Svenduto il quinto quarto della Sardegna, con Budelli ci facciamo la trippa

Creato il 02 ottobre 2013 da Albertocapece

Anna Lombroso per il Simplicissimus

Mamma li turchi, devono aver detto i veneziani cui ancora brucia la battaglia di Lepanto, alla notizia dell’acquisto da parte di un gruppo turco della romita isola di San Clemente, bella e appartata nella Laguna, sede di un monastero diventato poi manicomio femminile e infine oggetto di una fantasiosa conversione operata dai fratelli Benetton in resort di lusso, ma non abbastanza, visto che si è dovuto alienare.

Mamma gli sceicchi, devono aver detto gli indigeni della Costa Smeralda che, grazie al delfino sardo di Berlusconi,  si sono visti espropriare di una bella fetta di roba loro, di bene comune diventato privatissimo, grazie   al piano di investimenti da un miliardo di euro proposto dall’emiro del Qatar, Tamin Bin Hamad Al-Thani,  aspirante a diventare l’indiscusso padrone del paradiso delle vacanze esclusive, nel senso che escludono i locali. Grazie al placet di un’opaca  conferenza dei servizi è stata da tempo avviata la  parte più profittevole dell’intervento dell’emiro:  24 stazzi da ristrutturare e trasformare in ville  nel comune di Arzachena,  insieme alla conclusione  dei lavori  degli hotel a 5 stelle ereditati dal precedente “mecenate”. E ora la Regione caldeggia  un  progetto per costruire quattro nuovi alberghi extralusso.

Mamma i gasisti, devono aver detto gli abruzzesi alla notizia che si sforbicia una straordinaria riserva naturale, il Borsacchio, per metter su  un cantiere, per la ricerca di idrocarburi. La Regione nell’aprire la procedure di Via, ha avviato anche la consultazione dei cittadini. Ma i più avveduti sanno che dietro al processo democratico di partecipazione c’è una bufala:  la Medoilgas che rivendica la concessione nega che nell’area nella quale intende avviare le attività insista un sito di importanza naturalistica e quindi via libera  alle trivellazioni, che ormai quel pezzo di cosa è roba loro e una volta sfruttato non sputeranno nemmeno gli ossicini

E adesso non ci resta che dire “mamma i neozelandesi” perché pare sia quella la nazionalità dell’ostinatamente anonimo industriale che si è aggiudicato all’asta l’Isola di Budelli. Di lui non si conosce il nome, e nemmeno quello della sua società svizzera, tutelati da un legale italiano che ha condotto le trattative e che ci rassicura: l’acquirente è un santo, un benefattore, un uomo probo, amante della natura e dell’ambiente, che terrà – se le macchinose leggi italiane glielo permetteranno – l’isola come un gioiello, la reliquia di un santo in teca di vetro. E vorrei anche vedere:  la perla dell’arcipelago della Maddalena,  venduta all’asta per 2,94 milioni di euro,  e che ospita la Spiaggia “rosa”, è  tutelata da obblighi di conservazione che includono anche il divieto di calpestio e sottoposta a vincoli paesaggistici, ambientali e idrogeologici. Il  passaggio di mano, avvenuto davanti al giudice del Tribunale di Tempio Pausania, a seguito del fallimento   fallimento della vecchia proprietà, una società immobiliare milanese, potrebbe essere “provvisorio”: entro 90 giorni, infatti, il ministero dell’Ambiente e l’Ente Parco potrebbero far valere il diritto di prelazione, versando però la stessa cifra battuta all’asta.

Io personalmente non sono fiduciosa, il mantra di governo e istituzioni è sempre lo stesso: bambole non c’è una lira. Da mesi è stata bandita l’asta, l’Ente Parco ha tentato di aprire una sottoscrizione, poco propagandata e ancora meno promossa. E invece fiducioso di tenersi il tesoretto è il neo proprietario che a dire del suo untuoso legale avrebbe “acquistato l’isola con l’obiettivo di preservarne l’ecosistema in conformità con gli ideali dell’Ente Parco dell’Arcipelago. Sottoporrà uno specifico piano di conservazione dell’isola alle autorità e alla comunità locale della Maddalena per lavorare insieme impegnandosi in un progetto di conservazione che tenga conto del migliore interesse di tutti coloro che amano e rispettano questo speciale arcipelago e la sua straordinaria modalità di vita”.

Sono una bastarda, sono diffidente, ma sospetto dell’anima bella di certi mecenati. Soprattutto quando acquistano a poco prezzo dei tesori che dovrebbero essere inalienabili e inviolabili in vigenza di un governo particolarmente solerte nell’esercizio di rimozione di ostacoli, lacci e laccioli, particolarmente inteso alla semplificazione quando si tratta di favorire cessioni, licenze e libere iniziative, particolarmente motivato a intrecciare trattative con speculatori impenitenti.

E che alla base di questa vendita svantaggiosa per i sardi, per gli italiani e per tutto il mondo cui è stato sottratto un paesaggio unico, ci sia un intento speculativo è evidente: l’anonimo  benefattore  l’ha pagato   1,80 euro al metro quadro, un centesimo dei terreni edificabili e un decimo dei terreni agricoli. Come dire che ai prezzi di Budelli uno potrebbe comprarsi l’Italia a 60 miliardi? Ma a saperlo prima Berlusconi poteva risparmiarsi tutta quella fatica.


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