Per molti anni Sylva Koscina è stata il prototipo della diva americana, quella che nel nostro paese aveva fama di essere bellissima e inavvicinabile, sofisticata e allo stesso tempo viziata e altezzosa.
Pregi e difetti che in realtà la Koscina possedeva in egual misura, che la distinsero sempre e comunque nel panorama cinematografico italiano.
Attrice che doveva proprio all’Italia le sue fortune e che restò legata per sempre al nostro paese, lei che era nata in quella che oggi è la repubblica Croata e che all’epoca della sua nascita in Zagabria, avvenuta il 22 agosto del 1933 era parte integrante del regno Jugoslavo, non ancora divenuto una repubblica socialista.
Una donna capricciosa, ma anche un’artista estremamente versatile in grado di ricorpire ruoli drammatici e comici, capace di svariare nei vari generi cinematografici con disinvoltura.
Una delle poche attrici a potersi vantare di aver lavorato con attori come Kirk Douglas, Orson Welles e Paul Newman e con i nostri Alberto Sordi, Nino Manfredi e Ugo Tognazzi, con registi come Federico Fellini, Pietro Germi,Alberto Lattuada, Dino Risi, con Robert Siodmak e Abel Gance….
Un curriculum impressionante il suo, composto da 120 interpretazioni in film e sceneggiati televisivi, distribuiti nell’arco di una carriera trentennale conclusasi nel 1994, quando scomparve prematuramente all’età di 61 in quella Roma che era diventata la sua città adottiva.
Una diva, quindi. Che sapeva coltivare questo aspetto esteriore senza malizia, quasi con candore.
Simpatica ai più, ma anche detestata.
Cosa che accade alle persone con forte personalità.
Il celebre topless di Nini Tirabusciò, la donna che inventò la mossa
Lei la personalità l’ aveva da vendere e lo dimostrò sempre nel corso della sua vita vivendo di luce piena, partecipando ad avvenimenti mondani e vivendo in un lusso quasi eccessivo e che fu la causa del suo dissesto finanziario che divenne drammatico proprio nella parte finale della sua vita.
Il suo vero nome era Sylva Koskinon, suo padre era greco mentre sua madre polacca.
Un vero miscuglio geografico, che culminò con il suo arrivo in Italia.
Attraverso gli spostamenti da Bergamo a Brescia, da Ancona a Napoli, la giovane Sylva ebbe modo di imparare la lingua italiana, che parlava molto bene e con un inconfondibile e vezzoso accento.
Bella, fisicamente splendida anche se non con il classico fisico da maggiorata, la Koscina aveva fascino da vendere; possedeva ottime doti recitative e lo dimostrò immediatamente fin dall’esordio nel film di Camillo Mastrocinque Totò, siamo uomini o caporali?, del 1955.
Rivelazioni di un maniaco sessuale…
La ragazza ventiduenne era anche sveglia e intelligente; lavorare accanto al principe della risata si rivelò assolutamente fondamentale per imparare i tempi scenici e per dosare quella sua irruenza prima maniera che la portava a voler strafare.
Ebbe anche immediatamente il colpo di fortuna di poter lavorare in quello che sarebbe diventato in seguito un film culto della commedia all’italiana, Il ferroviere, diretto sempre nel 1955 da Pietro Germi.
Nella pellicola in cui ricopre il ruolo di Giulia, figlia di un ferroviere costretta a sposare un uomo che non ama, la Koscina mette in motta tutto il suo talento drammatico.
Così, con soli due film all’attivo, l’attrice impone immediatamente la legge del più forte; è bella, ha un’aria quasi aristocratica ed è davvero brava.
La calata dei barbari (Kamp umf rom)
Così Carmine Gallone la chiama per la riduzione cinematografica del colosso Michele Strogoff, riduzione del celebre romanzo di Verne in cui il celebre personaggio è interpretato da Curd Jürgens.
Siamo nel 1956, un momento di grande fertilità del cinema italiano; le sale cinematografiche, assieme ai bar e alle piazze erano l’unico divertimento della gente comune, che finiva per identificarsi e sognare gli attori e le attrici, protagoniste di una vita da invidiare fatta di lusso e cene, di occasioni mondane.
Arrivano così in rapida successione i ruoli di Lucia in La nonna Sabella, di Dino Risi altro grande successo degli anni 50, girato accanto ad un altro attore famosissimo in quei tempi, Peppino De Filippo così come arrivano film di buon successo come I fidanzati della morte di Romolo Marcellini, La nipote Sabella e altri film girati a uso e consumo del grande pubblico.
