Svegliamoci pure ma a un’ora decente – Joshua Ferris

Creato il 10 febbraio 2016 da Ferdori

Svegliamoci pure, ma a un’ora decente è il terzo romanzo di Joshua Ferris, autore statunitense del 1974.

Si tratta di un classico romanzo contemporaneo americano nel quale le influenze di autori affermati risultano evidenti.

Primo tra tutti Philip Roth.

La trama vede un affermato dentista newyorkese, afflitto da una serie di problemi comuni, cercare di trovare una propria serenità personale, un punto di riferimento stabile, forse uno scopo nella vita.

Le “solite domande” insomma.

Traumatizzato in età giovanile dal suicidio del padre, il nostro Paul passa una vita cercando di farsi accettare da una qualsiasi delle diverse comunità con le quali viene a contatto.

Che si tratti della famiglia cattolica della prima fidanzata oppure di quella ebrea dell’ultima (qui le connessioni con gli scritti di Philip Roth sono evidenti), il risultato non cambia.

Un eccessivo entusiasmo e la volontà di piacere a tutti i costi, finiscono sempre col portare risultati contrari alle aspettative.

Fino a quando un misterioso personaggio comincia a pubblicare messaggi su internet a nome suo.

Ha inizio in questo modo una strana vicenda che mette ancora più in difficoltà il protagonista facendolo ondeggiare tra religione, sport, lavoro e passioni personali.

La religione (o le religioni), ma soprattutto il baseball, identificato nei suoi amati Boston Red Sox, riescono in qualche modo a tenerlo ancorato ad una realtà che per altri diventa distruttiva.

Solo a quel punto capii che McGowan era davvero un buon amico, che essere un buon amico era sostanzialmente facile e che, secondo quella semplice definizione, io forse non ero mai stato un buon amico per nessuno. 

….

Posso soltanto accennare vagamente all’effetto che mi fecero e cioè la sensazione che la mia vita, e ogni ora spensierata e avvincente della vita della città e del mondo, fossero assolutamente prive di senso.

Temi tutto sommato classici e già sfruttati da molti altri autori contemporanei, ma comunque un libro che riesce a ritagliarsi onorevolmente un proprio spazio nell’universo letterario americano.

Tempo di lettura: 8h 46m



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