Thriller con protagonisti Milla Jovovich e Pierce Brosnan, Survivor è l’ennesimo prodotto post 11 settembre, che si lascia guardare, ma non aggiunge nulla di nuovo a un genere oltremodo saturo.
Kate Abbott è assegnata all’ambasciata americana di Londra dove si deve occupare di prevenire eventuali attacchi terroristici. Dopo essere fortunatamente scampata all’esplosione di un locale, dovrà scappare dalla polizia e dall’“orologiaio”, un pericolosissimo killer.
Privo di grandi ambizioni e frutto di un lavoro sul mantenimento della tensione, Survivor è un lungo inseguimento, nel quale la burocrate Jovovich si scontra con il cattivo a tutto tondo Brosnan. Non ci si aspettava nulla di diverso da un classico thriller movie di sufficiente fattura e le attese non sono state smentite. Difatti Survivor si presenta come una pellicola dall’intreccio narrativo semplice e convenzionale, un film che possiede le carte in regola per essere iscritto al genere action. Tuttavia l’esercizio di stile di McTeigue si ferma qui e non vi si trovano sussulti, svolte interessanti e profondità psicologica. Survivor è scorrevole, fluido nella sua macchinazione narrativa, ma non lascia il segno e manca l’appuntamento con il coinvolgimento.
Pellicola che apre le danze a Londra e le chiude a New York, Survivor mette in scena un cattivo a tutto tondo (spietato e disinteressato), interpretato da un inedito Brosnan, e una donna brava nel suo lavoro e interessata a sopravvivere, che fugge per buona parte della pellicola, divenendo un’eroina patriottica dal cervello fino e dal sangue freddo. McTeigue non si dilunga in macchinose spiegazioni preferendo una costruzione filmica semplice, che non lascia nulla al caso e nemmeno troppi dubbi nella mente dello spettatore. Tuttavia, nonostante la convenzionalità, il regista ha il pregio di non soffermarsi troppo sugli stereotipi e di mantenere un buon ritmo, che permette al pubblico di rimanere perennemente in bilico sul filo della tensione. Questo è l’aspetto positivo di un film che, diversamente, sarebbe un mero riempitivo.
Niente di più e niente di meno di un film d’azione privo di colpi di scena, Survivor si salva in corner facendo leva sulla capacità di McTeigue di non perdersi nei meandri di una sceneggiatura scarna, che lascia spazio alla fisicità delle scene e degli attori impegnati. Un’ora e mezza non indimenticabile, ma nemmeno una perdita di tempo, che si trascina stancamente fino alla conclusione.
Uscita al cinema: 21 maggio 2015
Voto: **1/2