Spesso si tratta di fumettoni, di film girati a tempo di record; difatti tra il 1956 e il 1959 Sylva entra in ben 24 produzioni, tra le quali spicca il primo peplum da lei interpretato, quel Le fatiche di Ercole che diverrà il padre di tutti i peplum.
Un film di buona caratura, che lei gira accanto alla star del genere Steve Reeves e in cui interpreta Iole, moglie del mitico eroe greco; nel film ci sono attori come Gabriele Antonini, Mimmo Palmara, Ivo Garrani destinati a lusinghiere carriere cinematografiche e altre bellezze dello schermo come Gianna Maria Canale (Antea, la regina delle amazzoni) Lidia Alfonsi e la futura star Luciana Paluzzi.
Un successo, che sarà bissato da Ercole e la regina di Lidia in cui in gran parte troveremo lo stesso cast del film precedente.
Agli inizi degli anni sessanta quindi Sylva Koscina è un’attrice famosa; è la partner ideale di Totò, con il quale lavora nei film La cambiale e Totò a Parigi, ed è sopratutto un’attrice richiestissima.
Nel solo 1960 è sul set di ben 10 film, un record.
La sua fama si estende e si consolida, anche perchè Sylva mostra un talento a tutto campo.
Dai peplum ai cappa e spada, dai film storici a quelli classici della neonata commedia all’italiana, i lavori si susseguono ad un ritmo vertiginoso.
La Koscina in Vedo nudo
Alla fine del decennio, infatti, arriverà ad aver interpretato quasi 90 film, che l’hanno resa famosissima e ammirata.
Una delle prove della sua enorme popolarità è data dal film Il vigile, del 1960 diretto da Luigi Zampa.
Nel film è chiamata ad interpretare se stessa, la famosa attrice Sylva Koscina che il vigile Alberto Sordi aiuta e soccorre mentre è in panne con l’auto e alla quale, imprudentemente non chiede i documenti perchè “lei è la signora Koscina”.
Un altro fiore all’occhiello è sicuramente il film di Fellini Giulietta degli spiriti, del 1965; vi interpreta Sylva, sorella di Giulietta interpretata da una grandissima Giulietta Masina.
L’inizio del decennio settanta è da considerare come il preludio ad una fase nuova della sua carriera; alcuni biografi ed alcuni critici la considerano come una fase calante, ma in realtà si tratta di scelte obbligate anche dall’età stessa dell’attrice oltre che da motivi strettamente congiunturali.
Il famosissimo morso di Buzzanca in Il cavalier Costante Nicosia
Nel 1970 l’attrice ha 37 anni; è un’età di piena maturità artistica ma contemporaneamente è anche un’età in cui è obbligatorio selezionare i ruoli; anche se fisicamente Sylva è uno splendore, è tuttavia inadatta per le pellicole che stanno imperversando sugli schermi.
Molti film richiedono per esempio scene di nudo; lei è tutt’altro che una puritana, ma ha anche il patrimonio di una fama da non disperdere banalmente.
L’esordio nel decenni 70 avviene con il thriller Vertigine per un assassino di Jean-Pierre Desagnat a cui seguono due film senza importanza prima di Ninì Tirabusciò: la donna che inventò la mossa , diretto da Marcello Fondato e interpretato accanto a Monica Vitti. Celebre nel film il suo topless che la mostra in smagliante forma fisica.
Nel 1971 si segnalano due pellicole appartenenti in parte al filone della commedia sexy: si tratta di Mazzabubù… quante corna stanno quaggiù? di Mariano Laurenti,
L’incompreso La casa dell’esorcismo di Mario Bava
Il film precedente di Bava, Lisa e il diavolo
strano film camuffato da pseudo documentario caratterizzato da un cast ricchissimo, comprendente Maurizio Arena, Lino Banfi, Isabella Biagini,Maria Pia Conte, Rosemary Dexter, Franco Franchi, Pippo Franco,Giancarlo Giannini, Carlo Giuffrè, Luciano Salce, Renzo Montagnani.
L’altra pellicola è Homo Eroticus di Marco Vicario, gustosa pochade sui vizi della provincia, in cui ancora una volta la Koscina esibisce il suo proverbiale seno.
Sono pellicole a sfondo comico, in cui la Koscina sembra essere a perfetto agio, memore delle esperienze degli esordi quando lavorava con Totò.
I seduttori della domenica
Ma il genere che va per la maggiore è il thriller nostrano, nato sulle orme dei maestri Fulci e Bava e sancito dall’incredibile successo di L’uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento.
