Dr. Frank Mandel/Udo Kier:-“La sfortuna non viene portata dagli specchi rotti, ma dalle menti spezzate.”
Sarah/Stefania Casini :-“Susie, te ne sai niente...di streghe?”
Olga:-“Susie...Sarah...Una volta ho letto che i nomi che iniziano con la lettere 'S' sono nomi di serpenti! Sssss! Ssssss!”
Helena Markos :- [destata dal suo sonno rantolante] “Chi è? Chi è? Ah, io ti aspettavo! Saei la ragazza americana! Sapevo che saresti venuta. Sì, e vuoi uccidermi! Vuoi uccidere Helena Markos!”
[Sparisce, ridendo]
Helena Markos :-“Volevi uccidermi!Volevi uccidermi! Cosa farai ora, eh? Ora la morte è in arrivo, per te!”
Helena Markos: “Volevi uccidermi! You wanted to kill me! Volevi uccidermi! What are you gonna do now, huh? Cosa farai ora, eh? Ora la morte sta arrivando per te! L'inferno, è dietro quella porta! Stai andando incontro alla morte ora ... I MORTI VIVENTI! I MORTI VIVENTI!”
Suzy Bannion/Jessica Harper :- “Ehi, grazie, la mia stanza è davvero carina.”
Olga/Barbara Magnolfi :-“Ti piace? Tu sei dolce, scommetto che staremo bene insieme.”
Suzy Bannion : -“Anche se ho il nome di un serpente? “
Olga :-“Oh, stavo solo scherzando! Non dirmi che sei permalosa come Sarah.”
Suzy Bannion : -“No.”
[Prime battute]
Narratore/voce di Dario Argento:-”Suzy Banyon aveva deciso di perfezionare i suoi studi di balletto nella più famosa scuola di danza in Europa. Aveva scelto la celebre accademia di Friburgo.. Un giorno, alle nove del mattino, aveva lasciato l'aeroporto Kennedy di New York, ed era arrivata in Germania, alle 22:40 ora locale. “
Una giovane ragazza americana arriva in un accademia di balletto e scopre che diverse persone associate con l'Accademia stanno morendo in modi orribili....
“Suspiria” fu il sesto lungometraggio diretto da Dario Argento, ed è considerato da molti il suo migliore e uno dei film più spaventosi mai realizzati. E' uno dei film più spaventosi mai realizzati? Sicuramente sì, ed è impossibile detrarre qualcosa ad un film che a distanza di trentacinque anni ha conservato immutato il suo alto valore nello spaventare lo spettatore; in più, i tocchi stilistici barocchi, di cui è inondato questo film non tendono a (per me, almeno) togliere neppure un po' del valore spaventoso del film. Tuttavia, i tocchi stilistici sono anzi di inebriante delirio, e a lungo andare sono loro a reggere il film, maggiormente che la storia stessa, la quale se vogliamo non reggerebbe fino in fondo, se non fosse però che il film ha appunto uno stile e un gusto visivo ed inventivo così entusiasmante da spegnere ogni perplessità. Oggi incontestabilmente, si può affermare che “Suspiria” sia un grande film, e la musica dei Goblin qui addirittura superiore che in “Profondo rosso”, anche se non è sempre utilizzata parsimoniosamente come forse qualche critico cariatide e parruccone dell'epoca ebbe a rimostrare e rimostrerò io, in seguito, è proprio in questa sua onnipresenza e a tutto volume, che fa molte scene ancora più spaventose di come sarebbero potute essere, ma anche lo stesso suono del film è molto particolare e ricercato al fine di riuscire a creare un contesto sonoro il più spaventoso possibile. Ci sono poi nel film innumerevoli momenti memorabili anche solo come bellezza di inquadrature e riprese, per loro maestria di costruzione. Alcune ricordano altri famosi film stregoneschi, come la dieta speciale prescritta a Suzy e come prescritto da un poco rassicurante medico interpretato dal mio amico Renato Scarpa, che mi ha riportato alla memoria la dieta imposta a Rosemary dal suo medico in “Rosemary's baby”('68) di Roman Polanski; e ci sono i momenti memorabili della celebre sequenza girata nella piazza di Monaco, quando una presenza invisibile e minacciosa, forse addirittura la morte, circonda il cieco Flavio Bucci, fino alla strepitosa conclusione, che mi ha fatto recuperare e ripensare, dopo molte visioni del film, persino a “La Notte delle streghe”(Burn, Witch, Burn) (Usa'62) di Sidney Hayers, film di cui nessuno si ricorderà ma con molte interessanti intuizioni, riscoperto anche in Italia grazie ad una recente edizione DVD della Sinister/CGHV del buon Cozzi. Aspetto splendido del film è l'uso del colore e della luce dalla chiara ascendenza stilistica baviana, che in questo film come in pochi altri, è riuscito a rendere un senso di terrore e angoscia molto sottile. Gli appassionati veri dell'horror e non solo, dovrebbero anche essere ben in grado di riconoscere Udo Kier e Joan Bennett nel cast. Il film inoltre è caratterizzato dalla presenza ancora magnetica de “La Nuova Garbo”, come veniva chiamata nel nostro cinema italiano degli anni '40 e '50, naturalmente Alida Valli, che poi ritornerà con una caratterizzazione simile anche nel “semi-sequel” “Inferno”.
