Sviluppo sostenibile del Trentino: alcune riflessioni...

Creato il 10 giugno 2012 da Marcoianes

Su l'Adige di oggi, un articolo riguardante l'apertura di un dibattito sullo sviluppo economico del futuro, per la provincia di Trento. Ho inviato al direttore alcuni spunti di riflessione...

Egregio direttore, complimenti sinceri per l’iniziativa messa in campo, in merito all’analisi economica dello sviluppo futuro del Trentino. Alcune riflessioni, se mi permette, che desidererei esternare qui.

A mio modesto parere, rilevo che molto spesso l’imprenditore medio trentino è titubante nell’effettuare investimenti, in quanto molto legato all’erogazione di contributi pubblici. Mi trovo spesso a fornire consulenze in tema di valutazioni energetiche a varie aziende, ma la domanda più ricorrente è la medesima:”quanti contributi prendo dalla provincia?”; ecco, in questo quesito trovo la prova dell’allarme lanciato dall’economista Andreaus, in merito al “drogaggio economico” del mercato, da parte dell’ente pubblico. L’imprenditoria trentina sembra, non sempre per fortuna, seduta ad un tavolo diverso da quello dove si discute di economia imprenditoriale nelle altre regioni. Lo riscontro significativamente, poiché mi capita di lavorare anche fuori regione, per aziende che non hanno accesso a contributi pubblici e che decidono autonomamente se il business plan di investimento nel settore energetico è conveniente o meno; e quando risulta positivo, investono capitali significativi, anche esponendosi e rischiando, nonostante il difficilissimo accesso al credito bancario che permane in questo periodo. Non vi è dubbio che vantaggi ve ne sono stati, grazie all’iniezione di denaro pubblico nell’economia locale; sono state salvate aziende e posti di lavoro, ma siamo sicuri che sia bastato tutto ciò? Ora che accadrà? In merito alla rivisitazione della gestione economica provinciale, la riflessione a tutto campo dovrà, sempre a mio modesto parere, portare a mettere sul tavolo iniziative economiche innovative e realmente al servizio dello sviluppo economico per il futuro e non per salvare il salvabile nell’immediato. Alcuni spunti di riflessione sui quali ragionare e sviluppare metodologie sul come rendere operative tali idee. Accorpamento dei comuni in consorzi di servizi: le comunità di valle così come sono non funzionano e gli stessi sindaci non sono certo soddisfatti delle strutture esistenti; perché non ragionare sul fatto di creare consorzi di valle in cui ogni comune mette a disposizione del consorzio i servizi che può già svolgere? Questa potrebbe essere una prima fase di avvicinamento per uno sviluppo ulteriore; passare, cioè, ad una fase successiva che permetta l’effettiva riduzione dei comuni, tramite una sorta di periodo di avvicinamento; ma farlo a livello di politica provinciale, senza se e senza ma, cominciando a coinvolgere i comuni e facendo ragionare la gente con i conti alla mano; sono convinto che i cittadini (quelli non investiti da cariche politiche) sarebbero d’accordo nella riduzione dei comuni “politici”, purché i servizi vengano elevati, riducendo i costi.

Abbandonare i mega progetti insostenibili (Metroland?) e strutturare, invece, percorsi di investimento per migliorare e riqualificare la struttura dei trasporti esistente, con una seria analisi zona per zona della provincia. In ambito energetico, ci sarebbero investimenti da mettere in campo per migliorare le strutture pubbliche, con ristrutturazioni e recuperi edilizi che permetterebbero di restituire alla collettività recuperi energetici e,quindi, soldi risparmiati, da reinvestire in altri centri costo; sarebbe necessario sviluppare un serio piano energetico provinciale, a tutto campo, che preveda l’analisi della produzione energetica, ma anche il risparmio energetico, primo fattore per una corretta gestione del patrimonio energia.Proseguo, ad esempio, con la gestione della partita dei rifiuti in provincia; va da sé che sarebbe necessario rivedere il piano provinciale dei rifiuti, visti gli ottimi risultati raggiunti sul tema della raccolta differenziata; perché non rimettere in discussione la scelta dell’inceneritore, non più sostenibile economicamente, poiché i certificati verdi non saranno erogati e quindi la macchina lavorerà in perdita e la collettività si sobbarcherà degli oneri, pagando più tasse sui rifiuti? Queste sono solo alcune riflessioni su pochi temi, che lascio qui come spunti per contribuire ad avviare un dibattito serio e privo di dietrologie politiche assurde, sollecitato dallo stesso Andreaus, nell’articolo di domenica scorsa. Se si vuole dibattere seriamente, mettiamoci in campo tutti, ma raccogliamo davvero le idee e non isoliamole, come purtroppo spesso accade, quando qualcuno dice qualcosa di non allineato con l’attuale sistema politico provinciale. Qui non si vuole attaccare l’autonomia, ma solamente contribuire a renderla migliore, più credibile e, soprattutto, sostenibile in ogni ambito, anche di fronte ai grandi detrattori, nazionali e locali, che ci attaccano per togliercela. Se riusciremo a dare dimostrazione che con l’autonomia creiamo un sistema migliore e investiamo i soldi per un futuro sostenibile, allora nessuno potrà mai togliercela. Diversamente, se continueremo a spendere soldi in progetti insostenibili, oppure in evoluzioni strutturali sovradimensionate rispetto alla realtà in cui viviamo, sarà legittimo che molti si chiedano il perché della nostra autonomia. Apriamo un corso nuovo, che sappia riflettere seriamente e senza paura, ma con seria fermezza e convinzione, su come creare sinergie necessarie ad uno sviluppo sostenibile e trasparente. Ben venga, quindi, il dibattito aperto e da voi proposto; speriamo sia colto da tutti, senza timori e, soprattutto, senza censura o timori di lesa maestà.


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