Survivalist – Quando Fallout incontra gli zombie

Da Videogiochi @ZGiochi
di Francesco Dellagiacoma

Survivalist è un videogame indie prodotto da Bob the Game Development Bot, ibrido tra RTS e Tactical RPG, ed i videogiocatori di vecchia data non faranno fatica a riconoscere le svariate influenze che questo titolo presenta. Ci ritroveremo immediatamente calati nei panni di Joe Wheeler, un tizio abbastanza ricco da potersi permettere un bunker privato nel deserto, da usare giusto in caso di apocalisse zombie. Dopo un anno le provviste a disposizione del nostro eroe finiscono, costringendolo ad uscire per una scampagnata all’aria aperta, tra infetti, sopravvissuti e criminali.

Insomma l’ambientazione è quella classica post-apocalittica che prodotti come The Walking Dead e Fallout: New Vegas ci hanno insegnato ad apprezzare: niente di nuovo sotto questo punto di vista.

Paese che vai, sopravvissuto che trovi

Alla base di Survivalist non troverete inventari zeppi di armi, infetti giganteschi o infinite orde di zombie, ma il concetto di comunità. Già, infatti per sopravvivere in questo mondo post-apocalittico non potrete contare solamente sulle vostre forze, ma dovrete quasi necessariamente unirvi ad altri sopravvissuti, in modo da aumentare il vostro range di abilità. In Survivalist il giocatore potrà infatti dilettarsi con un team che arriva fino a quattro personaggi, gestendone separatamente inventario, abilità e quest. Uno degli aspetti più importanti del gioco è l’inventario. Come ben saprete in ogni gioco survival che si rispetti, la cosa più importante è razziare qualsiasi cosa di utile si trovi in giro, dalle munizioni ai pacchetti di patatine, dai fiammiferi alle bende. Ogni oggetto trovato è potenzialmente fondamentale per la sopravvivenza del vostro gruppo, e sotto questo punto di vista gli sviluppatori hanno fatto un lavoro egregio: gestire l’inventario è tutt’altro che semplice. Come prima cosa ogni personaggio ha uno spazio (peso che può portare) decisamente limitato. Sarà quindi fondamentale scegliere bene cosa portarsi appresso, cosa lasciare al proprio bunker e cosa abbandonare definitivamente. Ogni oggetto infatti ha un proprio peso specifico, dalle munizioni alle bottiglie d’acqua, e molto spesso sarete costretti a lasciare indietro qualcosa di importante. Volete un esempio? Per costruire una staccionata protettiva vi serviranno delle assi di legno, ed una sola di esse occupa normalmente tutto l’inventario di qualsiasi personaggio, costringendovi a far avanti e indietro innumerevoli volte per portare a termine la costruzione. Fustrante? Un pochino, ma è un tipo di realismo che ci piace.

I personaggi che incontrerete durante la vostra avventura sono una piacevole sorpresa. Sia che decidano di unirsi al vostro gruppo di sopravvissuti, sia che si tratti di NPC, avranno tutti una propria personalità, un certo background, delle motivazioni che li spingono ad andare avanti e determinate caratteristiche. Basti pensare che uno dei primi personaggi che si unirà a voi sarà affetto da diabete, e necessiterà di periodiche iniezioni di insulina, da trovare razziando farmacie, o barattandole in cambio di oro (materiale sul quale è fondata l’economia del mondo di gioco). Oltre a svariati personaggi ben caratterizzati (in tutto, tranne che nei modelli, a dire il vero un pochino deludenti) avrete anche moltissime opzioni di dialogo. Esse non sono state introdotte tanto per, ma influiscono in maniera decisiva su come gli altri si comporteranno nei vostri riguardi. In sostanza? I personaggi si ricordano di quello che fate e che dite, ed agiranno di conseguenza in base alle vostre scelte. Quindi se derubate un personaggio incontrato per caso all’inizio del gioco, e dopo alcune ore lo ritrovate, non aspettatevi che si sia dimenticato il vostro volto.

La componente open world di Survivalist aiuta il gioco a trasmettere un feeling di insicurezza e precarietà. Spesso e volentieri gli zombie compariranno all’improvviso dagli estremi della schermata, caricandovi senza tante chiacchiere, e rischiando di mettervi in seria difficoltà se non siete rapidi a scrollarveli di dosso. C’è da ammettere che per essere un videogame basato sull’apocallise zombie, Survivalist si concentra relativamente poco sui cari vecchi infetti. Ovviamente non c’è da prenderli sotto gamba: in gruppo sono estremamente pericolosi (e veloci!) e con ogni colpo inferto rischieranno di infettarvi con quattro livelli diversi di malattia. La più blanda ci metterà una settimana a trasformarvi, dandovi tutto il tempo di trovare una dose di vaccino, mentre la più pericolosa vi renderà dei mangiacervelli istantaneamente. Insomma, questi zombie non sono da prendere alla leggera, ma sono decisamente più gestibili rispetto ai vari gruppi di banditi armati fino ai denti che potrete incontrare in giro.

