t. mary poppins

Creato il 15 luglio 2013 da Thefreak @TheFreak_ITA

Era una borsa da donna. E la sua donna non era Mary Poppins. Ma le assomigliava. Non nell’aspetto, bensì nelle intenzioni. L’intenzione di metterci il mondo nella sua borsa.

Era una di quelle borse senza forma, che prendono la forma di quello che ci si mette dentro. La sua donna era come lei. Non nelle forme, ma nella natura. La natura di accogliere il mondo dentro di sé.

Era una borsa che sembrava una sacca buia che ci metti il mondo dentro ma poi non ritrovi la via. Come la sua donna che ospitava il mondo in cerca di aiuto e poi rimaneva sola e persa.

Era una borsa buia dentro. E le serviva la luce del cellulare alla cassa per ritrovare il portafogli. E le serviva molto tatto per ritrovare il cellulare. E le serviva una mano, un braccio, la testa, le spalle. E le serviva un tuffo per nascondersi dal mondo che non aveva voglia di aspettare in fila dietro di lei alla cassa.

Era una borsa che la sua donna avrebbe voluto nascondercisi dentro. La borsa avrebbe preso le sue forme tonde come il mondo. E la donna si sarebbe sentita nel ventre del mondo.

Era una borsa abbandonata alla fermata del tram. Un uomo si guardò intorno e la raccolse. La aprì. Era buia. Ci infilò una mano, un braccio, la testa, le spalle. Dentro c’era il mondo. E in quel mondo l’uomo non sapeva più orientarsi senza la luce del cellulare. Nella confusione del mondo a lui mancava l’ossigeno. Sudava. E si sentiva il sangue nei capelli. Tornò alla sua ventiquattrore rigida, fatta di tasche, taschini, chiusure lampo e scompartimenti stagni.

Era una borsa tra gli oggetti smarriti. Quando l’odore fu insopportabile l’aprirono. Tirarono fuori una mano, un braccio, una testa e due spalle. Dentro, il mondo era un mare di sangue tumultuoso. Senza forma se non onde. Senza fondo se non tuffi.

Era una borsa di sangue. E nel sangue penne senza cappuccio, lucidalabbra e Amuchina; scontrini accartocciati, resti in monete e assorbenti; caramelle scartocciate e gomme mezze masticate; briciole e capelli. E nei capelli l’assassino.

Assassino: “Ma dentro la borsa non c’era niente!”

Mary Poppins: “Non giudicare mai le cose dal loro aspetto, nemmeno una borsa. Io non lo faccio mai”.

Tratto da “Erano – 26 racconti per gente che fu”

Di Mauro De Clemente

Fan page di Erano 

Tag:assassino, Borsa, borsa abbandonata, buia, cellulare, confusione, dentro, erano, forma, luce, mary poppins, mauro de clemente, mondo, racconti, racconto, racconto inedito, sangue, testa, the freak


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