Sei in una contea straniero, di notte, durante una pioggia torrenziale. Pensa di poter a malapena riuscire a parlare la lingua, ma il tuo accento rende le tue parole incomprensibili. Tutti ti guardano strano, anche se solo perché sei una straniera in terra straniera. Non sai cosa stia succedendo davvero, e anche se puoi aver sentito, ho visto qualcosa che non avresti dovuto, non riesci a ricordare cosa fosse. Ti senti vulnerabile, e molto spaventata, anche se così non dovrebbe assolutamente essere, perchè pensavi che dovessi andare a trovarti in una situazione normale. Tale è la situazione di partenza per Suspiria di Dario Argento, uno dei film più terrificanti mai realizzati, e ancor più di un racconto surreale veramente adulto e perfettamente bilanciato in quasi tutte le sue componenti.
Vorrei ribadire come già sopra quanto il cinema delle origini di Dario Argento viva di situazioni trasognate, oscure e misteriose come quelle di questo grande film. E' tutta una questione di atmosfera, di musica, terrificante, e di una cinepresa utilizzata senza pari, che segue attivamente e con movimenti inusitati, le tracce striscianti dei personaggi attraverso corridoi illuminati da vivide luci colorate, che possono contenere nulla di straordinario come anche un assassino dotato di serramanico. Che poco dialogo vi sia non è necessariamente utile per far avanzare la trama, che ci presenta diversi momenti apparentemente celati e non chiarificatori per lo sguardo, ma una piccola parte di ciò che si è sentito e visto è incredibilmente importante, perché con il nostro intelletto si può attivare la memoria destra del nostro cervello, quella che ci fornirà la chiave, per risolvere il mistero.
“Suspiria” può ormai e molto consapevolmente, essere una sorta di introduzione compendiale all'horror italiano, consigliato perché non ha praticamente difetti, non solo in teoria come film horror, ma quasi in tutto riesce a scatenare sensazioni ed emozioni profonde nello spettatore, perché ha una cura e una confezione della trama ma anche delle sottotracce da leggenda, oltre che certamente una cura estetica che non è semplicemente un fattore di pedanteria, ma, semplicemente, un fattore determinante per riscattare l'efferatezza di ciò che mostra, ovvero la preparazione argentiana quasi “ariostesca” nell'elaborazione e nell'esecuzione degli omicidi. La trama di Suspiria e i dialoghi sono nella media ma anche con alcuni picchi, così si può anche facilmente “sfatare” almeno per “Suspiria”, l'argomentazione molte volte utilizzata dai detrattori per altri suoi film, come questi siano gli elementi più deboli del suo cinema; ma per questo almeno nel mio cuore come in quello di molti non si può proprio fare a meno di considerarlo tra i più grandi film del cinema horror in assoluto,ed è proprio anche il pressoché totale disprezzo per questi aspetti pronunciati, quasi una sorta di irrazionale liberazione dalla sentenziosità di script scritti con il pugno di ferro, che lo rende così emozionante e totalmente diverso da qualsiasi cosa si potesse aver mai visto prima del 1977, anche per quanto riguardava i film horror americani e britannici.
