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Susanna non è vero che Monti non sa più cosa fare, dice e fa quello che ha sempre fatto e detto. Economicamente è un fascista, è contro la concertazione, la Costituzione e vuole i servi della gleba.

Creato il 14 settembre 2012 da Slasch16

Susanna non è vero che Monti non sa più cosa fare, dice e fa quello che ha sempre fatto e detto. Economicamente è un fascista, è contro la concertazione, la Costituzione e vuole i servi della gleba.Tutta la sua storia di economista capitalista e parassita ha portato acqua ad un fiume solo, quello dello sfruttamento capitalista. Nessuna concertazione, nessuna equità, nessuna eguaglianza e nessun diritto al lavoro, praticamente un anticostituzionalista della prima ora.
Forse non è nemmeno fascista è un cattolico che segue il vangelo non crede e non vuole la concertazione ma sogna il padrone che non c’è, quello della parabola di Gesù che vi riporto:

All’inizio della parabola vediamo il padrone della vigna che va in cerca di lavoratori; si Susanna non è vero che Monti non sa più cosa fare, dice e fa quello che ha sempre fatto e detto. Economicamente è un fascista, è contro la concertazione, la Costituzione e vuole i servi della gleba.porta in piazza, vede alcuni disoccupati e li manda a lavorare nella sua vigna, concordando con loro la paga: un denaro al giorno. Non cerchiamo di vedere se a quei tempi la paga di un denaro al giorno fosse giusta o ingiusta: qui la cifra ha solo un valore simbolico. Sta di fatto che gli operai accettano la paga e con piena tranquillità si mettono al lavoro.

Il padrone si reca poi di nuovo in piazza, a metà mattinata, a mezzogiorno, nel pomeriggio e persino verso sera, quando oramai resta solo più un’ora per lavorare. Trova ancora degli sfaccendati e li manda tutti nella vigna, assicurando di dare a tutti una giusta paga.
E qui si verifica il grande «scandalo»: il padrone della vigna – al termine della giornata – provvede a pagare gli operai, ma comincia non dai primi (quelli che hanno lavorato tutta la giornata), bensì dagli ultimi arrivati: e a ciascuno di essi dà la stessa paga che aveva pattuito al mattino, con i primi lavoratori.

Già il fatto che il padrone cominci dagli ultimi, appare strano. Che poi dia la medesima paga a tutti (non tenendo conto delle ore lavorative di ciascuno), appare anche ingiusto. Era logico che gli operai della prima ora pensassero – e sperassero – di ricevere una paga maggiore. Invece no! La prima reazione, non solo dei lavoratori della parabola, ma anche nostra, è evidente: quel padrone è stato ingiusto! Eppure Gesù, nel narrare questa parabola, ha voluto insegnarci un aspetto molto importante dell’atteggiamento del padrone della vigna.

Vi metto il link per chi volesse approfondire l’analisi della parabola fatta da Don Rodolfo Reviglio.
GLI OPERAI NELLA VIGNA