Ed ecco la Koscina comparire in alcune buone produzioni, come Nel buio del terrore (1971) di José Antonio Nieves Conde accanto a Marisa Mell e Fernando Rey, in Week end proibito di una famiglia quasi per bene (1971) di Jean Dewever. Seguono il drammatico Uccidere in silenzio di Giuseppe Rolando nel 1972, Sette scialli di seta gialla di Pastore sempre nel 1972 e Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile di Roberto Bianchi Montero.
Uccidere in silenzio
Per quanto lavori di meno, la sua fama è ben solida e si garantisce le partecipazioni a diversi produzioni.
Nel 1972, infatti, Mike Bongiorno la chiama accanto a se per presentare la consueta edizione del Festival di Sanremo, accanto ad un comico in ascesa, Paolo Villaggio.
Il suo charme e il suo fascino colpiscono ancora, ma al cinema, dopo aver interpretato Boccaccio di Bruno Corbucci al fianco di un giovanissimo Enrico Montesano, il pessimo La strana legge del dott. Menga di Fernando Merino e Beati i ricchi, una gradevole commediola di Samperi,vede ridursi le parti importanti .
Forse il migliore dei film dei due anni successivi ai quali lavora può essere riconosciuto in La mala ordina, diventato nel corso degli anni successivi un vero e proprio cult.
La regia asciutta di Fernando Di Leo riesce ad esaltare il suo ruolo, quello della moglie di Luca Canali, uno straordinario Mario Adorf.
Lei, la bella moglie Lucia uccisa con la figlia, si produce in una parte breve, ma intensa.
Poco significativi i lavori successivi, come La colomba non deve volare oppure Il tuo piacere è il mio; dobbiamo arrivare al 1975 per trovare un film di discreta caratura.
Si tratta di Il cav. Costante Nicosia demoniaco, ovvero: Dracula in Brianza , di Lucio Fulci, nel quale interpreta la moglie dell’industrialotto vampirizzato Buzzanca.
Due famosi topless di Sylva Koscina: quello esibito in Homo eroticus…
… e quello di Casanova e Co
Memorabile il suo nudo mentre attende il morso del marito.
Il giro di boa fatidico arriva nel 1976.
L’ormai famigerata crisi del cinema inizia a mordere ferocemente, e Sylva, che ha investito larga parte dei suoi guadagni in una lussuosa villa a Marino nei pressi di Roma, arredata con dipinti del seicento e costosissimi mobili, si ritrova all’improvviso in gravi ristrettezze economiche.
Per fatalità, proprio nel 1976 non arriva nessuna chiamata e l’attrice, subita un’inchiesta per evasione fiscale, è costretta a privarsi della cosa a cui teneva di più, la sua amata villa.
Eppure ciò non sembra smontarla, anzi.
Continua come se nulla fosse, dividendosi tra le poche chiamate cinematografiche e la sua nuova passione, la tv.
I film post 1976 non sono di certo memorabili.
Con Lino Toffolo in Beati i ricchi
Si va dal clamoroso fiasco del Casanova e C. di Franz Antel, un film che mandò quasi in rovina la casa cinematografica che lo produsse che dovette pagare attori del calibro di Tony Curtis, Marisa Mell, Marisa Berenson, Andréa Ferréol, Britt Ekland all’opera successiva, I seduttori della domenica, anche questo caratterizzato dalla presenza di un cast all star che comprendeva tra l’altro Roger Moore, Lino Ventura, Ugo Tognazzi, Gene Wilder e altri attori di buona fama.
Una produzione che non riscosse il successo sperato; eppure la commedia anni 80, erede della gloriosa commedia all’italiana defunta con il film di Monicelli Amici miei parte II la vede protagonista di alcuni film di successo, anche se non di certo memorabili.
Si va da Asso di Franco Castellano è Giuseppe Moccia, film costruito attorno all’improvvisa fama di Adriano Celentano alla commedia Mani di fata di Steno, accanto a Renato Pozzetto e a Eleonora Giorgi, per finire con Questo e quello di Corbucci, nel quale recita nuovamente accanto a Pozzetto e a Nino Manfredi.
Qualche lavoro per la tv (…e la vita continua, Una grande storia d’amore, L’Odissea di G.Recchia) e qualche film davvero da dimenticare, come Cenerentola ’80 e Ricky e Barabba sono la dimostrazione che l’attrice, ormai 55 enne, nonostante il talento viva di rendita sulla sua vita passata.
Nel 1993 le viene diagnosticato un cancro al seno; è l’ultima battaglia da affrontare per lei, colpita proprio in quello che era il suo vanto “il seno più duro del marmo di Carrara“
E’ la battaglia che la vedrà purtroppo soccombere, nonostante una malattia affrontata con forza, con il sorriso sulle labbra.
Nel 1994, a soli 61 anni, Sylva Koscina muore il giorno di Santo Stefano.