Adesso bisogna ben ricordare che “Suspiria” è come detto un classico dell' horror, e che anche i critici più famosi a livello mondiale e non certamente italiano, come Leonard Maltin, per citarne uno, tra quelli che di solito “evitano” gli horror, rispettano e ammirano. Ma non è sempre stato così e come al solito proprio in Italia, il capolavoro argentiano ebbe all'uscita molte critiche anche assai negative, pure se una, scritta dal notissimo solone e parruccone Giovanni Grazzini sul Corriere della Sera del 1/2/1977 conteneva, nella sua solita scrittura ampollosa e datata, anche delle frasi di indubbio riconoscimento di talento come: “Una laurea honoris causa in tecnologia degli spaventi. Dario Argento non merita niente di meno per un film che probabilmente farà epoca nel cinema della pelle d'oca”.
Invece, il solito ottuso e cieco -nei confronti del cinema di Argento- Tullio Kezich, all'uscita del film scrisse :
“Tremate, tremate, le streghe son tornate. Ma queste di “Suspiria” […] non sono le streghe d'avanguardia dei cortei femministi, -(!?)- sono proprio le vecchie streghe reazionarie del passato- “Le streghe praticano il male, nient'altro” assicura nel film uno scienziato che non deve aver letto nessun libro recente sull'argomento.[...] Chissà se Dario argento ha mai letto quel bel racconto di Frank Wedekind intitolato Minne-Haha, dove si descrive una fiabesca e terrificante scuola di ballo per fanciulle? Se è così, in “Suspiria” ne ha dato una versione alla Hitchcock, ma parossistica e survoltata. Pregi e difetti il regista di “Profondo rosso” è sempre lo stesso, anzi in una progressiva divaricazione si affina e si deteriora nello stesso tempo. Il suo occhio surrealista, così solitario nel cinema italiano che vorremmo tenercelo caro, ha un'innata capacità di vagare nel mondo della fantasticheria sadomasochista inventando immagini sempre più raffinate e deliranti; ma le storie di Argento (questa è stata scritta a quattro mani con Daria Nicolodi, che doveva impersonare la strega) perdono peso specifico, si abbassano a puri pretesti per infilare una trenodia ostinata di effetti ed effettacci. Nonostante il suo talento bizzarro e inclassificabile, al regista è sempre mancato il fren dell'arte: e lo conferma un commento musicale, inciso dai Goblin sotto la personale direzione di Argento, insopportabilmente fracassone e terroristico (!!!!), tale da meritare al film un capitolo in un futuro trattato sulla patologia del suono (!!!!). E che dire della scena finale, quando una lama vendicatrice si abbatte sulla Regina della Notte e ne seguono cataclismi inevitabili? C'era un bel titolo da dare al film, parafrasando René Clair (e te pareva infilata a castrocane, solita citazione alla Kezich, o lui, o Fellini e pochi altri): Ho pugnalato una strega.”
t.k. [Tullio Kezich], Come sono cattive e reazionarie queste streghe in puro Argento, “La Repubblica”, 5 febbraio 1977.
“Suspiria” è nato dal mio desiderio di sganciarmi dalla realtà e di librarmi in un mondo assolutamente fantastico. Volevo girare una favola e nello stesso tempo volevo parlare di stregoneria, perchè in quel periodo il mio interesse era stato risucchiato dall'esoterismo. La fiaba di Biancaneve e i sette nani fu il punto di partenza per la storia, così come il Biancaneve di Walt Disney -un film che da piccolo mi aveva allucinato e spaventato moltissimo- mi diede lo spunto per certe soluzioni tecniche, coloristiche, di Suspiria, […] Nella mia concezione originale, le allieve della scuola di danza dovevano essere esclusivamente delle bambine. I produttori non erano d'accordo e fui costretto a cambiare. Però nel film ho voluto lasciare delle tracce di questo mondo infantile. Le porte, ad esempio, son o molto grandi, con le maniglie in alto, e anche altri oggetti sono in scala superiore al normale. Così ho girato Suspiria dirigendo attrici adulte come se fossero bambine, perse in un mondo più grande di loro.”
Dario Argento, in Manlio Gomarasca, Davide Pulici (a cura di), Le Porte sul buio. Il cinema, la vita, le opere di Dario Argento, “Nocturno dossier”, 18, gennaio 2004, pp. 24-25.
Dalla “nostra” Wiki, ancora:
“Suspiria è un film del 1977 diretto da Dario argento con protagoniste Jessica Harper e Stefania Casini.
Argento collaborò anche alla composizione della colonna sonora firmata dai Goblin reduci dall'assegnazione del disco di platino per il tema di "Profondo rosso” (1975), composto insieme a Giorgio Gaslini.
