I lombrichi sono sempre stati in grado di mangiare le foglie delle piante che per altri erbivori erano tossiche ma come fosse possibile era rimasto un mistero fino ad ora.
I ricercatori hanno recentemente spiegato che i vermi producono speciali composti nel loro intestino per contrastare le tossine vegetali, create proprio per respingere gli erbivori affamati.
I lombrichi possiedono una classe di metaboliti tensioattivi uniche nel loro intestino, che gli scienziati chiamano “drilodefensins”.
Il segreto dei lombrichi è stato scoperto attraverso l’analisi microscopica molecolare del loro liquido intestinale.
Le piante producono sostanze chimiche note come polifenoli, che agiscono come antiossidanti e conferiscono alle piante il colore, ma agiscono anche come scudo inibendo la digestione in molti erbivori.
I lombrichi sono specialisti nel riciclaggio, mangiando le foglie cadute e altro materiale vegetale, restituiscono il carbonio, che dà la vita, rinchiuso nei rifiuti, di nuovo al suolo.
A scoprire il “drilodefensins” è stato un team guidato da Jake Bundy e Manuel Liebeke dell’Imperial College di Londra, che lo ha trovato nelle viscere del 14 specie di lombrichi, ma non in altri gruppi strettamente correlati, come sanguisughe e vermi fognari.
Bundy. Ha spiegato che senza il drilodefensins, le foglie cadute potrebbero rimanere sulla superficie del terreno per un tempo molto lungo, fino a costruire uno strato spesso.
Oltre al paesaggio, che sarebbe diverso rispetto a quello attuale, l’intero sistema di ciclo del carbonio verrebbe interrotto.
Il nome del composto è stato derivato dal nome latino dell’ordine degli invertebrati contenenti lombrichi: Megadrile.
(fonte: http://www.livemint.com)