In foto il sorcio rumeno, il sorcio italiano e il sorcio Tremonti, intenti a mangiare il formaggio svizzero (il bene comune). I ticinesi sono appena appena incazzati per i 45.000 frontalieri che costituiscono, pare, 1/4 della forza lavoro del cantone. Ci hanno tirato su pure un bel sito, con passaggi come il seguente:
"Stiamo arrivando a quota 45.000 frontalieri, un quarto della forza lavoro in Ticino. Significa che tutti i ticinesi potrebbero lavorare, ma non possono farlo perché muratori, operai, camerieri, impiegati, infermieri, ricercatori, professori dalla vicina Italia, sottopagati e comunque ben contenti di portarsi a casa stipendi che al loro paesello nemmeno si sognano (adesso poi che l’euro è in caduta libera…) gli portano via il posto da sotto il naso. E non veniteci a dire che gli svizzeri non vogliono fare più certi mestieri: se non ci fossero migliaia di pendolari che giorno e notte arrivano da Como, Varese, Milano e Novara ad occupare fabbriche, negozi, banche (sono anche lì) e ristoranti, gli svizzeri sarebbero ben contenti di non andare a timbrare".
Metterei l'accento per bene sul passaggio relativo agli stipendi, tanto per dire. Comunque sia le cose fantastiche sono due: la prima è che il lavoro è stato commissionato a uno stampatore oriundo calabrese (che se dovessimo fare lo stesso ragionamento di cui sopra noi romani, dovremmo tappezzare Piazza Bologna con manifesti pieni di salame piccante e un sorcio che si mangia tutto, tra affitti in nero, parcheggi e varia umanità perennemente fuori corso a rompere i maroni in giro). La seconda è che ci hanno piazzato il cartello davanti pure davanti lo stadio e che son due giorni che mi prendono per il culo.
Il problema qual'è, nonostante si possa discutere su un pacco di cose? Che hanno ragione, purtroppo (per loro e per noi).