Il film è stato considerato come il secondo successo di Dario Argento,dopo "Profondo rosso”, il film del 1975, il successo di Argento con Clara Calamai, Daria Nicolodi, e Giuliana Calandra,il regista dopo aver messo nei panni della protagonista Daria Nicolodi,divento sua moglie ed ebbe con lei una figlia,Asia,la stessa Nicolodi è la sceneggiatrice di Suspiria,insieme a suo marito. Il film è interpretato da Jessica Harper e Stefania Casini,nel ruolo delle due protagoniste,l'eroine,le indagatrici Susy e Sara,che svelano il misterioso segreto de Le Tre Madri. La pellicola è stato un successo mondiale,me è stato vietata ai minori di 18 anni per le scene splatter,per non parlare che in Norvegia è stato proprio vietato. Della trilogia seguono I”Inferno”con Eleonora Giorgi, e l'infame “La Terza Madre” con asia argento, oltre trent'anni dopo, nel 2007.Il titolo Suspiria e il concetto delle Trilogia delle Tre Madri fu preso da Dario Argento dal libro Suspiria De Profundis di Thomas de Quincey, il quale scrisse il libro dopo una visita a Milano e un soggiorno nella casa dei conti Imbonati (piazza San Fedele), incuriosito dalla storia di fantasmi e maledizioni che facevano di casa Imbonati una casa stregata.
Il film fu girato con lenti anamorfiche; la fotografia di Luciano Tovoli e la scenografia di Giuseppe Bassan enfatizzavano specialmente i colori primari soprattutto il rosso, utilizzando dei processi di inibizione i cui effetti erano già noti al pubblico in pellicole come “Il Mago di Oz”e “Via col Vento”. Suspiria è stata infatti una delle ultime pellicole ad utilizzare, per la fotografia, il formato Technicolor, che era ormai in via di estinzione ed era diventato assai costoso. Proprio per questo motivo il film di Argento assume un misterioso fascino, per via dei suoi colori intensi e quasi morbosi, soprattutto il colore rosso.
Inizialmente Argento avrebbe deciso di girare il film con attrici minorenni, ma questo non gli fu possibile a causa del divieto, in Germania, di portare sullo schermo attrici di minore età. Per rendere comunque l'idea, optò di utilizzare porte che avessero le maniglie posizionate più in alto: l'idea era quella di trasmettere quella difficoltà che i bambini hanno nel raggiungere la maniglia per aprire una porta. La donna che interpreta la Marcos è l'attrice più anziana con la quale ha lavorato Dario Argento: infatti aveva 94 anni, ed era stata trovata dal regista in un ospizio a circa 100 km da Roma.
La celebre scena in cui Stefania Casini cade in una stanza piena di filo spinato fu realizzato con una vera stanza piena di filo di ferro ed in pochissimi ciak. Le istruzioni di Argento all'attrice furono semplicemente di buttarsi e di provare a fare qualche passo. In effetti, l'attrice riuscì a fare pochissima strada e poi fu completamente bloccata dal filo, tanto che per liberarla furono necessarie le cesoie e lungo tempo. Inoltre, il filo di ferro provocò numerosi piccoli "pizzicotti" sul corpo dell'attrice.
La famosa citazione del professor Milius la magia è quoddam ubique, quoddam semper, quoddam ab omibus creditum est e cioè la magia è quella cosa che ovunque e sempre da tutti è creduta è in realtà una modifica di una famosa frase del V° secolo d. C. attribuita a san Vincenzo di Lerino (Magnopere curandum est ut id teneatur quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est).
Nella prima versione italiana in dvd mancano i titoli di coda.
La sceneggiatura romanzata del film (scritta da Nicola Lombardi) è stata pubblicata dall'editore Newton Compton nel 1997, assieme alla novelizations di “Inferno” (Antonio Tentori) “Opera” (Fabio Giovannini), “Phenomena” (Luigi Cozzi), e “Demoni” (Massimo Brando), sotto il titolo “Terrore Profondo”.
Nelle primissime scene del film, quando la protagonista Suzy entra nel taxi e chiede informazioni allo scorbutico tassista (l'immancabile Fulvio Mingozzi come detto, improbabile tedesco) è possibile vedere riflesso nel vetro che separa i due attori, il volto del regista Dario Argento in una espressione demoniaca alquanto bizzarra. E' una delle tante “presenze di Argento”, ma senz'altro la più particolare, anche perchè dura pochissimi attimi. Il regista non aveva mai dichiarato di aver fatto una simile comparsata nel film, ma l'ha poi confermata, quando è stata notata da alcuni attenti studiosi del film.
