San Gottardo - Svizzera - © 2015 Giovy
Oggi ho voglia di un viaggio in Svizzera.Ogni luogo ha la sua montagna mitica: in Grecia c'è l'Olimpo, in Gran Bretagna c'è lo Snowdon, l'Austria ha il Grossglockner e così via. E la Svizzera... qual è il monte mitico per la cara Elvezia? Ce n'è sicuramente più di uno: Rigi, il Cervino, l'Aletsch e la Jungfrau con i loro ghiacciai, c'è la Nufenen che mi piace tanto e poi c'è lui, sua maestà: il San Gottardo.
Con i suoi quasi 2100 metri non è di certo la montagna più alta di Svizzera ma è un vero e proprio spartiacque che vale la pena di esplorare e conoscere.
In questi giorni penso tanto alla Svizzera e viaggio con la mente tra valli e monti.
Quando arriva la bella stagione e il week-end è vicino, uno degli argomenti a subire una vera e propria impennata d'interesse nelle conversazioni svizzere è il San Gottardo, Gottardo per gli amici.
La montagna divide la Svizzera in due mondi diversi: il sud con il Ticino e quella che è considerata una vera e propria riviera e la Svizzera interna, dove ci sono i Cantoni della Urschweiz e tutta la storia più profonda della confedeazione.
Ci sono due modi per affrontare il Gottardo: la galleria stradale e il passo, praticabile solo con la bella stagione.
Tra poco più di un anno, vedrà la luce la terza modalità di passaggio del Gottardo: il tunnel ferroviario Alp Transit, un'opera che non vedo l'ora di osservare con i miei occhi e magari di testare con un bel treno verso Zurigo.
L'attuale galleria stradale del Gottardo è stata costruita tra gli anni '70 e 80' e, fino al 2000, è stato il tunnel più lungo d'Europa con i suoi quasi 17 km.
Transitare sotto il Gottardo è un qualcosa che, per chi soffre di claustrofobia, potrebbe essere un po' arduo perché le auto devono andare al massimo a 70 km/h e mantenere una distanza di sicurezza fissa segnata a terra da alcuni simboli.
Il transito è lento, ve lo dico in tutta sincerità, la galleria è bassa ma sotto è garantita sia la copertura delle radio che dei cellulari.
Non si paga nessun pedaggio, fatta eccezione di quello autostrale, per il quale occorre acquistare la vignetta per l'Autostrada Svizzera (40 CHF per un anno solare, scade sempre il 31/12 dell'anno d'acquisto).
Le cose cambiano di gran lunga quando si affronta il passo montano, una vera e propria meraviglia tutta a curve, resa scorrevole da una strada larga e ben fatta, dove viaggiare in tutta sicurezza.
La "Tremola", la vecchia strada per il passo, è un bel percorso da poter affrontare con la bici, salendo un dislivello di 300 metri con 24 tornanti molto fitti e stretti.
Cosa si può trovare sul Passo del Gottardo?
Come tutti i passi che si rispettino, troverete orde di moto parcheggiate e chioschi pronti a rifocillarvi con degli ottimi bratwurst, pane e senape.
Vi si trovano anche degli "ospizi", dei veri e propri alberghi per i viaggiatori che vogliono fermarsi qui e ammirare la Svizzera da uno dei suoi tetti più belli e storicamente importanti.
Poco dopo il passo troverete il confine con il Canton Uri e, scendendo dall'altro versante della montagna, incontrerete Andermatt.
Il Gottardo per me è proprio un simbolo svizzero per antomasia.
E' uno di quei luoghi che osservi dopo un lungo viaggio e ti dici "sono quasi a casa". O almeno lo dico io.
Mi è successo anni fa, di ritorno da un viaggio on the road in Francia e Spagna.
Sentivo addosso la stanchezza e la bellezza di giorni passati a conoscere terre nuove e, malgrado non guidassi, mi sentivo una cosa sola con il percorso che stava giungendo al termine.
Dalla radio dell'auto sulla quale viaggiavo uscivano le note di Who'll stop the rain dei Creedence e, nel guardarmi intorno, avevo la sensazione che l'estate fosse proprio finita.
All'improvviso apparvero i cartelli che annunciavano 8 km di coda per il tunnel del Gottardo (ecco perché d'estate gli Svizzeri lo nominano spesso! Si chiedono quanta coda ci sarà). Con i miei compagni di viaggio si decise per il passo.
Arrivammo alla sommità durante uno di quegli splendidi tramonti di fine Agosto, quelli in cui il cielo passa dalle tonalità dell'arancio al rosso intenso.
Ci fermammo al Passo, mangiammo lì... e nessuno voleva ripartire, malgrado la voglia di casa ci prendesse il cuore.
Credo fosse stata la magia del San Gottardo: è una montagna dal significato talmente grande che non può non entrarti nel cuore. Una volta capito questo macigno di granito, capisci la Svizzera e non la lasci più.
PS. Se passate di là e vi chiedete dove mangiare dalle parti del Gottardo... buttate un occhio al blog di Vie del Gusto!