Łukasz Jędrzejczak e Kuba Ziołek sono i due polacchi dietro alla sigla T’ien Lai, il nome di una marca di sigarette inventata da Philip K. Dick per il romanzo “La Svastica Sul Sole”, che in giapponese vuol dire “musica celeste”. Il disco è un impasto densissimo di suoni catturati dalle radio, chitarre effettate, sintetizzatori e – a volte – voci cantilenanti. I due guardano al kraut come all’industrial, fanno pensare a quel sound lisergico tedesco ormai saccheggiato in tutti i modi come agli inglesi Contrastate, coi quali condividono profondità, capacità di creare collage stordenti (dal magma rumoroso delle loro radio saltano fuori pezzi di “Vogue” di Madonna) e richiami “orientali”. La quantità di suggestioni che gettano dentro Da’at è impressionante, ma in qualche modo la sovrabbondanza non nausea, forse perché comunque tutti questi elementi divengono un solo flusso, che prende una sua direzione – psichedelica – e ti trascina via con sé.
Da’at è uscito a 2013 e gli auguro di crescere nella visibilità (al momento poca) nello stesso modo sorprendente con cui cresce ascolto dopo ascolto.
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