Sven Marquardt: gli Dei Sbarcano a Torino

Creato il 17 febbraio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Torino incontra Berlino. Due città ed un progetto che mira ad avvicinare due popoli attraverso l'arte e la cultura, due popoli che non temono le difficoltà e che amano le sfide. Una serie di eventi che permetteranno di "conoscersi meglio condividendo la ricchezza delle affinità e la bellezza delle differenze". Una manifestazione che, cominciata lo scorso novembre, venticinque anni dopo la caduta del muro di Berlino, promette di far parlare di sé per tutto il 2015.

Uno dei primi eventi celebratisi all'interno del programma di Torino incontra Berlino ha riguardato una mostra che ha raccontato un trentennio di trasformazioni della capitale tedesca, anni sovversivi che hanno visto il vecchio regime sgretolarsi per lasciare spazio ad una nuova realtà tra le più vitali in Europa.

Tra l'Appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo Paesana e le Cripte dell'ex Cimitero di San Pietro in Vincoli, si è infatti svolta Götterdämmerung - Il Crepuscolo degli Dei, esposizione dedicata a Sven Marquardt (Berlino Est, 1962) che ha presentato, per la prima volta in assoluto in maniera così ampia, il lavoro dell'artista tedesco. Curata da Enrico Debandi ed Eugenio Viola, questa personale ha preso il suo nome sia dalla mitologia nordica, sia dal Götterdämmerung di Richard Wagner (quarto e ultimo dei drammi musicali che compongono la tetralogia L'anello del Nibelungo), sia da una pellicola come La caduta degli dei (1969) di Luchino Visconti.

Sven, temutissimo buttafuori del Berghain, esclusivo club berlinese, e un tempo fotografo "clandestino", diventa così il protagonista indiscusso della scena artistica underground di Berlino.

La mostra regala una selezione di oltre sessanta fotografie, tutte in bianco e nero, con protagonisti personaggi del panorama berlinese, amici e colleghi di Sven. Attraverso lo stile inconfondibile di Marquardt, vengono mostrate l'evoluzione e le trasformazioni socio-culturali di Berlino, dagli anni rabbiosi della Guerra Fredda all'edonismo di oggi. Scatti che oscillano dal glamour degli anni in cui Sven lavorava per una rivista di moda e delle recenti campagne pubblicitarie per Hugo Boss o Levi's, al metaforico, come nella foto che rappresenta il rogo della cultura, dove dei libri prendono fuoco davanti allo sguardo fermo della guardia del corpo del fotografo.

Nonostante il grande errore nello scegliere, all'interno dei due spazi espositivi, la posizione delle fonti di luce, cosa che ha reso difficile godersi al meglio gli scatti, la mostra ha emozionato e regalato una panoramica realistica, anche se patinata e un po' stilosa della scena underground di Berlino.


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