Con lei si spegne, all’improvviso, il sogno di tante ragazze anni 50, quelle che ammiravano la sua bravura e la sua bellezza, quel suo essere diva ma allo stesso tempo simpatica.
Una donna sofisticata, amante del bello, che proprio per questa sua passione andò incontro a problemi economici molto seri, ma che seppe sedurre, con i suoi occhi e quel suo volto da tigre Belmondo e Newman, Alberto Sordi e il feroce maresciallo Tito, che per lei aveva sempre parole dolci.
Un’attrice capace e dall’ingegno multiforme, versatile e affascinante.
1994 C’è Kim Novak al telefono
1992 Ricky e Barabba
1991 L’odissea (TV )
1987 Rimini Rimini
1987 Una grande storia d’amore (TV )
1984 …e la vita continua (TV )
1984 Die Nacht der vier Monde
1984 Cenerentola ’80
1983 Questo e quello
1983 Mani di fata
1981 Asso
1980 I seduttori della domenica
1977 Casanova & Company
1975 Il cav. Costante Nicosia demoniaco, ovvero: Dracula in Brianza
1974 Las correrías del Vizconde Arnau
1974 Qualcuno l’ha vista uccidere
1974 Delitto d’autore
1974 Il diavolo e i morti
1973 Il tuo piacere è il mio
1972 La colomba non deve volare
1972 La mala ordina
1972 Beati i ricchi
1972 Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile
1972 Boccaccio
1972 Sette scialli di seta gialla
1972 Uccidere in silenzio
1971 La strana legge del Dr. Menga
1971 African Story
1971 Week end proibito di una famiglia quasi per bene
1971 Nel buio del terrore
1971 Trittico
1971 Homo Eroticus
1971 Mazzabubù… quante corna stanno quaggiù?
1971 Perché non ci lasciate in pace?
1970 Ninì Tirabusciò: la donna che inventò la mossa
1970 I lupi attaccano in branco
1970 La moglie nuova
1970 Vertigine per un assassino
1969 La battaglia della Neretva
1969 Justine ovvero le disavventure della virtù
1969 La guerra per Roma – Seconda parte
1969 L’assoluto naturale
1968 La calata dei barbari
1968 Jim l’irresistibile detective
1968 Guerra amore e fuga
1968 I protagonisti
1967 Johnny Banco
1967 Tre morsi nella mela
1967 Più micidiale del maschio
1966 Layton… bambole e karatè
1966 I sette falsari
1966 Io, io, io… e gli altri
1966 Agente X-77 – ordine di uccidere
1965 Made in Italy
1965 I soldi
1965 Le monachine
1965 Giulietta degli spiriti
1965 Il morbidone
1965 Colpo grosso a Galata Bridge
1965 Racconti a due piazze
1965 Corpo a corpo
1965 Thrilling
1964 Il triangolo circolare
1964 L’idea fissa
1964 Se permettete parliamo di donne
1964 Cyrano e d’Artagnan
1964 Cadavere per signora
1964 L’appartemento delle ragazze
1964 Amore in quattro dimensioni
1964 Troppo caldo per giugno
1964 Una storia di notte
1963 L’uomo in nero
1963 Il fornaretto di Venezia
1963 Il giorno più corto
1962 Il paladino della corte di Francia
1962 Le quattro verità
1962 La congiura dei dieci
1962 Copacabana Palace
1962 L’uomo dalla maschera di ferro
1962 Le massaggiatrici
1962 Jessica
1962 Le pillole di Ercole
1962 I giacobini (TV)
1961 Mani in alto
1961 Crimen
1960 Femmine di lusso
1960 Le mogli degli altri
1960 Mariti in pericolo
1960 Le distrazioni
1960 Ladro lui, ladra lei
1960 L’assedio di Siracusa
1960 I genitori in Blue-Jeans
1960 Totò a Parigi
1960 Il sicario
1960 I piaceri dello scapolo
1959 Le sorprese dell’amore
1959 Tempi duri per i vampiri
1959 Psicanalista per signora
1959 La cambiale
1959 Ercole e la regina di Lidia
1959 Erode il grande
1959 Poveri milionari
1958 Totò nella luna
1958 Mogli pericolose
1958 La Gerusalemme liberata
1958 Giovani mariti
1958 Le fatiche di Ercole
1958 La nipote Sabella
1958 Non sono più Guaglione
1958 Quando gli angeli piangono
1958 Racconti d’estate
1957 Le naïf aux 40 enfants
1957 Femmine tre volte
1957 Guendalina
1957 I fidanzati della morte
1957 La nonna Sabella
1956 Michele Strogoff
1956 Il ferroviere
1956 Siamo uomini o caporali