerevoli reportages di viaggi, apparso nel 1968 e che denunciava il genocidio dei popoli indigeni del Brasile. Dallo sdegno per gli orrori che si stavano commettendo, nacque, a Londra Survival con lo scopo di dar voce e difendere le popolazioni indigene di tutto il mondo minacciate dalla prepotenza dei governi e degli interessi economici sulle terre dove essi vivono.Survival agisce su vari settori - sul campo e negli oltri 82 paesi del mondo dove oggi è attiva. Lavora nel campo dell'educazione e della didattica, fornisce un supporto legale alle popolazioni minacciate e lancia campagne internazionali per la protezione delle popolazioni indigeni.Per restare nella sola Africa, Survival lavora in particolare con i Boscimani del deserto del Kalahari nel Botswana (di cui Sancara si era già occupato) minacciati da chi voleva scacciarli dalle loro terre (ricche di diamanti e utili per il turismo), chiudendo i loro pozzi d'acqua. Su questo tema, l'azione di Survival è stata premiata con una vittoria dopo una disputa legale durata anni.Dal 1993 Survival è impegnata con i Masaidella Tanzania, che continuano ad essere deprivati delle loro terre (che sono la loro sopravvivenza) per dar spazio a coltivazioni intensive ed ad essere esclusi dalla gestione dei parchi nei quali essi, da centinaia di anni, vivono.Vi sono poi le azioni con gli Ogiek del Kenya, minacciati dalla cessione delle loro foreste a speculatori di vario genere, pronti a distruggerele per il proprio tornaconto economico.Survival è molto attiva con un'intensa campagna tra i popoli della Valle dell'Omo in Etiopia ( tra cui i Mursi), contro la devastazione del territorio determinata dalla costruzione delle grandi dighe, tra cui il progetto faraonico denominato Giba III (di cui Sancara aveva parlato in questo post).Vi sono poi azioni tra i Pigmei della Repubblica Centroafricana, la cui foresta - fonte della loro esistenza - viene erosa lentamente dalla necessità di terre coltivabili, senza che ad essi venga riconoscita nessun diritto sui luoghi dove da sempre vivono.In Africa Occidentale (in particolare in Camerun), tra i Mbororo, popolo di agricoltori, Survival è impegnata ad aiutare questa popolazione a difendersi dall'accaparramento di terre coltivabili (land grabbing) che in Africa avviene sotto gli occhi, spesso chiusi, della Comunità Internazionale.Infine tra le azioni di Survival in Africa vi è quella con le popolazioni dei Nuba del Sudan, al centro di una disputa territoriale che si è aggravata dopo la nascita del Sud Sudan (a cui i Nuba erano legati).
La necessità di difendere e tutelare queste popolazioni non è solo un fatto, talora ritenuto un pò snob, di aiutare i deboli della terra a far valere i loro diritti contro i potenti. Si tratta di incidere profondamente su di un pensiero - spesso sostenuto anche dai governi - che le popolazioni indigene debbano necessariamente "svilupparsi" secondo stili di vita che snaturerebbero completamente le loro tradizioni e la loro cultura. In Africa (ma il discorso vale per altre aree del pianeta), contrariamente a quanto avvenuto in Europa, oggi convivono nello stesso tempo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, una modernità assoluta e una tradizione antica. Popoli come i Boscimani -. che oggi non raggiungono le 100 mila persone - del Botswana, presenti nell'area da decina di migliaia di anni, vengono oggi ritenuti quanto di più simile esista al modo di vivere dei primi uomini apparsi sul nostro pianeta. Tutelare la loro autodeterminazione è un fatto culturale di primaria importanza qualsiasi azione atta a forzare (in qualsiasi direzione) le trasformazioni sociali di queste popolazioni può risultare fatale per la loro stessa sopravvivenza. E' naturale che le forzature valgono sia quando si tenta di togliere loro la possibilità di vivere sottraendogli il loro territorio, sia quando non si vogliono ascoltare le loro rivendicazioni o tener conto della loro rappresentanza, sia quando si invadono con le nostre telecamere e le nostre cineprese.
Far circolare le informazioni sulle campagne di Survival e sostenerle in tutti i modi è un'azione che vi invito a fare.
Naturalmente Survival è impegnata in azioni in tutto il mondo in particolare, oltre che in Africa, in Sud America e in Asia-Oceania.
Vorrei anche segnalare la sensibilità di una giovane atleta nazionale della canoa. La veneziana Angela Prendin (originaria di Oriago, ma portacolori del Canoa Club Mestre) che recentemente, ai mondiali di Bratislava, ha qualificato la sua imbarcazione del K1 per le Olimpiadi di Londra 2012. Angela da anni ha scelto di dare il suo contributo alla conoscenza di Survival, inserendo il logo sulla sua canoa. Un gesto che per Angela (ho avuto modo di conoscerla) ha un grande valore perchè coniuga la sua passione sportiva con una sensibilità rara ed intelligente verso il mondo. Angela racconta come si sia avvicinata a Survival attraverso un biglietto di auguri natalizi, che un amico le aveva spedito, che ritraeva un Inuit che trascinava la sua canoa tra i ghiacci. Ancora una volta, la sua passione, la canoa, è stata il motore di una scelta di vita che oggi la portano ad essere una testimonial attenta del grande impegno di Survival a favore dei popoli del mondo. Grazie Angela.Ecco il sito della sede italiana di Survival International
Naturalmente colgo l'occasione di inviare a tutti Voi che leggete queste pagine i migliori Auguri per il 2012 nella speranza che possa essere un anno in cui vi sia più giustizia per tutti.
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