Trama: mentre i morti viventi spadroneggiano ormai sulla Terra, un gruppo di ex militari assieme a un ragazzino decidono di cercare rifugio su un'isola. Il problema è che lì dura da decenni una faida tra due uomini e che l'epidemia ha a dir poco esacerbato i toni della diatriba...
"Ma vah, non è quello di Romero". "Ossignore, sono incappata in un plagio della Asylum". "CosadiavolostaiguardandoBolla???". Questi ed altri ben più coloriti pensieri sono passati per il mio cervellino perplesso guardando Survival of the Dead, forse il punto più basso mai toccato dall'infinita saga Romeriana dedicata ai morti viventi (ma non ho mai visto Le cronache, quindi potrei anche sbagliarmi). Per dirla in parole povere, non riesco ancora a credere che lo stesso regista considerato, giustamente, un maestro dell'horror moderno, abbia potuto sceneggiare e dirigere quest'immonda ciofeca dove ogni dialogo sembra scritto da un branco di babbuini amanti del cinema di serie Z, ogni scena pare recitata dai membri del circolo parrocchiale e ogni effetto speciale creato da un ragazzino che non sapeva come passare il tempo. I personaggi sono privi di carattere (figuriamoci che ad un certo punto spuntano due gemelle tranquillamente intercambiabili e che il ragazzino non ha neppure un nome...), non c'è un minuto di suspance, non c'è un secondo di riflessione, il gore è davvero ridotto all'osso e mi sembra non ci sia neppure quella critica sociale che animava i primi capitoli della saga, a meno che non si prenda in considerazione il simpatico finale dove i morti sono costretti a ripetere gli stessi errori di quando erano in vita, a mo' di punizione eterna. Ho provato anche a convincermi del fatto che tutte queste mancanze fossero frutto di una precisa scelta stilistica, del desiderio di mostrare un mondo allo sbando, dove tutti i viventi sono tranquillamente assimilabili ai morti, dove nulla conta più, nemmeno l'individualità, dove il tempo pare essersi fermato e poi tornato all'epoca delle faide familiari (vedi i nomi dei clan, che sembrerebbero presi paro paro da qualche vecchio western) ma, insomma.... dai, non stiamo a fare coglionella. 'sto film fa schifo.
Del regista e sceneggiatore George A. Romero ho già parlato qui.
Alan Van Sprang interpreta Sarge. Canadese, ha partecipato a film come La terra dei morti viventi, Saw III – L’enigma senza fine, Le cronache dei morti viventi e a serie come Nikita, Psi Factor e Monk. Ha 42 anni.
Kenneth Welsh interpreta Patrick O’Flynn. Indimenticabile ed inquietante Windom Earle della serie I segreti di Twin Peaks, ha partecipato a film come Radio Days, Mr. Crocodile Dundee II, Vento di passioni, The Aviator, The Exorcism of Emily Rose, The Fog – Nebbia assassina, I fantastici 4 e Silver Surfer e ad altre serie come Ai confini della realtà, X-Files, Oltre i limiti, The Hunger e Smallville. Canadese, ha 71 anni e due film in uscita.
Il film fa parte ovviamente della sterminata opera romeriana dedicata agli zombie e segueLa notte dei morti viventi, Zombi, Il giorno degli zombi, La terra dei morti viventi e Le cronache dei morti viventi. I primi quattro li ho visti (tre capolavori e un film comunque gradevole) mentre Le cronache mi mancano. Quindi, se Survival of the Dead – L’isola dei morti viventi vi fosse piaciuto consiglio il recupero almeno delle prime quattro pellicole e aggiungerei Shaun of the Dead e Benvenuti a Zombieland, ché almeno fanno ridere consapevolmente. ENJOY!!