A vederle da fuori avrei detto che erano perfette una per l'altra, in quanto la placidità di Ahia, compensava l'energia a volte instabile dell'altra. Una leggermente ipocondriaca l'altra refrattaria ai medici, una ordinatissima l'altra più casuale. Entrambe erano single, quando le conobbi e discutere di uomini in termini generali era assai spassoso. Ahia e il mio sagittario rinverdivano ricordi di gioventù che ascoltavo affascinato mentre tra la cucina e il terrazzo io e Secondo te decidevamo che avrebbe dovuto portare i capelli lunghi. Esteticamente curate entrambe trasmettevano l'idea di donne indipendenti e centrate, riuscite professionalmente e appagate, ma nelle pieghe dei loro discorsi cominciai a notare degli accenti critici. Nessuna di loro instaurò mai un vero pettegolezzo circa l'altra ma entrambe mi usavano per sfumare alcuni loro aspetti che non potevano contenere. Ahia dichiarava la possessività di Secondo te, e la sua inclinazione al comando, e lei la mollezza di Ahia nel fare le cose e la sua inclinazione a lasciare che gli altri facessero cose per lei. Forse, fu per questo che la nostra presenza quell'estate fu così caldamente voluta: entrambe dovevano sopportare una convivenza che rischiava di essere difficile senza qualche “distrazione”. Non si trattò di malafede né di opportunismo che nel caso sarebbe stato più facile imputare a noi dal momento che noi eravamo “ospiti”. Si trattò invece di uno di quei momenti in cui le femmine cambiano le “regole del loro gioco” in corso d'opera. Dovevano aver scoperto che la mistura dei loro caratteri risultava potenzialmente esplosiva sotto lo stesso tetto e quindi Ahia che era di gran lunga più furba dovette pensare che l'amico Sagittario e il suo nuovo fidanzato sarebbero stati perfetti come disinnesco . E secondo te che trovava la routine di Ahia alquanto noiosa accettò di buon grado la proposta nella speranza che portassimo un po' di movimento. Ognuno ebbe il suo tornaconto e in questo non ci fu niente di male, addirittura si poteva pensare che fosse stata una operazione “perfetta”. Ecco che dunque l'immagine di due amiche felici in vacanza non sembrava più tanto autentica, così come fu chiaro il perché non fossero soddisfatte! Le due bamboline di carta avevano capito che il rischio che le loro mani si strappassero proprio quell'estate avrebbe rovinato un momento troppo prezioso per entrambe dopo un anno di lavoro! Il guaio delle perfezioni è sempre quello di essere “provvisorie”, infatti mano a mano che l'amicizia tra noi si approfondiva aumentava anche la distanza tra loro. Ahia come nel suo stile non disse mai a Secondo te ciò che di lei la faceva sentire pressata, quindi cominciò col scansare qualche appuntamento e Secondo te che la credeva sorda alzò il volume della voce. L'estate era finita e i loro corpi abbronzati erano pronti per un uomo che quell'estate senza uomini veri, aveva reso loro quantomai necessario. Le mie bambine di carta si ritrovarono di nuovo unite per mano, ma la carta si sa è alquanto poco elastica e d'inverno se si bagna di lacrime finisce col rompersi. Io le invitai più volte a chiarirsi mano a mano che Ahia si defilava dal loro rapporto e Secondo te cominciava a soffrire per l'abbandono apparentemente immotivato, ma ragionavo da maschio e non mi rendevo conto che il confronto a viso aperto funziona solo in una partita di pallone dove se ricevi un fallo ti puoi scagliare contro chi te lo ha fatto, invocare la giustizia di un arbitro.. e poi riprendere il gioco con le stesse regole. Le femmine invece, giocano le loro partite a carte senza un arbitro, senza regole precise e quindi se la loro mano non è vincente alcune “passano” altre bluffano e perdono! Qualcosa tra loro si sarebbe rotto, esattamente come tra me e Ahia quando feci l'errore di dirle esattamente ciò che pensavo del suo insopportabile fidanzato. La mia mano alle carte era perdente e io in più la giocavo su un campo di pallone in cui lei non era mai scesa. Nella convinzione che la sincerità fosse un requisito fondamentale e che una volta espresso pur se questo faccia un po' male induca a migliorare la “partita”, non considerai che le priorità delle femmine sono sempre al di sopra di ogni regola e spesso condizionano il loro giudizio a seconda che vedano minacciata l'immagine di se che si sono costruite in segreto.