Circolava ai tempi in Italia una versione del film stampata in super 8. Si tratta tuttavia di un'edizione non autorizzata e decisamente mediocre.
Nella scena in cui Suzy e il professor Milius stanno parlando, si vede riflessa nella vetrata del palazzo la troupe capitanata dal regista con l'operatore e altri addetti al film.
Il film guadagnò 3 miliardi e 400 milioni di lire all'uscita cinematografica italiana, record per un film di Argento.
L'attacco improvviso del cane di Daniel al proprio padrone venne ripreso da Lucio Fulci in una scena del suo capolavoro “...E tu vivrai nel terrore! L'Aldilà” del 1981, laddove da un pastore tedesco viene attaccata e sbranata alla gola la sua padrona Cinzia Monreale, cieca proprio come Daniel/Flavio Bucci nel film di Argento.
Sempre Fulci potrebbe aver ripreso, in una scena di “Quella villa accanto al cimitero” del 1981, l'improvvisa apparizione nel buio degli occhi della Mater Suspiriorum.
La protagonista del film “Juno” cita “Suspiria” come uno dei film preferiti.
Lo score celeberrimo di “Suspiria” fu composto dai Goblin (Claudio Simonetti, Agostino Marangolo, Massimo Morante e Fabio Pignatelli) in “collaborazione” con lo stesso Argento. E' soprattutto grazie alla colonna sonora che il film riesce ad ottenere un grande impatto alla prima visione ed a scaturire paura e tensione senza precedenti.
Simonetti stesso, insieme con la sua nuova band dei Daemonia, fece una cover del brano introduttivo di “Suspiria”. In Italia il CD è stato distribuito, come gli altri lavori dei Goblin, dalla Cinevox Record, mentre negli USA il DVD del film, prodotto dalla Anchor Bay, contiene ancora lo score.
Il motivo principale del film è stato realizzato con un bouzouki, un particolare modello di mandolino di origine greca dal ritmo particolarmente incalzante. Le percussioni che accompagnano i punti più tesi del film sono invece strumenti africani. Per questo, oltre ad essere la colonna sonora più “paurosa” della band, è anche quella più sperimentale.”
La colonna sonora remixata nel dvd uscito dalla Anchor Bay omette una linea di dialogo vicino alla conclusione, quando Susy è strisciante lungo il corridoio segreto. Si taglia la battuta debolmente-sentita, di Miss Tanner "Va bene, dobbiamo prendere una decisione, la situazione non può più essere tollerata".
Tutte le versioni DVD del Regno Unito sono uncut. Alcune versioni video in lingua inglese(compreso il DVD giapponese) sembrano mancare pochi di secondi dall' omicidio di apertura (per lo più dal carrello lento sul corpo della ragazza morta che pende dal soffitto, c'è un salto notevole nella musica quando questo accade).
L'originale versione cinematografica nel Regno Unito è stato tagliata dalla BBFC con le modifiche apportate all'inquadratura del cuore pugnalato a coltellate nell'omicidio di apertura, i colpi alla gola di Sara sono stati tagliati, e anche il feroce attacco alla gola del cane del cieco, e fino al 1990 fu sempre pubblicata la medesima stampa. Nel 1998 un nuovo master è stato tagliato, ma soffriva di un trasferimento di stampa scadente, quindi tutte uscite successive sono state widescreen e integre.
Alcune stampe con le modifiche americane del film (con i momenti più estremi di violenza rimossi) dispongono anche di un altro segmento tagliato del film: le scene in cui cane di Daniel attacca il bambino e Daniel che è buttato fuori dalla scuola sono completamente mancanti, rendendo quindi il motivo della sua morte, un mistero.
La versione priva di rating USA ha caratteristiche gore molto più esplicite rispetto a quella curata dall'MPAA (Motion Picture Association of America), la versione R-rated, in particolare, nella sequenza dell'omicidio in apertura del film, e quando il pianista cieco (Flavio Bucci) viene attaccato e ucciso dal suo cane guida.