The Walking Dead insegna, e Survivalist conferma: il vero pericolo sono i vivi.

L’interfaccia di gioco ed l’impostazione dei menù non è tra le più pratiche sulle quali abbiamo messo mano. Nella parte sinistra dello schermo si controlla il proprio alter ego con visuale dall’alto, mentre la parte destra è divisa in tre settori: il primo è un -inutile- close up con la faccia del personaggio utilizzato in quel momento, il secondo contiene una classica mini mappa, ed il terzo ci da qualche informazione sulle condizioni attuali (munizioni, salute, arma equipaggiata). Premendo il tasto F1 potrete accedere ad una serie di menù per la gestione del proprio personaggio, della comunità, delle quest e per visualizzare la mappa di gioco. Il menù del personaggio comprende da una parte l’inventario, e dall’altra una serie di barre: 5 per le abilità del personaggio (forma fisica, armi da fuoco, costruzioni, medicine e agricoltura) e 3 con le sue condizioni attuali (fame, sete e sonno). Le prime cinque possono essere aumentate sia con particolari oggetti (riviste di armi da fuoco ad esempio), sia ripetendo determinate attività (correre molto per migliorare le proprie condizioni fisiche ad esempio). Mentre le altre tre vanno sempre tenute sotto controllo, per evitare la morte del proprio personaggio. Ecco quindi che vi ritroverete a dover gestire provviste e scorte d’acqua con criterio per riuscire a sopravvivere. Abbiamo quindi di fronte un indie con meccaniche veramente profonde, forte di un sistema di gestione degli oggetti veramente ben costruito, con moltissime quest ed una mappa di gioco vastissima. Per esplorare ogni area e completare ogni quest impiegherete come minimo una quindicina di ore, il che è ottimo per un prodotto che costa solamente 5$.

Per gestire al meglio la propria comunità di quattro personaggi, il gioco propone un sistema piuttosto comodo: premendo il tasto ctrl si entrerà in una modalità gestionale dalla quale si potranno assegnare al proprio team vari compiti. Nulla vi impedirà di assegnare ad un personaggio il compito di costruire una palizzata attorno al vostro rifugio mentre voi vi dilettate nel completare una missione per conto di qualcuno in una città dall’altra parte della mappa.Libertà: è questa la parola chiave di Survivalist. Sarete liberi di completare le missioni che preferite, di abbandonare personaggi al proprio destino o di aiutarli. Di uccidere qualcuno che vi ha assegnato una quest per il semplice fatto che volete la ricompensa e non avete voglia di lavorare (magari ritrovandovi poi a combattere tutta la comunità del personaggio che avete assassinato). Survivalist offre ampissime scelte al giocatore, lasciandolo libero di affrontare l’apocalisse nella maniera che preferisce.

Survivalist tuttavia, pur essendo un prodotto solido e ben congegnato non è esente da difetti. In primo luogo il sistema di combattimento è tutt’altro che profondo, e solitamente si limita ad un frenetico premere la barra spaziatrice per calciare via gli zombi, per poi finirli sparandogli grazie al sistema di puntamento automatico. La gestione dell’inventario è sì molto profonda, ma non risulta comodissima: scambiare oggetti con la propria comunità o depositarli nel proprio rifugio a volte richiederà più tempo del necessario. I modelli dei personaggi non sono realizzati con gran cura, così come le animazioni. Inoltre pur presentando dialoghi e personaggi ben scritti, Survivalist non ha una trama particolarmente interessante, comportandosi più come una sandbox piena di quest in questo senso. Una menzione speciale va fatta al comparto audio, ed in particolare alla colonna sonora, ben realizzata, caratteristica e piacevole da ascoltare.

Fa piacere quindi vedere un videogame basato sull’apocalisse zombie, per una volta, ben realizzato. In questo senso c’è da lodare il team dietro a Survivalist, che ci propone un gioco profondo, tecnicamente ben fatto e molto divertente ad un ottimo prezzo, e non il solito abbozzo copia-incolla di DayZ.


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