A vederle da fuori avrei detto che erano perfette una per l'altra, in quanto la placidità di Ahia, compensava l'energia a volte instabile dell'altra. Una leggermente ipocondriaca l'altra refrattaria ai medici, una ordinatissima l'altra più casuale. Entrambe erano single, quando le conobbi e discutere di uomini in termini generali era assai spassoso. Ahia e il mio sagittario rinverdivano ricordi di gioventù che ascoltavo affascinato mentre tra la cucina e il terrazzo io e Secondo te decidevamo che avrebbe dovuto portare i capelli lunghi. Esteticamente curate entrambe trasmettevano l'idea di donne indipendenti e centrate, riuscite professionalmente e appagate, ma nelle pieghe dei loro discorsi cominciai a notare degli accenti critici. Nessuna di loro instaurò mai un vero pettegolezzo circa l'altra ma entrambe mi usavano per sfumare alcuni loro aspetti che non potevano contenere. Ahia dichiarava la possessività di Secondo te, e la sua inclinazione al comando, e lei la mollezza di Ahia nel fare le cose e la sua inclinazione a lasciare che gli altri facessero cose per lei. Forse, fu per questo che la nostra presenza quell'estate fu così caldamente voluta: entrambe dovevano sopportare una convivenza che rischiava di essere difficile senza qualche “distrazione”. Non si trattò di malafede né di opportunismo che nel caso sarebbe stato più facile imputare a noi dal momento che noi eravamo “ospiti”. Si trattò invece di uno di quei momenti in cui le femmine cambiano le “regole del loro gioco” in corso d'opera. Dovevano aver scoperto che la mistura dei loro caratteri risultava potenzialmente esplosiva sotto lo stesso tetto e quindi Ahia che era di gran lunga più furba dovette pensare che l'amico Sagittario e il suo nuovo fidanzato sarebbero stati perfetti come disinnesco . E secondo te che trovava la routine di Ahia alquanto noiosa accettò di buon grado la proposta nella speranza che portassimo un po' di movimento. Ognuno ebbe il suo tornaconto e in questo non ci fu niente di male, addirittura si poteva pensare che fosse stata una operazione “perfetta”. Ecco che dunque l'immagine di due amiche felici in vacanza non sembrava più tanto autentica, così come fu chiaro il perché non fossero soddisfatte! Le due bamboline di carta avevano capito che il rischio che le loro mani si strappassero proprio quell'estate avrebbe rovinato un momento troppo prezioso per entrambe dopo un anno di lavoro! Il guaio delle perfezioni è sempre quello di essere “provvisorie”, infatti mano a mano che l'amicizia tra noi si approfondiva aumentava anche la distanza tra loro. Ahia come nel suo stile non disse mai a Secondo te ciò che di lei la faceva sentire pressata, quindi cominciò col scansare qualche appuntamento e Secondo te che la credeva sorda alzò il volume della voce. L'estate era finita e i loro corpi abbronzati erano pronti per un uomo che quell'estate senza uomini veri, aveva reso loro quantomai necessario. Le mie bambine di carta si ritrovarono di nuovo unite per mano, ma la carta si sa è alquanto poco elastica e d'inverno se si bagna di lacrime finisce col rompersi. Io le invitai più volte a chiarirsi mano a mano che Ahia si defilava dal loro rapporto e Secondo te cominciava a soffrire per l'abbandono apparentemente immotivato, ma ragionavo da maschio e non mi rendevo conto che il confronto a viso aperto funziona solo in una partita di pallone dove se ricevi un fallo ti puoi scagliare contro chi te lo ha fatto, invocare la giustizia di un arbitro.. e poi riprendere il gioco con le stesse regole. Le femmine invece, giocano le loro partite a carte senza un arbitro, senza regole precise e quindi se la loro mano non è vincente alcune “passano” altre bluffano e perdono! Qualcosa tra loro si sarebbe rotto, esattamente come tra me e Ahia quando feci l'errore di dirle esattamente ciò che pensavo del suo insopportabile fidanzato. La mia mano alle carte era perdente e io in più la giocavo su un campo di pallone in cui lei non era mai scesa. Nella convinzione che la sincerità fosse un requisito fondamentale e che una volta espresso pur se questo faccia un po' male induca a migliorare la “partita”, non considerai che le priorità delle femmine sono sempre al di sopra di ogni regola e spesso condizionano il loro giudizio a seconda che vedano minacciata l'immagine di se che si sono costruite in segreto.
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