L'originale (e unica) versione originale cinematografica in Italia è di ca.. 95 minuti di lunghezza (98 minuti comprendente i crediti finali). Contrariamente alla credenza popolare non c'è un “Director's cut”di 107 minuti: questa voce ha iniziato a diffondersi a causa di uno slogan pubblicitario errato su alcuni trailers degli Stati Uniti . I manifesti degli Stati Uniti per il film erano caratterizzati dallo slogan "L'unica cosa più terrificante degli ultimi 12 minuti di questo film sono i primi 80" (80 +12 = 92 minuti, cioè ca. la lunghezza dell'originale uscita cinematografica degli Stati Uniti, meno i crediti ). La voce fuori campo di alcuni trailer americani ha letto male la frase come "L'unica cosa più terrificante degli ultimi 12 minuti di questo film sono i primi 92", suggerendo così che il film completo è stato di 12 minuti in più di quanto non sia realmente. . Alcuni recensori hanno preso questo come un indicatore del fatto che il film era stato inizialmente disponibile in una versione più lunga e diffuso il mito di una versione 107 minuti (107 = 95 +12). Il trailer con lo slogan sbagliato '12 +92',è incluso nella versione giapponese in DVD.
Ci sono due versioni dei titoli di apertura. In una, la scritta del titolo del film è presentata in un elegante versione con i caratteri che conosciamo. Nell'altra versione forse per la copia stampata americana, le lettere della parola "Suspiria" sono fatte di uno strano rosa carne, come organi che pulsano e sembrano respirare, una sorta di incrocio tra un cuore e i polmoni (un po' come la scritta di “Quattro mosche di velluto grigio” con il cuore che pulsa). Queste lettere in queste formazioni rosa sono effettivamente visualizzate sui poster americani del film.
Nella versione di cui sopra con la scritta del titolo in rosa, la prima scena del film (una ripresa attraverso l'aeroporto di Suzy mentre arriva al gate) è stata livellata, e goffamente spezzata in due riprese .
Il primo DVD tedesco uscito della NEW VISION era stato tagliato per ridurne la violenza. La versione della VMP è difficile da trovare
L'edizione DVD della Anchor Bay è la completa, non tagliata, versione di 98 minuti.
La versione video statunitense video diffusa dalla Quality Video, Inc., indica una durata di 92 minuti (il tempo di durata della versione R-rated cinematografica statunitense ) sull'etichetta della confezione e videocassetta. Lo stesso nastro contiene invece la più completa versione di 98 minuti.
Una delle scene all'inizio del film ha avuto la sua colonna sonora remixata nell'edizione speciale della statunitense Anchor Bay. Ora ci sono forti raffiche di tuono in sovrapposizione all'urlo di Pat nella stanza segreta e al fiore di iris di Sara, rendendo la colonna di dialogo precedente quasi del tutto impercettibile.
La colonna sonora dei Goblin può essere meritoriamente considerata la colonna sonora cinematografica più efficace di tutti i film di Argento, e non solo perché sono film horror, ma anche rispetto ad ogni sorta di cinema, sempre. E' quasi tradizionale, ma rifugge una costruzione di classica musica sinfonica da film a favore di un rock molto denso e stratificato progressive, che incorpora tutta una serie di inquietanti effetti riverberanti percussioni, sintetizzatori e inquietanti suoni tra sinistre voci sussurrate, sospiri, ansimanti, per indicare che le forze del male sono al lavoro. Il tema principale è stupefacente nella sua ripetizione, ma anche talmente strano, che si appiccica addosso alla pelle dello spettatore, con una costruzione musicale così esasperata che coglie e aggredisce clamorosamente le reazioni sensoriali più spontanee e persino inconsce, nella mente dello spettatore. Il tema è di 13 note suonate prima con campane e arpeggi celestiali a dare la sensazione di un canto per bambini, ma poi il tono cambia completamente quando la chitarra entra in gioco, e anche andando ad aggiungere il sintetizzatore, le percussioni psichedeliche, e una voce roca e raccapricciante che esprime l'oscuro "la-la-Laing" ad ogni nota di campana, mutando subito il tutto da rasserenante ad incubo.
