Lo so avrei dovuto già parlarvene prima, visti i miei studi e il fatto che sia considerata un’icona australiana, nonche patrimonio dell’Unesco dal 2007…ma si sa le vere signore amano farsi aspettare e io ho voluto prendere un po’ più di confidenza con lei prima di presentarvela ufficialmente! Eccola qua in tutto il suo splendore, la signorina Sydney Opera House! Certi studi ti lasciano chiari segni indelebili che condizionano il modo di vedere la vita e di approcciarti alle cose…la facoltà di architettura non è da meno….anzi…viaggiare con quelli come “noi” a volte non è semplice! Abbiamo bisogno di fare foto, sempre, comunque, continuamente, documentare e verificare tutti quei bei edifici che abbiamo dovuto studiare…poi ci mettiamo li e un po’ come i dottori “presentiamo il caso” ai nostri compagni di viaggio…nella maggior parte dei casi sappiamo già tutto, disposizione interna, materiali, il perché di quella forma, a volte persino la distanza tra i vari pilastri….e gli altri ci ascoltano con pazienza, ma forse perché è più comodo che non mettersi a leggere una guida sotto il sole!! Se siete fortunati finisce qui…ve la cavate con un giro a 360 gradi intorno alla struttura..perchè non c’è solo un punto di vista! Se siete sfortunelli e viaggiate con quelli come me, bè mettetevi comodi, perchè dopo tutto questo io prendo Moleskine e matita e comincio a dare una mia versione della cosa…:P…conseguenza di giorni e giorni passati a “ridisegnare la città” sotto condizioni metereologiche a volte improbabili durante l’università. Questi quasi due anni qui, mi hanno permesso di prendermi il mio tempo, assaporare questa lady piano piano, a diverse ore del giorno e da diverse angolazioni, mi sono seduta, fatto foto, preso appunti in tutta tranquillità, senza la fretta tipica dei turisti; ho avuto tempo di osservare come gli altri la guardano, con sorpresa, ammirazione e a volte inconsapevoli di tutto il lavoro che c’è stato dietro. A tal proposito vi “presento il caso” brevemente per i meno esperti: come per la maggior parte degli edifici pubblici, fu indetto un concorso di idee che arrivò a più di 200 partecipanti, nella giuria tra gli altri compariva un nome di prestigio: Eero Saarinen, fu proprio lui ha ripescare il futuro vincitore, si perchè in realtà era già stato scartato, ma si sa ci vogliono occhi allenati per vedere già quello che può essere il potenziale di qualcuno e Saarinen, bè sapeva il fatto suo…così nel 1956 Jorn Utzon vince il concorso per la progettazione della Sydney Opera House e nel 1957 cominciano i lavori che si protraggono fino al 1973, causa lunghi studi ed ipotesi per la realizzazione della copertura. Nel 1961 Utzon abbandona il progetto problemi burocratici, politici ed incomprensioni nella collaborazione per i progetti strutturali, sta di fatto che l’Opera House viene conclusa, su modello del progetto iniziale , ma con accorgimenti strutturali diversi. Nonostante la regina Elisabetta nel 2007 inviti l’architetto danese a tornare in Australia per il riconscimento, Utzon non si presentò e la Sydney Opera House fu riconosciuta patrimonio dell’Unesco e capolavoro architettonico del 20° secolo ritrovandosi senza il genio creativo che la ideò. E’ una storia un po’ triste, senza considerare che Utzon morì nel 2008 e non vide mai dal vivo l’Opera House conclusa…ma lei è qua a dominare la baia la Sydney, primeggia insieme ai canguri sulle tutte le cartoline e si veste a festa ogni volta che c’è un nuovo evento in città… è li maestosa, per molti ricorda le vele bianche che affollano la baia, ma a me piace vederci quelle nuvole bianche a cui Utzon diceva di essersi ispirato. A voi la Sydney Opera House in tutto il suo splendore.