In sintesi si potrebbe dire che gli ultimi arrivati al lavoro, quelli che hanno lavorato di meno, sono i preferiti da Gesù in quanto ultimi.
Se Gesù fosse vissuto di questi tempi c’è il forte rischio che i suoi preferiti fossero gli statali, i parastatali e tutti gli imboscati del sottobosco clientelare. Tutti i parassiti che ci sono anche nelle aziende private, io ne ho conosciuto parecchi.
Monti deve essere un economista cresciuto ed istruito dalla scuola cattolica e capitalista e quindi è contro la concertazione democratica, gli piace il padrone buono che si presenta bene, come lui, ma che te lo mette in quel posto ugualmente.
La concertazione è democratica e di sinistra, prevede una certa eguaglianza etica ed è per questo suo rifiuto mentale che mi sembra un po’ fascista e non rispettoso dell’art. 1 della Costituzione.
La Fornero è uguale, se non peggio, un ministro che dice che il lavoro non è un diritto non dovrebbe fare il ministro in un Paese con la nostra Costituzione.
Colgo l’occasione per dire  che il lavativo, il paraculo, nell’ambiente di lavoro è strutturalmente necessario al padrone, al manager, al dirigente di qualsiasi azienda privata o pubblica.
Io conosco bene il privato, del pubblico so quello che ho sentito dire e penso che chi fa il suo dovere nell’azienda pubblica di qualsiasi tipo sia il più mortificato di tutti. E’ circondato da parassiti ed è considerato un nemico, un maniaco.
Nel privato, in modo particolare nelle piccole aziende, il paraculo è usato dal padrone per non riconoscere i diritti di chi si fa il mazzo, produce, rende.
Mi è capitato di un mio titolare, gran persona se paragonato ai figli, che in una trattativa nella quale gli chiedevo un aumento di stipendio mi rispondesse così: io te le darei 100.000 lire in più al mese, le meriti, ma darle a te significherebbe darle anche agli altri che non le meritano equindi non se ne fa niente.
Praticamente ha usato il paraculo per farsi da paravento.
Essendo giovane ma più paraculo dei paraculi ho cambiato strategia, ho fatto la trattativa per settore ed in questo caso si trattava del magazzino ricambi di una concessionaria auto.
Eravamo in due e fatturavamo in continua crescita, un anno abbiamo addirittura raddoppiato il fatturato, ed io mi sono presentato per discutere gli aumenti di stipendio.
Mi ha dato la stessa risposta della volta prima, io li darei a te ma darli a te significa darli anche a X, il mio collega e non posso.
Io mi ero presentato chiedendo 150, questa volta per prepararmi alla botta successiva, nel senso che di solito ci si incontra a metà.
La sua risposta mi accese una lampadina nella testa e gli risposi: allora facciamo così, 75 a testa e lei non aumenta la spesa.
Missione compiuta, obiettivo raggiunto.
L’anno dopo il mio collega, sentendosi mortificato dal fatto che i suoi aumenti di stipendio li doveva sempre a me mi disse: quest’anno vado io a parlare. Va bene, risposi.
Dopo circa un’ora tornò in magazzino mortificato, non aveva spuntato una lira ma ebbe la modestia di dirmi: è meglio che vai tu, mi ha detto un po’ di parole e mi ha messo nel sacco, non ho saputo rispondere.
Quindi la concertazione ci vuole, è vitale, e Monti lo sa per questo è contro ed anche per un’altra ragione che vi vado ad esporre.
I manager, adesso i padroni sono veramente pochi, sono dei grandi paraculi, hanno studiato e sono preparati per fottere il sottoposto in scuole speciali come la Bocconi.
Per trattare la controparte, i rappresentanti dei lavoratori, devono essere più paraculi di loro ed è per questo che spesso la base, i lavoratori non capiscono le strategie, i colpi di spada o di fioretto e pensano che il sindacato si venda, anche se in qualche caso è accaduto, loro considera solo il risultato finale in busta paga.
Molti lavoratori erano nel Pci per ideali di uguaglianza, diritti e libertà. Tantissimi erano nel Partito perchè era forte, nella Cgil perchè era forte e garantiva aumenti di stipendio e diritti.
Opportunisti della prima e dell’ultima ora quando è cambiato il vento hanno mollato tutto e sono andati altrove, alcuni persino nella lega.
Ma era solo un discorso di bottega, interesse, gli ideali non c’entrano e non li hanno lordati.
Chi li aveva li ha ancora, oggi più che mai.
Ho divagato, scusate, ma alla Susanna devo dire una cosa: Monti sa benissimo cosa deve fare da decenni, ha studiato ed ha insegnato la strategia e le procedure per eliminare i diritti dei lavoratori e darli in pasto al mercato.
E’il sindacato che deve studiare bene la strategia per coinvolgere i lavoratori, unirli nella lotta e rendere chiaro, visibile l’obiettivo finale che va ben oltre la conservazione del posto di lavoro.
Qui è in pericolo la Democrazia, si calpesta la Costituzione.
I ricchi sanno piangere così bene che spesso i poveri mollano loro qualcosa.
Pomigliano è l’arma più potente che ha in mano Marchionne e chi vuole intendere intenda.
E’ figlia dell’Alfa Sud, in centinaia si mettevano in malattia e facevano il doppio lavoro.



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