“Suspiria” è stata la seconda colonna sonora composta dai Goblin per Argento, e se mai l'argomento può essere fatto che un compositore ha determinato i migliori lavori di un regista, sarebbe proprio con il film di Argento e la musica dei Goblin, che tale argomento andrebbe presentato. La band di Simonetti e Morante ha segnato con i suoi pezzi più originali e inventivi il cinema degli anni '70-'80, e non soltanto i tre capolavori “Profondo Rosso”, “Suspiria”, “Tenebre” ma anche “Phenomena” lo ha reso incredibilmente più ambizioso. Sì, in parte i Goblin sono arrivati al loro sodalizio con Argento nel momento più giusto, nel quale Argento era semplicemente entrato nella sua fase più personale e creativa come regista, pieno di ispirazioni e aspirazioni, selvagge. Ma Argento infonde anche senza dubbio il meglio di sé quando lascia che a parlare siano le immagini, e con l'ausilio dei Goblin, aveva il giusto equilibrio musicale, aggiungendo altre immagini d'irrazionale e delirio, alle immagini già proiettate sullo schermo, aggiungendo poi un ardito e particolarissimo studio del suono. L'arte cinematografica di un film come “Suspiria” diventa così alta che alla maggior parte degli spettatori davvero non preoccupa niente del resto.
Certo, trovo quasi tutti i remake essere spesso tra i film più inutili, delle vere perdite di tempo (l'ultimo in ordine di tempo visto, il bruttissimo e stupido “The Mechanic”['11] di Simon West, dal bellissimo originale “The Mechanic”[Professione: assassino]['73] di Michael Winner, con Charles Bronson], e la varietà avvolte scade davvero solamente nel plagio, ma solamente l'idea che una nuova versione di Suspiria possa essere fatta con la tecnologia moderna è semplicemente assurda. Lucky McKee la sta girando, ed è già in avanzata fase di produzione ma, voglio dire, è possibile chiamare tutto quello che vuoi “Suspiria”, ma il lussureggiante modello dai colori super-saturi è l'unico e inimitabile che può essere così intrinseco all'umore, all'atmosfera, all'essere stesso di “Suspiria”, e ciò che potrà comunque essere fatto nel remake verrà automaticamente fuori come la peggiore specie di impostura. “Suspiria” è, i brutali omicidi sopra tutto, e certamente uno dei film più belli mai realizzati, attraverso la rara ispirazione di una storia in realtà raccontata attraverso la manipolazione sognante dei set, musica, ma, e soprattutto, piena di colore. L'uso del colore gioca un ruolo enorme, elevando ciò che è essenzialmente un incubo infantile di streghe nel regno del surreale. Questo è un film che non vuole essere realista, la tavolozza dei colori non è plausibile, non solo nello spostamento e cambiamento di essi da una scena all'altra, ma anche nel bel mezzo di un omicidio, come appunto la grande tecnica e inventiva artigianale delle luci di baviana memoria, insegna. Sia la forza che la caduta di molte opere successive e cioè le più recenti di Argento, risiede nel fatto che egli crea un ambiente in cui può succedere di tutto senza necessariamente avere una ragione o una spiegazione. Da un lato, questo lo rende libero di poter andare in qualsiasi direzione, scegliendo un incubo perché segue la logica onirica del sogno, vale a dire di poter fregarsene della logica rispetto a tante cose, ma, dall'altro, riesce ad arringare totalmente il suo pubblico anche con implausibilità, il sangue rosso a grande quantità grandguignolesche, e diversi calci in faccia piazzati come diversivo e gettati in faccia ai sensi e ai nervi dello spettatore, e a freddo, tendendo a confondere una gran parte del suo pubblico, perché diventa difficile risolvere un mistero quando alcune cose devono essere ricordate, mentre altre devono essere immediatamente dimenticate (o almeno non ci si dovrebbe riflettere su).
Per Argento il concetto stesso di “mistero” è semplicistico, nel senso che l'informazione è proprio di fronte a noi, più oscurata dal fatto che siamo pigri per vederla davvero, con la percezione di quanto ciò sia noioso, perché abbiamo davvero la possibilità spesso non colta, di vedere e sentire le cose prima di capire la loro rilevanza. La risposta è sempre e a ragione di fronte a voi, ma appena al di là della vostra comprensione. I film migliori di Argento, per certi aspetti, possono rappresentare una risposta alla nostra tipica letargia, aggredendo i nostri sensi con splendida musica ad alto volume e un mondo aggressivamente distorto, per costringerci a notare ciò che è insolito.