Lo so avrei dovuto già parlarvene prima, visti i miei studi e il fatto che sia considerata un’icona australiana, nonche patrimonio dell’Unesco dal 2007…ma si sa le vere signore amano farsi aspettare e io ho voluto prendere un po’ più di confidenza con lei prima di presentarvela ufficialmente! Eccola qua in tutto il suo splendore, la signorina Sydney Opera House! Certi studi ti lasciano chiari segni indelebili che condizionano il modo di vedere la vita e di approcciarti alle cose…la facoltà di architettura non è da meno….anzi…viaggiare con quelli come “noi” a volte non è semplice! Abbiamo bisogno di fare foto, sempre, comunque, continuamente, documentare e verificare tutti quei bei edifici che abbiamo dovuto studiare…poi ci mettiamo li e un po’ come i dottori “presentiamo il caso” ai nostri compagni di viaggio…nella maggior parte dei casi sappiamo già tutto, disposizione interna, materiali, il perché di quella forma, a volte persino la distanza tra i vari pilastri….e gli altri ci ascoltano con pazienza, ma forse perché è più comodo che non mettersi a leggere una guida sotto il sole!! Se siete fortunati finisce qui…ve la cavate con un giro a 360 gradi intorno alla struttura..perchè non c’è solo un punto di vista! Se siete sfortunelli e viaggiate con quelli come me, bè mettetevi comodi, perchè dopo tutto questo io prendo Moleskine e matita e comincio a dare una mia versione della cosa…:P…conseguenza di giorni e giorni passati a “ridisegnare la città” sotto condizioni metereologiche a volte improbabili durante l’università. Questi quasi due anni qui, mi hanno permesso di prendermi il mio tempo, assaporare questa lady piano piano, a diverse ore del giorno e da diverse angolazioni, mi sono seduta, fatto foto, preso appunti in tutta tranquillità, senza la fretta tipica dei turisti; ho avuto tempo di osservare come gli altri la guardano, con sorpresa, ammirazione e a volte inconsapevoli di tutto il lavoro che c’è stato dietro. A tal proposito vi “presento il caso” brevemente per i meno esperti: come per la maggior parte degli edifici pubblici, fu indetto un concorso di idee che arrivò a più di 200 partecipanti, nella giuria tra gli altri compariva un nome di prestigio: Eero Saarinen, fu proprio lui ha ripescare il futuro vincitore, si perchè in realtà era già stato scartato, ma si sa ci vogliono occhi allenati per vedere già quello che può essere il potenziale di qualcuno e Saarinen, bè sapeva il fatto suo…così nel 1956 Jorn Utzon vince il concorso per la progettazione della Sydney Opera House e nel 1957 cominciano i lavori che si protraggono fino al 1973, causa lunghi studi ed ipotesi per la realizzazione della copertura. Nel 1961 Utzon abbandona il progetto problemi burocratici, politici ed incomprensioni nella collaborazione per i progetti strutturali, sta di fatto che l’Opera House viene conclusa, su modello del progetto iniziale , ma con accorgimenti strutturali diversi. Nonostante la regina Elisabetta nel 2007 inviti l’architetto danese a tornare in Australia per il riconscimento, Utzon non si presentò e la Sydney Opera House fu riconosciuta patrimonio dell’Unesco e capolavoro architettonico del 20° secolo ritrovandosi senza il genio creativo che la ideò. E’ una storia un po’ triste, senza considerare che Utzon morì nel 2008 e non vide mai dal vivo l’Opera House conclusa…ma lei è qua a dominare la baia la Sydney, primeggia insieme ai canguri sulle tutte le cartoline e si veste a festa ogni volta che c’è un nuovo evento in città… è li maestosa, per molti ricorda le vele bianche che affollano la baia, ma a me piace vederci quelle nuvole bianche a cui Utzon diceva di essersi ispirato. A voi la Sydney Opera House in tutto il suo splendore.
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