Luciano Tovoli è a mio parere uno dei più sottovalutati direttori della fotografia italiani, e questo è probabilmente il suo capolavoro, perchè “Suspiria” è, se non altro, uno dei film fotograficamente più splendidamente artificiali, e “artificiosi” mai realizzati. Tovoli non è ben noto a livello internazionale se non dagli addetti ai lavori come uno Storaro o un Rotunno, ma non ha lavorato più volte solo con Argento, ma anche, tra i tanti, con Michelangelo Antonioni, Maurice Pialat, ed Ettore Scola, non per niente. Ha sempre lui girato il documentario difficile da reperire su Andrej Tarkovskij, “Tempo di Viaggio”. E anche il lungometraggio “L'Armata ritorna”('83) con Marcello Mastroianni. Mentre è da rimarcare il lavoro di Tovoli nella splendida versione cinematografica di Valerio Zurlini de “Il Deserto dei Tartari” ('76). In “Suspiria” sembra veramente che la mano felice degli autori e di ogni cineasta abbia permesso a tutto sempre più di non limitare e limitarsi, le possibilità. Ciò nonostante il desiderio della mente di vagare, “Suspiria” è però esattamente l'opposto, ricreando un ambiente in cui la mente non può fare a meno di prendere la mano. Azioni specifiche e predeterminate, come vampate di calore potenzialmente legate a qualche magico ed arcano incantesimo, non contaminano mai la formula alchemica della spezia del film, ma anzi, anche le rasoiate a tagliare le morbide e delicate gole di candide fanciulle, sono girate tutte in primo piano, mentre quasi tutto il film è girato in una profonda attenzione per gli angoli e gli spazi ampi di fuga delle prospettive e delle architetture, il cui monitoraggio e lo stesso “panning” ne rivelano spesso persino nuovi aspetti. La scenografia superba si basa fortemente su oggetti e colori. Non è solo la maniera stilisticamente irraggiungibile di saper “vestire il paesaggio”, ma piuttosto il partizionamento stesso di ogni elemento stesso della scenografia, con porte, finestre, specchi, statue e arredi scelti per dividere la cornice fotografica delle inquadrature, e i colori per accentuare la luce delle divisioni, che così facendo conferiscono una qualità ultraterrena al procedimento. Ogni scena ha effetti diversi, in genere rivelati anche nel tempo attraverso l'alterazione del framing (come la famosa apparizione argentiana “easter egg” in un urlo allucinato, e riflessa in un vetro del taxi all'inizio del film) ma non per quanto riguarda gli effetti speciali, quanto per una serie di piccoli tocchi - pioggia, vento, riflessioni – che concorrono a creare un'atmosfera soprannaturale.
I film di Argento saranno sì spesso raccapriccianti, ma anche rispetto alla loro difficoltà per molti spettatori di sostenerli, nel guardare - come gli spilli appiccicati con il nastro adesivo sotto alle palpebre durante “Opera” ('87), il suo ultimo capolavoro - non cadono mai, mai nella scoraggiante finta varietà ma solo vera ripetitività, in cui parte del cinema horror moderno è purtroppo caduto con i “torture porn” abbastanza inutili, ma di grande successo delle Saghe di “Saw”('04) di James Wan e “Hostel”('06) di Eli Roth. Argento è sempre riuscito, in questi film, a “glamourizzare” l'omicidio, facendolo sempre come potente e catartica espressione artistica, capace di dare voce alle nostre paure e sogni non così piacevoli, come appunto una potenziale catarsi liberatoria. E' la pittura dell'arte surrealista e simbolista proseguita con i mezzi artistici e industriali insieme della pellicola, piuttosto che con i soli pennelli e tela, al punto che qualunque fotogramma e struttura raffigurata in “Suspiria” potrebbe essere appeso/a in una galleria di tutto rispetto.
Certo, alcuni punti deboli di Suspiria non sono troppo difficili da evidenziare. Non è il film più coerente o sottile che si possa vedere, e la storia che narra è spesse volte raccontata meglio in molte delle fiabe nere per ragazzi che cerca di emulare, ma lo riesce a fare in maniera ipnotica. Non posso solo che guardare continuamente le composizioni di arte colorata della fotografia e delle luci di Tovoli, come della scenografia di Bassan, e ascoltare la colonna sonora progressive accompagnata dalla roca voce della Nicolodi, senza riuscire a smettere di essere immerso in esse, ipnotizzato.
Napoleone Wilson
Robydick:
Il frameshow, con la musica dovuta, non richiede presentazioni.